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Packard Deluxe Eight Touring Sedan

packardalessio20150322.jpg
Anno 1950, targhe europee del 2009 (Alessio3373).

Data: 23/03/2015
Commenti: 14
Visualizzazioni: 1734
Commenti
#1 | Themarcello il 22/03/2015 10:52:58
Bella e imponente americana anni '40 dalla livrea bicolore che aiuta a snellire le dimensioni e l'altezza ragguardevole che nel decennio successivo si andra' nettamente riducendo.
In attesa di scheda tecnica porgo i miei complimenti ad Alessio.
#2 | Uno Turbo D il 22/03/2015 11:23:55
Non c'è che dire, bellissima, anche per la sua livrea, però non capisco se sia nero o amaranto....sono pure io in attesa di commento su questo modello, e so già chi lo può dare. Wink
#3 | bob91180 il 22/03/2015 11:57:19
Senza dubbio un notevole avvistamento ... sembra uscita da un film con Humphrey Bogart ...
Forse la preferisco monocolore ... qui c'e' troppo contrasto ...
#4 | Kanon X il 22/03/2015 12:12:43
In foto a prima vista mi era sembrata una hudson hornet,auto che sinceramente le preferisco .
#5 | gabford il 23/03/2015 00:37:31
Essendo un MY 49-50, non dovrebbe denominarsi Clipper, bensì Eight: nel periodo 1948-1952, infatti, la denominazione Clipper fu temporaneamente abbandonata. L'esemplare fotografato è in configurazione Touring Sedan.
#6 | gabford il 23/03/2015 00:42:04
Markino, che tempismo PfftGrin
#7 | Markino il 23/03/2015 00:48:37
Grin
Ho suggerito io la denominazione del modello a Time, ma poco fa, riguardando la foto, mi sono sorti i dubbi, e ho fatto una verifica in rete: praticamente siamo arrivati alla stessa conclusione nello stesso momento Grin
Considerata la giornata movimentata, rinvio la consueta disamina per questa pregnant elephant (elefantessa incinta).
Mi viene però subito in mente la frase di un compianto collezionista parmense di vetture italiane e americane prebelliche, classe 1934, persona di cultura ad amplissimo spettro, che, vedendo tre anni fa ad una manfestazione una Packard ancora precedente (una Six Convertible del 1939), si girò verso di me e mi disse: "eh, ma quelle non sono già più le belle Packard"...
#8 | mikitiki94 il 23/03/2015 01:13:24
Per chi non riesce ad aspettare domani per una delle solite trattazioni Markiniane (precise ed accurate, potresti raccoglierle in un libro o rivenderle a Ruoteclassiche) qui ce n'è una dedicata ad un esemplare (quasi) analogo:

http://www.targhe...o_id=20891

P.S. c'è una foto dell'anteriore?
#9 | gabford il 23/03/2015 02:25:12
elefantessa incinta

...nella vasca da bagno rovesciata (upside-down bathtub) Cool
#10 | Alessio3373 il 23/03/2015 11:36:53
Nella speranza che sia utile, vista anche la richiesta, nel pomeriggio vi proporrò la foto dell'anteriore Wink
#11 | Alessio3373 il 23/03/2015 18:03:31
Ecco il frontale come promesso:
i62.tinypic.com/a3jqkh.jpg
#12 | mikitiki94 il 23/03/2015 22:42:30
Grazie!
#13 | Markino il 24/03/2015 00:49:46
Prendo spunto da Mikitiki, che ringrazio, per una precisazione di carattere metodologico. Sin dall’inizio della mia frequentazione del sito, mi sono cimentato, devo dire con un certo gusto, nell’esercizio di commentare le vetture americane via via postate, assecondando una passione già viva ai tempi del liceo, alla quale ha sicuramente contribuito un altro dei miei filoni di interesse, il cinema. In tale ambito, anziché redigere schede tecniche in prosa delle varie vetture, o giocare ad evidenziarne eventuali incoerenze di dettaglio, come si fa spesso per le auto europee – attività che, per l'incredibile vastità della materia e la lontananza dal nostro vissuto, risulterebbe impossibile a un non addetto ai lavori senza una laboriosa opera di scandaglio di volumi e/o di siti - ho ritenuto più proficuo definire, in base alle mie conoscenze, le coordinate generali entro cui inquadrare i vari modelli, nell’intento di fissare alcuni concetti-chiave spesso poco nitidi persino presso gli appassionati di motorismo, inclini a banalizzare le auto americane come “cassoni” partoriti a getto continuo e senza criterio, nonché ad ignorare i notevoli profili tecnico-produttivo-commerciali e le implicazioni culturali di un oggetto, l‘automobile, imprescindibile nella storia americana del XX° secolo.

