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Chevrolet Styleline De Luxe Sport Coupe

chevroletdeluxeprincemax20150404.jpg
Anno 1951, targhe europee del 2010 (PrinceMax).

Data: 04/04/2015
Commenti: 12
Visualizzazioni: 1636
Commenti
#1 | Themarcello il 04/04/2015 09:06:43
Caspita Max,che avvistamento!
La sto guardando da qualche minuto ma ancora non so cosa pensare,se mi piace,se la vorrei,se e' bella...
Di sicuro provoca una ipnosi per le sue forme slanciate e muscolose,antiche e moderne, la tinta sgargiante e opaca,mandando in confusione il mio concetto di Bellezza tradizionale.
Aspetto dettagli per farmi un'idea Smile
#2 | PrinceMax il 04/04/2015 10:11:43
Le condizioni del meteo e della luce (era tardo pomeriggio e si era aperto il cielo dopo un violento acquazzone) hanno contribuito alla riuscita di quella che considero una delle mie foto qualitativamente migliori, per quanto scattata col cellulare.

Caspita Max,che avvistamento!

Grazie mille Marcello! Smile
In poche parole hai riassunto perfettamente il mio stesso pensiero quando mi sono trovato davanti a questo incrociatore. Condensa in sé tutti quegli elementi che normalmente mi fanno detestare un'auto d'epoca americana, a partire dalla pacchianissima verniciatura oro opaco.
Eppure, non so perché, portava in sé un fascino unico, magnetico, che mi ha lasciato tutt'altro che indifferente. Smile
#3 | Uno Turbo D il 04/04/2015 11:25:08
Mi piace troppo questo "lingottone" a quattro ruote.Cool
#4 | Markino il 04/04/2015 11:42:09
Le condizioni del meteo e della luce [...] hanno contribuito alla riuscita di quella che considero una delle mie foto qualitativamente migliori

