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Alfa Romeo 2000 GTV

alfaromeo2000gtvprincemax20200403.jpg
Anno 1972, targhe bianche del 1988 rifatte nere (PrinceMax).

Data: 03/04/2020
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Commenti
#1 | Transaxle73 il 03/04/2020 10:24:44
Cambio provincia effettuato nel 1988, quindi probabilmente acquistata ai minimi storici. Più o meno come la verde pino del mio conoscente che ho postato qualche anno fa su TN e portata a casa nei primi anni '90 per meno di 5 milioni di Lire.
#2 | bob91180 il 03/04/2020 11:39:38
Mah , io non ne ho mai trovate a buon mercato , infatti non sono mai riuscito a comperarmene una ...
#3 | bayerische il 03/04/2020 14:43:09
Beh effettivamente negli anni 80 non le voleva proprio nessuno, erano auto vecchie e di pessima immagine e la formula coupe' era scomparsa anche dai listini del nuovo.Si trovavano in condizioni medie a cifre inferiori al milione di lire,gli unici che mantenevano un minimo di mercato erano gli esemplari perfetti.Attualmente sta succedendo lo stesso con le Gtv degli anni 90 quindi affrettiamoci.
#4 | aureliab20 il 03/04/2020 15:20:41
E' proprio vero quello che scrive bayerische; personalmente ho acquistato tra il 1989 e il 1992 n. 10 Giulia tra gt, 1300ti, 2000 etc. Non le voleva nessuno, in alcuni casi me le hanno regalate (effettuando solo il trapasso a mie spese), in altri casi le pagavo Lire 200.000 con addirittura le plastiche ai pannelli delle porte, chiaramente tutte con libretto a paginette e targhe di prima immatricolazione. Erano viste come le macchine da "rapina" e da "terrone" (senza offesa). Ora si sono rivalutate e non poco negli ultimi 10 anni. Anche se custodite in box avevano grossi problemi di carrozzeria in quanto era facile che marcivano nei sottoporta, alla base del parabrezza e dietro ai passaruota posteriori in quanto in quel periodo poche case costruttrici effettuavano la elettroforesi.
#5 | Alfa33 il 03/04/2020 16:49:58
Nel 1983, quando presentarono la 33 nei concessionari, un venditore propose a mio papà un Gt, non ricorda il modello esatto, poteva essere uno scalino, ad una cifra simbolica, sostanzialmente offerta libera più il passaggio di proprietà; lasciò perdere, peccato.
Di storie simili se ne sentono molte, col senno di poi quante occasioni perse, ma spesso le priorità del momento sono altre o manca un po' di sana incoscienza.
#6 | 1600 GT il 03/04/2020 18:13:06
Nel 1995 ci stava capitando anche a noi un'occasione simile con un'Alfetta GTV 2.0 rossa del 1976 che avrebbe potuto essere nostra con soli 5,6 milioni di lire. Mio padre rinunciò e io ci rimasi male perchè io già all'epoca andavo pazzo per auto che sarebbero diventate poco più tardi delle storiche, peccato perchè ora ha quotazioni altissime e sempre in salita.
#7 | bob91180 il 03/04/2020 21:04:17
Be' in Lombardia di Alfa ce n'erano tante ...
Nel '96/'97 riuscii a catturare la 1750gtv II , discreta , per 5,5 milioni di £ ...
#8 | Marco27 il 03/04/2020 23:15:14
Scusate ,non può essere un semplice cambio di residenza del proprietario, all'epoca?
#9 | aureliab20 il 04/04/2020 09:41:08
Potrebbe essere, però ai tempi chi voleva tenersi le targhe originali ed i relativi documenti (librettino a paginettte o il classico foglio) bastava che faceva il trapasso solo sul libretto e non sul foglio complementare; così facendo ho salvato parecchie targhe dagli anni 30' agli anni 70'.
#10 | ARGiuliasuper il 04/04/2020 17:46:53
Erano viste come le macchine da "rapina" e da "terrone" (senza offesa)

