Se è una 1300 tout court è una notevole rarità, considerata la preferenza dei collezionisti per le "TI", che ha contribuito ad accelerare la quasi totale estinzione della versione originaria, meno prestante e priva della 5a velocità. Questa sembra poi davvero magnifica, sia per le condizioni generali, sia per la splendida tinta bluette, sia per la targa originale.
Una 1300 base (ne ho ammirata una qualche settimana fa in un vecchio film con Franco e Ciccio, "I due vigili" ) sarebbe veramente un gran colpo.
Semplificata in modo forse eccessivo per il blasone Alfa (passabile la mancanza delle luci di retro, inconcepibile quella del contagiri!) comprensibilmente venne sonoramente bocciata dall'utenza comune, che le preferì in massa la più degna TI, ma trovò comunque negli apparati statali un buon canale per far fuori le poche migliaia di pezzi prodotti.
Ne fecero addirittura una seconda serie che adottò il cruscotto "tipo Super" con strumenti tondi, probabilmente in quell'occasione la dotarono dell'indispensabile contagiri, ma non potrei giurarci, non essendo mai riuscito a reperire una foto ufficiale di questa versione pressochè scomparsa.
Hai ragione. Ho ripreso in mano il Ruoteclassiche col dossier della Giulia e ho realizzato di aver preso la consueta cantonata.
Quindi l'unica Alfa a non avere il contagiri continua ad essere l'Arna (oltre che la Giulietta non - TI, ma erano tempi ben differenti.
Scopro invece un altro particolare succoso di questo modello: nel 1967, in occasione del primo restyling, il prezzo fu sostanziosamente decurtato (da 1.395.000 a 1.245.000 lire).
Avevano proprio difficoltà a venderla....
Nonostante tutto, la "quattro marce" rimase in listino per ben sette anni.
Fra l'altro, posso dire di non avere MAI visto una 4 marce che non fosse il modello della foto: piacerebbe anche a me capire come riconoscerne una delle successive versioni "dal vero".
Anche la Giulia Diesel aveva il contagiri?
Certamente, si può tranquillamente affermare che TUTTE le Giulia hanno avuto il contagiri di serie.
Quindi l'unica Alfa a non avere il contagiri continua ad essere l'Arna (oltre che la Giulietta non - TI
Il contagiri mancava anche sulle prime Alfasud (fino al settembre 73), sulle successive Alfasud N e sulle versioni più economiche della serie "plasticona".
L'ultima che ho avuto proprio povera non era : tutto quello che poteva avere in termini di accessori after market era presente, contagiri compreso, ed anche a livello meccanico era diventata un piccolo missile.
Hai presente quelle amiche non proprio bellissime, ma con una marcia in più...?
Massimo: tra l'altro, posso dire di non avere MAI visto una 4 marce che non fosse il modello della foto: piacerebbe anche a me capire come riconoscerne una delle successive versioni "dal vero".
Ecco soddisfatta la tua curiosità, Massimo: posto dal mio archivio tre scatti di uno degli ultimi esemplari costruiti (mi pare sia del 1969), ripreso nel 2010 nell'immenso piazzale della fiera di Rho, dove il 26 giugno 2010 si svolse un raduno-monstre di Alfa Romeo di ogni epoca, per commemorare il centenario del marchio. L'unica differenza importante rispetto alla coeva 1300 "TI", oltre alle scritte, sembrerebbero le coppe prive dell'ornamento circolare nero.
