L'ingegnere si reca alla seduta del Consiglio di amministrazione
Con una battuta Peppe ha inquadrato perfettamente il contesto. Anche se decisamente a fine carriera nel 1968, nel listino della produzione italiana solo la Maserati Quattroporte o la nuova Iso Rivolta Fidia superavano per cilindrata e opulenza la Flaminia Berlina, collocandosi tuttavia in una fascia di mercato di assoluta esclusvità. Nell'ambito della ristretta cerchia delle vetture di rappresentanza, spesso condotte dall'autista, la Flaminia, 2,5 lt. fino al 1963, poi 2,8 lt., aveva ricoperto un ruolo preminente tra la fine degli anni '50 e gli anni '60, mantenendo ben alta la bandiera nazionale di fronte all'analoga produzione straniera, che, sebbene esprimesse sul nostro mercato quantitativi in assoluto modesti, era rappresentata perlomeno da nomi come Jaguar e Mercedes, e dalle americane di fascia medio-alta.
Ancora oggi, mi dice chi possiede una Berlina o una Coupé Pininfarina, regala una souplesse di viaggio e una comodità che, facendo l'ovvia tara degli infiniti accessori oggi disponibili e all'epoca assenti, non ha molto da invidiare alle attuali Audi e Mercedes, specie nei trasferimenti su autostrada e strade extraurbane.
L'esemplare postato, apparentemente in magnifiche condizioni, appartiene alla serie 2,8 litri, costruita in 599 esemplari, e probabilmente, nel 1968, fuori produzione, ancorché mantenuta a listino. La cosa che mi lascia incredulo é che a Genova ne viene conservata una perfettamente identica, con incipit di targa molto vicino, MI F8, costruita nel 1964 e rimasta a lungo nella disponibilità della Lancia, che solo nel 1968/69 la affidò a un cliente d'eccezione, il quale provvedette all'immatricolazione.
Per gli appassionati, da tenere d'occhio il club dedicato, con sede nella provincia vicentina, che organizza annualmente un raduno al quale convergono ogni genere di Flaminia, col risultato di non finire più di lustrarsi gli occhi.
Stupenda? In certe versioni bicolore sarebbe riduttivo definirla solo stupenda. Già all'esame estetico. Poi c'è l'esame acustico e avviato il motore la commozione è frequente. Poi c'è il contatto su strada. Probabilmente i 5 km/lt sono da ritenere un risultato molto buono, se non ottimo, ma su strada queste vetture sono piacere autentico. Come un abito di sartoria la Flaminia non urla e non ostenta. Meglio chiaramente la 2,8 anche perché la 2,5, almeno sino ad un certo anno era equipaggiata con freni a tamburo. Se ancora ci fosse una vettura come la Flaminia, con un motore di pari bellezza, interni di pari qualità costruttiva, l'invidia sarebbe un problema di Audi e Mercedes. Bmw chiese alla casa di Torino per una possibile costruzione su licenza della 6 cilindri. Pensare che il suo posto fu preso dalla Fiat 130 è un po destbilizzante, ma anche alla ammiraglia di corso Marconi le qualità non mancavano. Pensare che al posto della 130 c'è ora una Chrysler vecchia di 10 anni è un'insulto al lavoro, all'intelligenza e all'estro del nostro paese.
E' una figlia del suo tempo: a fine anni 50 le linee erano queste, con pinne, eccetera. Elementi che si ritrovano anche in altre ammiraglie contemporanee.
Non credo.
Al di là che non credo neppure sia soggettiva perchè la grazia di una coeva Citroen DS la Flaminia se la scorda, trovo noioso non dare mai impressioni proprie alle cose.
A me sembra un baraccone sgraziato. A voi no.
Bene.
Avete un'opinione diversa dalla vostra con cui confrontarvi e chissà che qualcuno non inizi a vedere l'oggetto da un altra angolazione.
Vi piacciono i cori alla bulgara?
E allora dov'è il gusto del confronto?