In quegli anni, anche a Roma e nel meridione le Giulia erano viste come macchine "coatte" o comunque preferite dalla delinquenza e da una clientela meno raffinata. Alla fine degli anni '70 e per tutti gli anni '80 guidare un'Alfa Romeo aumentava molto la probabilità di essere fermati dalle forze dell'ordine per i normali controlli di sicurezza. Siccome posso garantire che anche al Sud ci sono persone raffinate e poco assimilabili a rapine ed altri atti disdicevoli, a poco a poco le Alfa Romeo Giulia ed Alfetta furono penalizzate da queste pregiudiziali. Nel 1979, quando un vecchio zio venne a mancare, la sua Giulia 1300 TI bianca del 1969 venne offerta gratuitamente a mio padre, "terrone" ma poco incline alle rapine, che la rifiutò preferendo acquistare una più anonima Talbot Horizon GLS 1.3, modello ben accessoriato, dalla ottima ripresa e sicuramente più signorile. Col senno di poi, considerando che qualche anno fa ho comprato una Giulia del 1971, è stata una scelta sbagliata, ma già all'epoca compresi le ragioni di mio padre anche se io ne soffrii molto perché, sin da allora, adoravo le Alfa Romeo e la Giulia in particolare.
#11 | polar il 05/04/2020 10:31:06
Molto interessante questo aneddoto, anche se ha come retroscena episodi di criminalità e fatti di sangue. Da diversi anni a questa parte credo che sia del tutto scomparsa l'idea seppur pregiudizievole di poter identificare un malvivente con la macchina che guida, anche nel repertorio cinematografico di genere mi pare che questo sia confermato, spesso il grosso suv della persona "arrivata" e "per bene" è lo stesso scelto per il criminale ..
#12 | ARGiuliasuper il 05/04/2020 14:01:05
Alla fine dei '70 e fino agli anni 80 le auto avevano ancora una identità propria e riflettevano anche la personalità del proprietario. Senza generalizzare, chi comprava Lancia, aveva un diverso atteggiamento verso la vita e valutava diversi parametri per l’acquisizione di beni da chi comprava Alfa Romeo, che era ancora diverso da chi acquistava Fiat. Era un tempo che la gran parte di chi comprava Lancia passava al modello nuovo, dicendo che era peggio del precedente. Oggi le auto sono tutte abbastanza simili, con molta meno personalità, ed è difficile associare una tipologia di auto ad una specifica personalità. Anche i SUV, generalmente utilizzati dalla malavita (che come l'essere un "terrone" non è più una specializzazione del meridione), sono utilizzate da diverse classi sociali e diverse anime dell'italiano medio. Anche io ho un SUV (in realtà è un Cross Over) ma non ho inclinazioni verso la malavita (ma sono “terrone”).
Nel caso specifico, mio padre aveva già posseduto una Giulia 1300 TI all'inizio degli anni '70 quando ancora era un'auto da famiglia con "cuore sportivo" non ancora resa volgare dalla disponibilità sul mercato dell'usato che la aveva resa accessibile a soggetti che le truccavano e ne appesantivano la linea già aggressiva e certa cinematografia di genere drammatico che la associava alla delinquenza o alla contrapposizione della stessa.
#13 | S4 il 05/04/2020 19:06:37
In quegli anni, anche a Roma e nel meridione le Giulia erano viste come macchine "coatte" o comunque preferite dalla delinquenza e da una clientela meno raffinata.

