Lancia Aurelia B20
Anno 1952, targhe nere del 1964 (Marlon).
Data: 19/04/2017
Commenti: 8
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Questo esemplare dovrebbe appartenere alla 2a serie, costruita in circa 700 esemplari tra il 1952 e il 1953: è l'ultima delle B20 equipaggiate con un 6V da 2 litri, che qui eroga 80 CV, prima del passaggio, appunto nel 1953, al più dimensionato 2,5 lt. Le ottime prestazioni (grande elasticità di marcia, e velocità massima di ben 160 km/h), migliorate rispetto alla versione del 1951, si accompagnano alla configurazione estetica più nervosa - e, per me, straordinaria - delle B20 di serie, dovuta alle vistose pinne posteriori, soppresse nella 3a serie, che slanciano ulteriormente una linea già estremamente filante e ribassata.
Le unità sopravvissute ammontano a poche decine, tutt'altro che scarse considerato che le "2000" e le prime "2500", fino al cambio di passo dovuto alla nuova gestione Pesenti, venivano spese in gara senza risparmio, e spesso distrutte.
La vettura è un eccellente conservato, con targa pregiata anche se di epoca successiva alla prima immatricolazione. Magnifici anche gli interni in panno, e la plancia dominata da due grandi strumenti circolari. Lodevole la preservazione dei minuscoli fanalini d'origine, integrati dagli indicatori di direzione sotto i paraurti, dato che, non di rado, si sono viste Aurelia delle prime due serie con fari posteriori addirittura della FIAT 1500 Cabriolet, o simili, montati rovinando le pinnette.
Elegantissimo il colore, ma, per la 2a serie, a mio giudizio il massimo sono le tinte scure.
Mi auguro che il parcheggio fosse adeguatamente presidiato dal proprietario o da chi per lui: ad un'asta internazionale, quest'auto brucerebbe come ridere i 150mila euro.