Al di là che non credo neppure sia soggettiva perchè la grazia di una coeva Citroen DS la Flaminia se la scorda
Su tutta la tarantella del confronto, a grandi linee, ti posso anche dare ragione, ma sulla soggettività riguardo alle auto in questione non ce la faccio proprio: ognuno la pensa a modo suo e, grazia o no, trovi anche chi considera la Citroen DS una supposta semovente, proprio per il discorso di angolazioni differenti di veduta.
A memoria, tu sei l'unico che ha apostrofato la Flaminia berlina "baraccone sgraziato"; viceversa, "ferro da stiro", riferito alla DS, è un termine che si sente spesso e non mi sembra un affettuoso complimento.
Due modi differenti di vedere le cose, anche se non vedo la necessità di sottolineare il concetto usando un tono dispregiativo.
A me, per vari motivi, attizzano tutte e due: più soggettivo di così....
Certo, questo è pacifico, ma è una questione di modi, non di contenuti: se apprezzo la cucina di un ristorante, in genere, evito di ruttare rumorosamente in sala per dimostrarlo..
Anche perché di forum e blog dove si insultano le vetture non gradite (e di conseguenza gli appassionati e i proprietari delle stesse) è pieno il web, anzi, ad una stima sommaria direi che sono la stragrande maggioranza.
Le mie preferenze sono note a molti: innanzitutto le Citroen, poi le Mini, le Alfa transaxle, diversi modelli Renault anni '70 - '80 e svariate Lancia e Fiat. Meno noti sono, invece, gli oggetti del mio odio: trovo insulse quasi tutte le auto americane, mi stanno sul gozzo le Mercedes, detesto cordialmente la maggior parte delle Opel.
Ma se ad ogni insulsa Kadett D postata dicessi che anche un blocchetto di granito è più originale (cosa che probabilmente mi è capitata di pensare) sai che palle cubiche per i forumisti tutti?
Per l'estetica penso che valga il concetto "non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace". Comnque senza entrare in polemiche sterili penso che il confronto con l'affascinante Citroen Ds sia improponibile, in quanto la francese, opera di un italiano trapiantato in Francia, non aveva confronti nella produzione di serie dell'epoca. Piuttosto la Flaminia dovrebbe essere confrontata con la Mercedes S 220/230, serie Heckflosse. E, per quanto mi riguarda, in garage preferirei una Flaminia al panzer tedesco. Per altre valutazioni, come quelle espresse da Total III io cerco, e analizzo come sono capace, nelle varie vetture, uno specchio di quanto quella vettura, in quell'epoca e nel paese di provenienza poteva rappresentare e cosa rappresentava. Una delle Renault più belle e desiderabili? La R16, innovativa, un po tormentata, ma pratica e iper affidabile. O la R8, comoda e indistruttibile, affidabile come quelle persone di cui ci si fiderebbe ad occhi chiusi. Certo la R4 e la R5 hanno ben altro appeal, e successo, ma qui si entra in altre valutazioni. La Panhard Pl 17, magari nera? Stupenda al pari di una Borgward, sempre nera. Le Opel Olimpya e Rekord? O le Kapitaen a 6 cilindri? Il pragmatismo tedesco, senza la tracotanza tedesca. Tradotto: meglio una Kapitaen modello 1961/62 della Mercedes Heckflosse già citata. Sempre pareri personali, ovviamente.
E, qui chiudo, il rammarico di vedere come certi prodotti italiani fossero ai massimi livelli per qualità costruttiva, finezza meccanica, ed estetica. Ma che purtroppo non hanno avuto seguito e hanno lasciato così la strada spalancata a prodotti che erano a livelli analoghi o inferiori. Come il nostro paese che sta scivolando sempre di più, mentre la Germania, pur con tanti limiti, sembra continuare imperterrita nella sua inarrestabile marcia.
