Esemplare a iniezione con prima targa di eccezionale bellezza, grazie anche al notevole contributo della tinta, un verde Tropici che non potrebbe essere più confacente ai miei gusti cromatici.
Sarebbe interessante conoscere l'intera storia di questa macchina, e di quel danaroso signore che, a Bologna nel 1974, mentre si tentava di limitare gli effetti della crisi energetica con le famose "domeniche a piedi", acquistò una granturismo tanto esclusiva e dall'architettura meccanica così raffinata e complessa.
La qualità dello scatto e della prospettiva è decisamente adeguata al ragguardevole livello dell'avvistamento.
Da quando sono iscritto a TargheNere non ne ho mai incontrata una, se non a raduni. Oggetto di culto per pochi, opulenta, inconfondibile e unica. Il motore Maserati conferisce l'estremo sigillo a questa stratosferica opera d'arte. L'esemplare in foto è da inchino!
Ragazzi che meraviglia... a mio modesto parere, uno dei capolavori di tecnica automobilistica del '900, alla fine prodotta in pochissimi esemplari. Mai vista una, ho sempre desiderato sentire il rombo sommesso del V6 2.7 litri dal vero! Questo video, per chi capisce un po' di francese è assolutamente da vedere
https://www.youtu...Ot-LhjKldw
Ricordo di aver letto in un vecchio commento (opera del buon Total) che la versione a iniezione si può riconoscere dalla scritta in stampatello "CITROEN SM" sulla targhetta inserita nel montante tra finestrino posteriore e lunotto, che qui mi pare di riconoscere, mentre nella carburatori compare solo la sigla "SM".
Penso inoltre che nel 1974, per quanto problematica, la iniezione fosse la versione preferita dai pochi fortunati acquirenti.
Da me si dice che ce ne sia una che però va solo ai raduni e possibilmente non in zona, visto che il proprietario di questa vettura va nei raduni ove ha i due figli, ergo o nelle vicinanze di Firenze, oppure nel nord-ovest, motivo per cui escluderei già da adesso che la fotograferò un giorno.
Di questa vettura posso solo dire che mi fa impazzire, l'adoro alla follia e la reputo uno dei capolavori sia tecnici che di design della storia dell'automobilismo, oltre vabbè.....ad uno dei miei sogni proibiti.
Linea così particolare ed estremamente affascinante e motore Maserati sono un unione a dir poco stratosferica!!!
Assolutamente meraviglioso questo esemplare, impreziosito uno dalla tinta orgasmica e secondo dalla targa d'origine.
Anche le foglie morte nella foto contribuiscono a rendere una atmosfera di malinconia nei confronti di questo melange su ruote fra design e meccanica!!
Di SM ne ho vista dal vivo solo una, verde, parcheggiata una decina di anni fà in una strada di Trieste; ma è bastato quell'unico contatto farmi amare questo modello.
Com'è ovvio, non posso "dimenticarmi" di visitare Targhenere per un giorno, che rischio di perdermi una superba meraviglia, ancorché non rarissima: si calcola che siano ancora parecchie le SM circolanti in Italia, molte delle quali rimesse in strada dopo anni di fermo.
Immenso atto di poetica arroganza transalpina, ancora oggi si tratta di una delle vetture - nel bene e nel male - più affascinanti e misteriose della storia. Come ogni vera Citroën, che si amasse o si odiasse, difficilmente lasciava indifferenti.
Lo sviluppo fu travagliato a dir poco: basti pensare che il progetto "S" vide la luce a fine anni '50. Lo stile fu ridefinito mille volte, passando per la morte di Bertoni (1964) al passaggio alla stella nascente Robert Opron, nonché a consulenze con Bertone e Giugiaro. Cio' che venne fuori, dopo almeno una quindicina di modelli in gesso, era qualcosa di completamente diverso da quanto visto circolare fino a quel momento, similmente a quanto successe 15 anni prima con la DS.
Anche la meccanica ebbe uno sviluppo controverso: quando nel 1968 la Citroen assunse la maggioranza della Maserati, ordinò che tutte le energie fossero convogliate nella progettazione del motore per la nuova GT, con tempo massimo di due anni. Alfieri rispose piccato che sarebbero bastati due mesi. Ce ne mise sei, quanto bastava per tagliare due cilindri dal V8 tre litri della "Indy", riuscendo nel miracolo di ottenere un vero gioiello di potenza e compattezza entro la cilindrata limite (per il fisco francese) di 2,7 litri.
