Ne ebbe una identica sia per versione colore ed anno anche mio nonno. Non ebbe molta fortuna,tanto che rimpianse sempre la precedente Fulvia che peraltro vedeva circolare ancora col nuovo propietario..ci rimaneva male,vedendo la Fulvia ancora perfettamente funzionante ed invece la sua Trevi sempre in officina. Forse era stato un esemplare sfortunato peraltro dei primi o forse i problemi erano dovuti anche a prolungati periodi di inattivitá. Nonostante tutto ai miei occhi rimane un'auto molto interessante.
Ok i costi di produzione e compagnia bella, ma bastava davvero solo riprogettare la porta posteriore per renderla una vettura gradevole. Un'occasione mancata.
Ottimo esemplare di un modello che all'epoca, stretto nella morsa delle best-seller Alfa Romeo "Giulietta" e "Alfetta", e FIAT "132", poi "Argenta" - al di là delle ovvie differenze in termini di fascia di clientela - non riuscì ad ottenere una completa affermazione, probabilmente anche per la derivazione tardiva da un'auto oramai sul mercato da diversi anni come la "Beta", seppur fresca di aggiornamento. La plancia in stile aeronautico creò sconcerto in molti, dato il contrasto con la linea classica ed elegante; non del tutto convincente il montante posteriore, piuttosto pesante, e forse migliorabile il disegno della coda, la cui aggiunta ad un'auto nata a due volumi rappresenta sempre un esercizio difficile.
Un ciclo di vita di quattro anni scarsi, articolato in due serie, testimonia l'insufficiente presa sul mercato della "Trevi", che, in generale, non ha lasciato troppi rimpianti; spazzata via dalla "Thema", decisamente tutt'altra macchina, è stata dimenticata piuttosto rapidamente, e gli esemplari sopravvissuti sono oggi pochissimi, senza che vi sia peraltro la corsa a metterne qualcuno in garage a futura memoria, destino comune a gran parte delle auto di grande serie degli anni '80, ancorché intrinsecamente valide.
Quasi tutte le Lancia mi piacciono molto, devo però fare una eccezione con la Trevi, non mi ha mai convinto dal punto di vista estetico; la guardo con un po' di curiosità ma non la comprerei mai.
In effetti la trivolumizzazione di una classica 2 volumi a volte ha dato risultati discutibili (si veda la Opel Corsa 1 serie).
Gia' con la successiva Prisma si ottenne un notevole miglioramento estetico e I risultati a livelli di volumi di vendite furono ben soddisfacenti
Tuttavia da adolescente il cruscotto a gruviera ,cosi come lo chiamavo,mi piaceva tantissimo
Quella che vediamo qui sembra in ottime condizioni
Non bella perché piena di contrasti, ma degna di nota.
Questa poi va preservata.
Il risultato della Talbot da 1510 a Solara e stato un esempio di trasformazione ben riuscita.
A me, in verità, non è mai dispiaciuta e l'ho sempre considerata un po' incompresa. Esteticamente tendo ad associarla a modelli ben più fortunati, come la Mercedes W123.
Da ragazzino ho avuto modo di salire diverse volte su un esemplare di proprietà di un compaesano e di apprezzarne le qualità, a partire da quella plancia che ogni volta mi lasciava stupito. Certo, il contrasto di stile tra interni e carrozzeria non era adatto alla clientela più tradizionalista...
Effettivamente non è bella. La linea, specie nel posteriore(che evidenzia il terzo volume aggiunto alla Beta III, ergo la sua strettissima derivazione), non è affatto aggraziata, ma col tempo e la rarità sto cominciando a rivalutarla, specie nella versione Volumex.
Molto ben conservata questo esemplare con motorizzazione di accesso.
Complimenti al proprietario per averla fatta arrivare così dopo 35 anni.
Anche se da un punto di vista formale quel che dico non è corretto; ho sempre considerato la Prisma come erede della Trevi, più della Thema.
In ogni caso non la considero molto più di un tappabuchi di transizione.
(foto "dariomontrone" )