Come il nostro paese che sta scivolando sempre di più, mentre la Germania, pur con tanti limiti, sembra continuare imperterrita nella sua inarrestabile marcia
Come ho già argomentato più di una volta, ciò che descrivi sintetizza la differenza tra classi dirigenti che hanno perseverato ad investire nell'innovazione e a realizzare una cornice stabile ed efficiente per il proprio paese, ed altre che, al contrario, si sono perse nelle mollezze della rendita, nella proterva difesa di interessi personali o di categoria di basso profilo, nella spartizione e spoliazione delle risorse pubbliche sullo sfondo di una litigiosità quotidiana da fine impero. Date le premesse, non era difficile prevedere su quale dei due palcoscenici si sarebbe man mano accumulata una montagna di macerie.
Beh, è ovvio che ogni regola ha la sua eccezione: non mi sognerei mai, ad esempio, di spernacchiare una Opel GT, o una Manta GT/E, e in campo Mercedes giudico la SL di fine anni ottanta una delle più belle spider della storia.
E, riguardo alle auto americane, non sono insensibile al fascino (e al rombo) di una Pontiac GTO o di una Dodge Charger, che avevano anche una linea bella e piuttosto pulita (specie la Charger).
Le mie idiosincrasie sono dovute più ad un pensiero personale che unisce la filosofia costruttiva all'immagine di marca.
Sotto questo punto di vista le berline Mercedes, per quanto a prova di bomba, mi hanno fatto sempre storcere il naso per via della loro sussiegosità.
Le Opel (la maggior parte di esse) semplicemente mi annoiano, troppi sono stati i modelli pensati espressamente per l'automobilista medio (o anche, perché no, mediocre), amante delle certezze.
Ascona, Kadett, Corsa, Rekord, Omega, tutti modelli rassicuranti, onestissimi, senza guizzi.
E' questo un difetto? Per tantissimi, no. Per il sottoscritto, adorante degli irrazionalismi (vedi l'inenarrabile crusotto della Citroen GSA o i sedili spaziali di Renault Fuego e Beta Coupè) lo è eccome.
Per quanto riguarda il resto, pensavo proprio oggi a come in ogni caso il "germe della dissoluzione" della società italiana, che sta alla base della palude morale-politica-economica-industriale odierna, era ben ravvisabile fin dall'immediato dopoguerra.
A titolo di documento storico, basti guardare un qualsiasi film prodotto dalla metà degli anni sessanta in poi. Vi si troveranno già ministri ladri e depravati, politici corrotti, costruttori senza scrupoli, preti libertini e così via.
Certo il più delle volte sotto forma caricaturale, ma allo stesso tempo esemplificativo di come il malcostume generalizzato fosse presente anche in tempi floridi (d'altronde il declino da qualche punto sarà pur partito, a meno di non credere che questo sia cominciato all'improvviso con gli anni novanta: allora semplicemente cominciammo a raccogliere i primi frutti...), non dico che gli italiani sono geneticamente predisposti alla prevaricazione, al menefreghismo e alla corruzione, ma poco ci manca.
Se fin dagli anni 50 era normale ed accettato che si entrasse nel mondo del lavoro mediante raccomandazione, con che faccia ci si puo' indignare nel trovarsi nel 2013 in un sistema completamente radicato e ineliminabile, nonché assolutamente non competitivo nel mondo?
Scusate il pistolotto, si torni a dissertar di catorci.
Se qualcuno mi dice che la DS gli ricorda una "supposta semovente", da Citroenista storico, l'affermazione mi diverte e mi insinua qualche sano dubbio sull'oggetto del mio culto.
Mi piacciono anche le critiche "forti". I dischi o i film stroncati come accadeva 40 anni fa ai bei tempi di "what's this shit" al cospetto di "Self Portrait".
Oggi è tutta un'indistinta melassa edulcolata...ma mi sa poco di buona educazione e molto di cattiva ipocrisia.
Io sono così: ogni tanto mi piace gettare un sasso nella cristalliera delle immutabili certezze con un po' di sana iconoclastia.
Se non piaccio mi si può sempre bannare e buona noia a tutti.
