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Cadillac Fleetwood Sixty Special Sedan

cadillacgabford20150622.jpg
Anno n.c., targhe ZA (gabford).

Data: 22/06/2015
Commenti: 8
Visualizzazioni: 1516
Commenti
#1 | Uno Turbo D il 22/06/2015 17:37:21
Un pò meno "pinnuta" dell'americana di ieri, ma sempre bella, nonostante la tinta un pò troppo seriosa per i miei gusti: in che anno si può collocare questa americana?
#2 | Markino il 22/06/2015 17:41:42
MY 1958 Wink
Appena riesco, un po' di storia Grin
#3 | peppecantarella il 22/06/2015 20:54:02
Rispetto a quella di ieri, questa mi sembra più invasiva, come effetto estetico complessivo
#4 | gabford il 23/06/2015 04:32:23
Trovata presso un ristorante in compagnia della Oldsmobile già pubblicata.
Per singolare coincidenza, la località dell'avvistamento (nota solo localmente perchè non riportata nelle cartografie) richiama echi a stelle e strisce, come a volte succede in Italia in certe zone che venivano colonizzate a seguito di bonifiche o aperture di miniere, e che venivano battezzate con nuovi toponimi che ricordavano in qualche modo il mondo della "corsa all'oro", nell'illusione di fondare un nostrano Klondike.
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#5 | Markino il 26/06/2015 01:34:41
Probabilmente in nessun altro decennio come negli anni '50 il marchio Cadillac ha rappresentato con tanta supremazia il ruolo di vettura di lusso, e, in generale, di vessillo dell'american dream, peraltro sfacciatamente esibito già nei modelli '48/'49 con l'ampia griglia anteriore cromata soprannominata "il sorriso del dollaro" (dollar smile), mantenuta, con le consuete variazioni annue, sino al 1953. La quantità di esemplari costruiti nel periodo in esame è strabiliante, considerata la fascia merceologica, ed anche tenendo conto dello scarso fastidio che poche altre marche potevano procurare (Chrysler, Lincoln, con la Packard oramai fuori dai giochi). Normali almeno 100mila esemplari annui, all'incirca pari, per fare un raffronto con l'incipiente motorizzazione del nostro Paese, alle vendite complessive della FIAT 600 nel 1955; qualcosa meno nel 1953, per una certa carenza di materie prime dovuta alle priorità dell'industria bellica in occasione della guerra di Corea. La Serie 62, da sola, esprimeva circa la metà del consuntivo; seguivano gli altri modelli, come la Serie 75 per gli allestimenti Limousine e speciali (comprese le vetture per servizi funebri), e la stessa 60 Special, a passo lungo. Sino a buona parte del decennio, la qualità costruttiva si mantenne ad un livello eccellente, per poi scendere negli ultimi anni, soprattutto con il MY 1959, come già accennato in altra sede.
La serie 1958, qui ritratta, segna l'apice nel volume della carrozzeria, come per le altre Divisioni GM, dal momento che i modelli '59, sebbene ancora più lunghi e ridondanti nelle forme, avrebbero beneficiato di nuove piattaforme ribassate e corpi vettura più esili; inedita anche la soluzione del frontale con doppi fari, che rispondevano a nuovi requisiti federali in tema di illuminazione notturna. A fronte delle dimensioni, lo spazio a bordo non è particolarmente ampio, sacrificato com'è da imbottiture e plancia, e soprattutto dallo spessore delle lamiere.
Pur apprezzandola, è troppo lussuosa per i miei gusti, e dovendo pescare nello stesso anno, sarei già soddisfatto di una più "modesta" Chevrolet Bel Air, peraltro palesemente ispirata alla stessa Cadillac, specie nel frontale.
#6 | gabford il 26/06/2015 18:59:10
vessillo dell'american dream, peraltro sfacciatamente esibito già nei modelli '48/'49 con l'ampia griglia anteriore cromata soprannominata "il sorriso del dollaro" (dollar smile)

Magistrale questa definizione. Pensavo però che fosse riferita alla griglia con il "sorriso a 32 denti" (in verità, 25) delle coeve Buick, anche se il concetto non cambia poi molto... dubbio.
#7 | Markino il 27/06/2015 22:06:01
Gabford@ Ho verificato sul magnifico volume che, parecchi anni fa, ha costituito il mio primo approccio strutturato all'universo delle auto d'epoca USA, "Automobili americane degli anni '50" (R. Langworth, C. Poole, edizione italiana curata da un cultore come Antonello Jelitro): nella scheda relativa alle Cadillac del 1950-'52 viene appunto menzionato il soprannome "sorriso del dollaro", riferito proprio alla griglia cromata dei modelli 1948 e successivi.
L'espressione "sfacciatamente esibita" è invece una mia rielaborazione "ortodossa" di un particolare passaggio della piacevole conversazione intrattenuta l'anno scorso con un collezionista emiliano, proprietario di ben quattro Cadillac di fine anni '40, tra le quali una strepitosa "Sedanet" del 1948 esposta in quell'occasione al Castello del Valentino di Torino. Disquisendo proprio del "dollar smile", per mostrarmi come a suo giudizio si potesse efficacemente tradurre questo magistrale ghigno, assunse un'espressione simile al nostro emoticon "grin" (non a caso), accompagnata dalla stringata quanto eloquente espressione: "fottiti" ! GrinGrin
#8 | gabford il 27/06/2015 23:50:23
Grazie Marco per la precisazione.
Million dollar smile è in effetti un'espressione idiomatica che nel mondo anglosassone equivale al nostro "sorriso a trentadue denti", appunto, e di conseguenza utilizzato in vari contesti.
Sembrerebbe che, nel corso del tempo, nella cultura popolare automobilistica, il soprannome sia stato in qualche modo associato ai vari modelli del gruppo GM di quel periodo (d'altra parte erano tutti caratterizzati da un'ampia griglia coronata dai due fari circolari e dal cofano a cupola), e in particolare alle Buick, la cui griglia richiama in effetti maggiormente l'immagine di una dentatura (almeno per come la percepisco io Grin). Un piccolo contributo riassuntivo, in tal senso, si può trovare su Curbside Classic* (
http://www.curbsi...mily-face/
): in particolare, a proposito del family feeling dei modelli GM dell'epoca, mi ha fatto sorridere il punto in cui si dice che nel muso di un'umile Chevrolet si può cogliere l'aspirazione di trasformarsi un giorno in una Cadillac Smile

*lo segnalo come un interessante sito che definirei un "TargheNere all'americana", sia per lo spirito sia per la qualità dei contenuti Smile.
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