Sembra un reperto archeologico , storpiata dagli indicatori di direzione posticci , probabile targatura di origine a quattro cifre la rendono comunque interessante e degna di ripristino nella sua originalita' ...

Sebbene preferisca il maggior "respiro" della vettura di cui, sostanzialmente, costituisce una riduzione in scala, ossia l'Aprilia, l'Ardea è un gioiello che racchiude in uno spazio minuscolo tutta la raffinatezza che la Lancia era capace di esprimere tra la fine degli anni '30 e gli anni '50.
L'esemplare in foto, conservato in chissà quale cantina, appartiene all'ultima serie, in produzione tra il 1949 e il 1953, e dotata, fatto già rarissimo all'epoca, ma sbalorditivo per una cilindrata di soli 900 cm3, della quinta marcia. Il vetro posteriore dovrebbe essere in pezzo unico già dalla serie precedente del 1948-'49.
La targa a quattro cifre di una provincia tra le più "remote" d'Italia (anche per il record di altezza s.l.m. del suo capoluogo) è un plus notevole per una vettura già degna della più incondizionata ammirazione

Auto con un aspetto "importante" a dispetto della piccola cilindrata. Foto spettacolare, anche per l'ambientazione. Nelle cantine, a volte, si trovano ancora tesori.

Curiosamente la cilindrata totale di questa vettura era 903, come l aste e bilancieri che produsse la Fiat quasi 20 anni dopo. Proprio questo weekend in un locale abbandonato, ho visto due Lancia d'epoca, un Aurelia B20 e un Ardea ancora con targhe e ferme li su kg di polvere.

Spero (ma penso proprio di no....) che il proprietario si renda conto di quanto vale un'Aurelia B20....

Davvero una foto suggestiva, un incontro che ogni appassionato vorrebbe fare...
La squisita disamina di Markino non fa che aumentare il mio dolore per tutto ciò che era la Lancia ed ora non è più... un immenso patrimonio tecnico ed una storia straordinaria ormai dispersi...