Se dovessi dire cosa penso davvero di diversi modelli, verso i quali opto un più diplomatico silenzio, dubito che avrei fatto parte dello staff. E il silenzio lo prediligo proprio per evitare che chi stravede per il modello possa cercarmi al fine di farmi un occhio nero (e con la situazione che ho alla vista ce manca). Di conseguenza mi sento in diritto di provare un filino di astio quando leggo simpatiche (nel senso orticario del termine) baggianate nei confronti di un modello che reputo un capolavoro. State pur tranquilli che se qualche volta che sia più di una mi imitate, sicuramente non vi denunzio per plagio.
Se non piaccio mi si può sempre bannare e buona noia a tutti.
Se trovi noioso questo sito, nessuno ti obbliga a seguirlo. Sono sicuro che, navigando nel web, troverai altri siti meno "noiosi". Basta solo cercare.
Se invece preferisci essere bannato basta chiederlo. Non c'è bisogno di offendere mezzo mondo.
Se dovessi dire cosa penso davvero di diversi modelli, verso i quali opto un più diplomatico silenzio, dubito che avrei fatto parte dello staff. E il silenzio lo prediligo proprio per evitare che chi stravede per il modello possa cercarmi al fine di farmi un occhio nero...
Peccato, mi piacerebbe sapere che ne pensi di questi modelli.
Il problema non sta nel tacere o meno, il problema sta in chi si carica di astio per una critica ad un'automobile.
Si rivolga ad uno psichiatra. Bravo però.
time1o1cv:
Se invece preferisci essere bannato basta chiederlo. Non c'è bisogno di offendere mezzo mondo.
Mi fai vedere dove avrei "offeso" mezzo mondo?
Non ho detto che trovo noioso questo sito, ho detto che trovo sia penalizzante non potere esprimere il proprio gusto in modo forte e chiaro perchè qualcuno potrebbe adirarsi al punto di fare un occhio nero ad un utente come ha detto Il BUE.
Ad esempio sarebbe meno noioso se IL BUE esprimesse le sue vere opinioni che, purtroppo, non conosceremo mai.
Davvero siete contenti di una situazione in cui IL BUE non si può esprimere?
Ipse dixit, questo per sua stessa ammissione.
Mi si permetta di ricondurre il dibattito nell'alveo della Flaminia stricto sensu per postare un paio di scatti della sua capostipite, il prototipo Aurelia B56 Florida, realizzato da Pininfarina nel 1955, oggi nelle mani di un importante collezionista italiano e qui fotografato dal sottoscritto in una delle sue più recenti uscite, l'ultimo raduno del club dedicato a questo modello:
Mi intrattengo spesso per qualche battuta con il proprietario della "B56", la cui passione per un determinato filone di vetture italiane, e la cura maniacale dei restauri, lo hanno oramai reso noto in tutto il mondo (basta sbirciare qualche rivista straniera).
Il servizio dovrebbe essere stato pubblicato nella sezione delle "Regine del passato", nelle prime pagine della rivista; mi pare di ricordare che la Florida provenga dall'Olanda, dove era mediocremente conservata, ma al momento non ho modo di verificare
Tre anni fa era esposta a Villa d'Este, dove un magnate arabo se ne era innamorato e voleva a tutti i costi acquistarla. La foto che lo ritrae insieme a vettura e proprietario, pubblicata su Ruoteclassiche, è mia !
Mi fa immenso piacere rivederla in questo stato. Ricordo che su quel servizio (avevo 16-17 anni e al tempo il Ruoteclassiche mensile era l'oasi salvifica fra una versione di greco e una di latino) fantasticai parecchio. Soprattutto perché la macchina era sana, ma completamente vandalizzata. Mancavano profili, molure, fanali, coppe ruota, e molti pezzi erano specifici. Mi chiesi "ma come diamine faranno a recuperarla..."
Ed eccola a distanza di 15 anni, incredibilmente ancora in Italia, a memento di quello che fu la Lancia.