Veniamo all’esemplare in foto. Esso appartiene all’ultima generazione di Packard capaci di raccogliere un buon successo commerciale, seppure in un quadro oramai declinante. Tra gli anni ’20 e i primi anni ’30, il marchio Packard aveva occupato la fascia alta del mercato, insieme a numerosi altri prestigiosissimi costruttori (uno su tutti, Duesenberg). Con la contrazione delle vendite determinata dalla Grande Depressione, molti di essi furono costretti a cessare la produzione nel corso del decennio; la Packard superò questa fase negativa riposizionando gran parte della gamma nelle fasce medio-alta e media, che avrebbero garantito volumi sufficienti per la sopravvivenza dell'azienda. Questo indirizzo fu però mantenuto anche quando il clima tornò a volgere al sereno, allontanando così la clientela di riferimento più danarosa, a beneficio di marchi come Cadillac, che non aveva grossi problemi, riparata com’era sotto il possente ombrello della General Motors. I modelli Clipper del 1941-‘42 furono ripresi praticamente invariati nel dopoguerra, e quando, per la serie 1948, si rese necessario l’ammodernamento della linea, fu escogitata la soluzione di rendere le fiancate perfettamente lisce, sopprimendo le prominenze dei parafanghi che caratterizzavano ancora gran parte della produzione USA, ed ottenendo un effetto che, combinato con la rotondtà dell’insieme, faceva assumere alla vettura le sembianze di un grosso mammifero in attesa di prole. Di qui il soprannome “pregnant elephant”, elefantessa incinta, che rende bene l’idea di come il design delle nuove Packard fosse piuttosto criticato, anche se quella configurazione, in termini assai più gradevoli, si ritrova sulle Hudson Hornet, e sulle Mercury e Lincoln del '49-'51, tutte splendide automobili. La qualità costruttiva e i materiali restavano di buon livello, mentre le motorizzazioni, ora tutte a 8 cilindri, variavano tra 4,7 e 5,4 lt. a seconda delle versioni, con disponibilità anche di una trasmissione automatica. La gamma fu pure arricchita di una versione Station Wagon con elementi in legno, sul genere Woody in voga all’epoca, con un risultato estetico di grande effetto. Esaurita con la serie 1950 la potenzialità di queste piattaforme, oramai anziane, la Packard, persa la partita del lusso, e costretta a misurarsi con vetture del calibro delle Oldsmobile, delle Buick o delle Mercury senza poterne eguagliare i mezzi economici, diede vita ad una serie di nuovi modelli sempre meno attraenti che portarono in breve (1954) la gloriosa Casa di Detroit a fondersi con un'altra indipendente dalle fondamenta oramai gracili, la Studebaker, le cui vetture, con dotazioni più accurate, ma linee sempre più grottesche, ricevettero lo stemma Packard sino al 1958, esprimendo numeri sempre più esigui. Un altro glorioso marchio scompariva dalla scena, sopraffatto dall'insufficienza di risorse, e dalla logica del marketing e delle economie di scala.
#14 | gabford il 24/03/2015 01:21:34
anche se quella configurazione, in termini assai più gradevoli, si ritrova sulle Hudson Hornet e sulle Mercury e Lincoln

Appunto la configurazione a "vasca da bagno rovesciata" a cui facevo accenno, della quale fu, forse, massima espressione la Nash Airflyte, dalle ruote quasi interamente carenate (incluse quelle anteriori).
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