Sono stato ingaggiato nell'identificazione della vettura, e, fiutata subito la tipologia, ho acquisito da Max le ulteriori viste disponibili per stabilire l'anno esatto (il 1951, direi, dall'indizio delle grigliette che affiancano i fanalini anteriori). Posso quindi confermare tra i primi che si tratta di scatti di eccellente qualità, esaltati dal contesto bucolico, e da una delle condizioni meteo e cromatiche più belle e suggestive che si possano riscontrare in pianura o a ridosso dei Colli.
Quanto alla macchina in sé, dopo due anni e mezzo di aggregazione al sito, durante i quali non ho risparmiato commenti alle vetture americane costruite almeno sino alla metà degli anni '70, il rischio di ripetersi è alto, e me ne scuso, ma non posso trattenere il mio profondo disappunto di fronte a questo genere di trasformazioni, prive di supporto filologico in Italia, dove, negli anni '50 e '60, le auto USA circolavano in discreto numero (soprattutto nelle grandi città, Roma e Milano in testa per motivi fin troppo ovvi), ma sempre nelle mani di personaggi facoltosi, ai quali non sarebbe mai venuto in mente di trasformare una Chevrolet, una Buick o una Mercury in una street machine. Vero è che, nello stesso periodo, questa moda aveva messo solide radici in patria, specie nell'immensa provincia nei cui rettilinei si potevano misurare le doti velocistiche dei bolidi confezionati nel garage di casa o nell'officina dell'amico (American Graffiti e Two-Lane Blacktop ce ne danno uno straordinario esempio), e che le muscle cars nacquero proprio per riportare nell'alveo delle Big Three i ragazzi che desideravano una vettura con prestazioni brucianti e vestita su misura, e allo stesso tempo economica, ma si tratta appunto di una cultura assai lontana dalla nostra, e pretendere di trapiantarla qui importando (o trasformando in Italia) manipoli di auto di tal sorta, come sta purtroppo accadendo, è un'operazione culturalmente ridicola, almeno per chi sia in grado di cogliere e sistematizzare questo genere di coerenze.
Per rimanere agli aspetti culturali, proprio ciò che viene rimosso in queste vetture ne costituisce l'essenza e uno degli elementi di maggiore attrattività. Mi riferisco ovviamente ad un apparato ornamentale che traduce in metallo scintillante la propensione americana per l'effetto sbalorditivo, i segni ridondanti, la volontà di stupire ed ammaliare (con il fine ultimo di catturare il consumatore), forse residuo inconsapevole dell'horror vacui che nel 1620 colse i Pilgrim Fathers sbarcati sulle coste dell'est, e poi i loro eredi intenti via via a colonizzare terre tanto ignote quanto sterminate (andate alla ricerca dell'appassionante saggio di Francesco Dragosei sull'immaginario americano, "Lo squalo e il grattacielo", ed. Il Mulino, 2002). Quegli stessi ornamenti - nonché le forme sottostanti - sono inoltre il simbolo dell'epoca di quest'auto, quella in cui gli Stati Uniti, tramite l'industria e il cinema, esibivano la potenza del paese che aveva vinto la guerra grazie al suo immenso apparato produttivo, erogato crediti ai paesi sconfitti, o vincitori, ma prostrati, affinché si risollevassero, e che, ancora per anni, era il primo produttore mondiale di petrolio.
Per chiudere, uno sguardo più puntuale alla vettura. Inutile dissertare sul modello, totalmente snaturato. La verniciatura arancio/oro metallizzato si riscontra oramai con frequenza (trovate già pubblicata una Ford del '51, conciata allo stesso modo, con un mio ampio reportage in calce). Oltre all'asportazione degli elementi decorativi, si è proceduto, tra l'altro, ad abbassare il padiglione, inclinarne l'andamento posteriore, verniciare la griglia anteriore in tinta con la carrozzeria, arricchendola con listelli cromati ad effetto "dentatura", rimodulare l'alloggiamento delle luci nelle pinne, e sostituire il propulsore originario nell'ordine dei 4 lt. con un 5,7 lt. che sa tanto di Camaro o Corvette.
In sintesi: belle foto, brutta macchina.
#5 | Themarcello il 04/04/2015 11:59:09
Senza Marco saremmo solo macchine claps
#6 | bob91180 il 04/04/2015 13:28:56
Grossa saponetta dal frontale inquietante ...
#7 | gabford il 04/04/2015 15:33:50
Complimenti a Max per la foto (ironizzando sul nome della località di avvistamento, che riconosco, si potrebbe dire che per la luce ci sia stato un provvidenziale intervento dall'alto Cool) e a Markino, oltre che per la consueta e incomparabile capacità espositiva, per aver riconosciuto il modello sotto la coltre di modifiche apportate...
Personalmente non sono convintissimo che si tratti di un MY 1951, al di là del dettaglio delle grigliette e dei fanalini, che effettivamente è coerente con quell'anno, in cui però non mi pare che la De Luxe fosse declinata in una coupè a tre volumi (mi pare ci fosse solo una versione fastback denominata Fleetline De Luxe 2-door sedan, il cui finestrino posteriore laterale, tra l'altro, aveva forma trapezoidale). Propenderei più per un MY '52, più precisamente per una Styleline De Luxe Sport Coupe, che sarebbe coerente sia per l'andamento laterale del padiglione (al netto dell'abbassamento), sia per la linea della parte posteriore, sia per il disegno della griglia anteriore già citata dubbio.
Questioni di lana caprina, comunque: resta il fatto che la vettura è stata snaturata Frown
#8 | gabford il 04/04/2015 15:51:35
Dopo consultazione delle brochure dell'epoca, mi correggo subito autoflagellandomi: la Styleline De Luxe Sport Coupe, cioè il modello fotografato da PrinceMax, era effettivamente disponibile anche con il MY 1951.
Rimane solo il dubbio, a mio avviso, sull'anno di riferimento.
#9 | Astrale il 04/04/2015 16:05:43
Marco, uomo di poche parole
Pfft
#10 | hot VWs il 04/04/2015 17:33:13
Questa è abbastanza famosa nell' custom Italiano, appartiene ad un membro di un noto club italiano di hot rod e custom car....
#11 | Total III il 04/04/2015 17:42:29
L'intero intervento di Marco andrebbe trascritto in lettere d'oro e rilegato con robusta brossura, quindi distribuito come appendice della bibbia...
#12 | deltago92 il 04/04/2015 19:33:34
Marcopedia Smileclaps
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