In realtà, molti problemi di quel motore derivarono proprio dalla fretta con cui venne messo in produzione. L'angolo di 90 gradi fra le bancate -normale per un V8, inusitato per un V6) causava irregolarità di funzionamento e carburazione, ancora oggi è difficile incontrare due SM che "girano" allo stesso modo, posto che lo scoppiettio irregolare è oggi vanto degli amanti di questo modello. Altri problemi furono causati dalle catene di distribuzione, lunghe e facili a tranciarsi, problema ovviato negli anni con l'adozione di tendicatena idraulici.
Problematico anche il raffreddamento, non poche SM bollivano nel traffico anche a causa di una linea carenata quasi priva di sfoghi per il motore. Oggi quasi tutte le SM adottano ventole più potenti azionabili dal posto guida.
Nonostante il peso rilevante, la linea solo apparentemente aerodinamica (in realtà assorbiva parecchi cavalli), uno spazio interno risicato in relazione alle dimensioni esterne e un prezzo che, sotto la spinta degli entusiastici ordini iniziali, era stato più volte ritoccato al rialzo, la SM divenne un inaspettato best seller, una macchina con cui far sbalordire amici e parenti, che poteva vantare soluzioni stilistiche e tecniche quasi da fantascienza (solo la fanaliera anteriore, autolivellante, sterzante e con vetro di protezione antiappannante, era un capolavoro di inventiva) oltre che prestazioni superiori: basti pensare che per oltre un decennio, ovvero fino all'uscita dell'Audi 200 Turbo, sarebbe stata la trazione anteriore più veloce del mondo.
Gli esiti, sono ben noti. La crisi petrolifera, l'esasperazione dei clienti per una rete d'assistenza inadeguata a risolvere i problemi più gravi, la messa al bando dagli USA per via della limitata altezza dei paraurti, e in un anno la SM divenne, da vettura dell'assoluto, quasi qualcosa di sgradevole e da abbattere.
Possibile che, chi comprò uno degli esemplari prodotti negli ultimi due anni - la cui velocità massima sfiorava i 230 km/h grazie all'iniezione Bosch, che aveva oltretutto attenuato le irregolarità di accensione - avesse beneficiato di fortissimi sconti e di grossi sospiri di sollievo da parte dei venditori. Oggi, guidarne una, vuol dire essere gratificato dalla curiosità di ogni essere vivente nel raggio di cinque chilometri, il che bilancia al meglio i conti del benzinaio e del meccanico.
era qualcosa di completamente diverso da quanto visto circolare fino a quel momento
Che la SM sia completamente diversa da qualsiasi altra macchina mi sembra un po' esagerato: io qualche somiglianza con la DS ce la vedo. Tuttavia credo che sia molto difficile confondere una SM con un altro modello.
Beh. A parte la ruota carenata posteriore e la maniglia apriporta, la SM non ha praticamente niente della DS, così come la successiva CX. A quel tempo, ogni nuovo modello era inconfondibilmente Citroen pur essendo completamente diverso dal precedente.
A parte la ruota carenata posteriore e la maniglia apriporta, la SM non ha praticamente niente della DS
Concordo: diciamo che, in un senso più ampio, a mio avviso il family feeling è tradito dall'andamento della fiancata al di sotto della linea di cintura.
Total III: Immenso atto di poetica arroganza transalpina, ancora oggi si tratta di una delle vetture - nel bene e nel male - più affascinanti e misteriose della storia.....
I commenti che prediligo, specialmente quale tributo a vetture particolari: panoramiche coinvolgenti ed esaustive scritte con raffinatezza e "a braccio"
Ti ringrazio. Purtroppo il tempo è poco e i mezzi di fortuna, ma l'occasione valeva lo sforzo.
Fra i particolari succulenti che ho dimenticato di citare, aggiungerei senz'altro due optional dell'epoca oggi molto ricercati: lo stereo originale con antenna elettrica, che era prodotto dalla romana Autovox (oggi marchio di proprietà cinese, enorme la tristezza non foss'altro per la qualità semplicemente pietosa dell'attuale produzione) in base ad un accordo con la Casa francese che aveva commissionato anche gli apparecchi ufficiali per DS, GS e Ami, e i rarissimi e preziosi cerchi "RR" (resine renforcèe), costruiti in una robustissima resina speciale.
Molto belli da vedere (sono quelli usati nelle SM da competizione o fuoriserie) quanto costosissimi da produrre, furono poco richiesti all'epoca e restarono anch'essi legati al modello.
Oggi valgono una fortuna.
Impossibile passare inosservati.
Colore particolare.