Aggiungo che ho perfetta memoria di un altro esemplare analogo, dell'inizio 1970, biancospino, targato GE 41, che stazionava regolarmente in condizioni immacolate, nella 2a metà degli anni '80, nei pressi del mio liceo. Preso dall'inguaribile idealismo degli adolescenti, una volta avvicinai anche il proprietario, intento a lustrarla, complimentandomi per l'auto, della cui rarità ero già ben consapevole, e ammonendolo di conservarla sempre con cura. Forse non mi dette retta: la Giulia 1300 si è persa di vista, e quella targa, molto facile da ricordare, non risulta più a bollo
Total III: comprensibilmente venne sonoramente bocciata dall'utenza comune
In merito, mi sento di esprimere una valutazione un po' differente. Nel 1963-'64 la Giulietta TI, giunta al 2° restyling, era inevitabilmente in fase calante, e la sua sostituzione con un modello più aggiornato era nella natura delle cose. La soluzione più immediata, che evitava lo sviluppo di un'auto interamente nuova, non poteva che essere l’abbinamento tra il corpo vettura della Giulia, già baciata da un successo internazionale, e il propulsore della Giulietta TI, con alcuni aggiornamenti. Semplificata nelle dotazioni, la Giulia 1300 offriva prestazioni sostanzialmente analoghe a quelle della Giulietta TI (che comunque rimase a listino, e continuò a raccogliere discreti ordini almeno fino al 1965, quando poi le vendite divennero episodiche) risultando tuttavia più sicura grazie all'ancora migliore tenuta di strada, ai freni a disco, e ad abitabilità e visibilità superiori.
A occhio e croce, almeno fino a quando non fu affiancata dalla più prestante 1300 TI (inizio 1966), dalla quale fu subito messa in ombra, ne furono vendute circa 20mila in poco più di un anno e mezzo, un quantitativo tutt'altro disprezzabile.
Occorre poi dare il giusto peso al contesto del periodo. La presentazione della Giulia 1300 coincise con una difficile fase dell'economia italiana, subito ribattezzata "congiuntura", caratterizzata da una brusca decelerazione del tasso di crescita rispetto agli anni d'oro 1958-'63. Già nel 2° semestre del 1963, il surriscaldamento dell'economia, dovuto al boom della domanda di beni di consumo e al recupero dei salari, rimasti fino ad allora molto indietro, aveva generato tensioni inflazionistiche e crescita delle importazioni. La situazione fu affrontata nel 1964 con interventi restrittivi classici (aumento delle imposte e, soprattutto, stretta creditizia), che fecero cadere di colpo consumi, investimenti e profitti aziendali. Si aggiungano anche le tensioni (nonché il "tintinnio di sciabole" dovuto a progetti golpisti) innescate dall'avvio del centro-sinistra, ossia dalla cooptazione del PSI nell'area di governo, al quale i ceti più conservatori risposero con massicce esportazioni di capitali. Per tutti questi fattori, il 1964 fu un brutto anno per le vendite di auto, anche se dal 1965 consumi e investimenti tornarono a crescere. La Giulia 1300 fu quindi presentata in un momento sfavorevole, sebbene, per contro, va detto che proprio in una fase di difficoltà economica, una Giulia dai costi più contenuti poteva catturare nuovi clienti che, in quella stagione, non avrebbero osato acquistare un'auto più impegnativa. Non sono però affatto in grado di dire se, nel 1963-'64, lo sviluppo della "1300" tenne conto anche di questi elementi, o si incrociò del tutto casualmente con la prima "recessione" dopo le faville del boom.
Grazie Markino, questo è veramente un grosso regalo!
Oltre ai particolari che hai già citato, non posso fare a meno di notare i paraurti del vecchio tipo e, finalmente, la presenza delle luci di retromarcia.
La vettura fotografata è realmente spettacolare, impreziosita anche dalla targa della Repubblica di San Marino.
Ovviamente, grazie anche delle interessanti riflessioni riguardanti il periodo in cui questo modello fu commercializzato, è sempre un piacere leggerti.
Avendola vista dal vero e fotografata durante quell'incredibile raduno del centenario, confermo che si trattava di un esemplare assolutamente desiderabile per rarità, stato di conservazione e tinta.
Quanto alle informazioni di corredo, la condivisione delle mie conoscenze di storia economica e sociale contemporanea è un modo per ricambiare gli iscritti della sterminata quantità di informazioni e curiosità apprese durante la mia frequentazione del sito