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Ferrari Dino 246 GT

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Anno n.c., targhe bianche del 1989 (Super207).

Data: 26/12/2015
Commenti: 7
Visualizzazioni: 1366
Commenti
#1 | bob91180 il 26/12/2015 11:17:11
Mitica berlinetta filante e sinuosa in tipica livrea giallo modena ... linea scultorea ispirata alle s/p dell'epoca ... motorizzazione V6 che sfiora i 200cv ... se priva di a.c. e' invivibile nella stagione calda ...
#2 | Biturbo83 il 26/12/2015 12:01:06
Non vorrei dire fesserie, ma per un lungo periodo è stata snobbata, mentre ora ha quotazioni importanti.
Il mio ricordo va ad un modello nero, finito nelle mani di un negoziante della mia zona a cavallo tra gli anni 70 e primi 80, che mi faceva sempre girare la testaShock
#3 | screanzato il 26/12/2015 14:54:41
Anche negli anni 70 veniva snobbata ,per via del marchio Dino al posto della targhetta Ferrari,riservato solo alle vetture motorizzate con frazionamento a partire dagli 8 cilindri
#4 | Uno Turbo D il 26/12/2015 15:03:10
Estremamente affascinante. Mi piace pensare che la ritargatura dell'89 sia legata a qualche acquisto a prezzo conveniente da parte di una persona che ancora oggi la possiede: se fosse stato così, ci aveva visto giusto.
#5 | Transaxle73 il 26/12/2015 16:50:42
Ai miei occhi è sempre stata una delle Ferrari più belle di sempre. Me ne innamorai quando lessi, nella seconda metà degli anni '80, un favoloso articolo sul mensile AUTO, dove si parlava di una 246 blu metallizzato appartenuta al grande tenore Mario Del Monaco.
#6 | peppecantarella il 27/12/2015 08:11:56
Se cerchiamo nei volumi di questa splendida berlinetta, un qualsiasi spigolo vivo, non lo troviamo. Solamente morbide curve, sinuosità. La fiancata presenta due onde, manca solo la spuma e sembra di essere al mare ... Il lunotto posteriore è un capolavoro, disegnato con il compasso. Anche sul piano verticale, messo bene in evidenza da questa bella fotografia, la convessità dello sportello in uno con la fiancata, è qualcosa di sublime. Il raccordo del padiglione con la coda ...
#7 | Markino il 30/12/2015 10:41:09
Sposo le osservazioni di Peppe: da qualunque angolo la si ammiri, questa vettura è un saggio di industrial design elevato ad arte contemporanea. Il giro del lunotto che lambisce i montanti è una finezza unica, e i dettagli o le prospettive che lasciano ammutoliti si sprecano. Nel 2014, ad Autoclassica era esposto un esemplare rifinito in un eccentrico verde salvia, piuttosto noto: non riuscivo più a staccarmi da lì...
Chi l'ha acquistata in anni anche relativamente recenti ha visto moltiplicarsi almeno per 3 il capitale impegnato senza aver fatto null'altro che conservare il proprio esemplare. Stranamente, in Italia ne circola ancora un discreto numero, nonostante la furia di monetizzare che ha colto molti proprietari di vetture nostrane pregiate.
Non è affatto la prima che Marcello cattura nella sua terra...
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