Stessa cosa anche a Milano, quartieri come Bovisa, Affori, Comasina (per citarne alcuni) venivano contraddistinti da personaggi di bassa estrazione sociale dediti ad attività illecite e motorizzati quasi esclusivamente da Alfa Romeo.
Premetto che le mie origini sono sabaudopugliesi pur essendo nato e cresciuto in una grande città del nord, mio papà vinse un concorso per un posto da perito meccanico in una grande fabbrica, di conseguenza certa terminologia non mi è nuova. Pfft
Tra noi ragazzini degli anni 70-80, l'Alfa Romeo veniva associata al macellaio, al terrone o al meridions di periferia, infine ai banditi.
Certamente il Marchio si è preso la sua bella e giusta rivincita sul passato un po' fosco, le quotazioni lo dimostrano, e certa terminologia credo la rammentino solo persone che hanno superato il mezzo secolo di vita... nghenghe
#14 | Transaxle73 il 05/04/2020 19:56:01
Anche mia moglie quando la portai per la prima volta a vedere l'Alfetta, parliamo del 2013, tentò invano di dirottarmi sulla bianca Jaguar XJ 4.2 parcheggiata a fianco. Testualmente mi disse..."ma proprio quella macchina di zaurdi ti devi comprare?"
#15 | Markino il 05/04/2020 21:06:59
Contesto che ricordo bene anch'io, negli anni '80 e '90, quando a possedere una discreta quota di Alfa Romeo del decennio precedente erano soggetti che non ispiravano troppo affidamento, secondo il senso comune. Le prestazioni elevate e, in generale, la notevole godibilità su strada, erano senz'altro potenti fattori d'attrazione, unite alla possibilità di accaparrarsi queste macchine per cifre modeste in rapporto ai contenuti, circostanza imputabile anche al gran numero di esemplari costruiti, pure di modelli con carrozzeria sportiva come le "GT".
E' peraltro vero, tuttavia, che non erano certo i soli a guidarle: se quelle persone possono aver determinato l'equivalenza nell'immaginario collettivo Alfa Romeo non più in produzione-sottobosco sociale, la gran parte degli esemplari con alcuni anni di vita (anche più di 10) erano ancora nelle mani di soggetti del tutto rassicuranti; ad acquistarle nuove o seminuove erano stati professionisti, imprenditori, dirigenti e funzionari aziendali, impiegati pubblici e privati, appartenenti alle forze dell'ordine, fino alle fasce meglio retribuite della classe operaia. Categorie sociali alle quali oggi, con una serenità di giudizio dovuta al trascorrere del tempo, le nobili Alfa Romeo devono essere correttamente associate, leggendo il resto come una "devianza" che non costituisce regola.
In genere, quando osservo un' "Alfetta", più che pensare alla macchina da "zarro", rivedo quella blu olandese del nostro medico di famiglia tra anni '70 e '80, persona carismatica di grande professionalità e umanità, mentre - con il suo braccio che mi saluta dal finestrino aperto - supera di slancio una "600" sul viale di fronte all'Ospedale Scassi di Sampierdarena, in un pomeriggio assolato verso la fine degli anni '70.
#16 | time101cv il 05/04/2020 21:42:33
macchina di zaurdi

Tipica espressione valdostana Pfft
In questi giorni di clausura, isolamento e lontananza dalle persone care, anche solo leggere un'espressione tratta dal dialetto siciliano ( e immagino anche calabrese) mi ha un pò scaldato il cuore.Smile
#17 | Transaxle73 il 05/04/2020 23:03:44
La mia consorte è sicula, in cosentino l'equivalente è "na machina i zàllari".... Wink
#18 | lancista il 06/04/2020 01:33:51
ho controllato tra i vecchi numeri di Autocapital e Ruoteclassiche (molti piu annunci nel primo, allora bibbia degli appassionati del mercato storiche) e i gt2000 erano quotati tra i 4 e 13 milioni, la cosa bella è che allora queste quotazioni erano veritiere, cioè gli annunci avevano quei prezzi, GT2000 definito da vetrina quindi attorno a 13. Stesse quotazioni del gt1750 che poi invece ha preso il volo. gt junior a 3/4/5 mln al max, identico alle Fulvia coupè 1,2/1,3 mentre le 1600HF erano pari gt2000, cioè belle sui 13/15 e i fanalone sui 30/40 mln.
#19 | blackboxes66 il 06/04/2020 09:50:15
A fine anni 70/inizio 80, oltre alle Giulia i frequentatori di "certi bar" di periferia non disdegnavano le BMW (02 soprattutto, ma anche le "grosse" E3/E9), sia pure in misura inferiore a causa della minore diffusione, e nemmeno la Fulvia Coupé era indenne dalle loro attenzioni, tutte auto acquistabili per pochi soldi.
In quel periodo, davanti a questi locali era un proliferare di questi modelli, in seguito le BMW E21 ed E12 hanno affiancato le Alfetta. Circolare con una BMW, specie se con qualche anno di vita, comportava parimenti una buona probablità di essere fermati ai posti di blocco.
#20 | polar il 06/04/2020 10:30:08
E' peraltro vero, tuttavia, che non erano certo i soli a guidarle: se quelle persone possono aver determinato l'equivalenza nell'immaginario collettivo Alfa Romeo non più in produzione-sottobosco sociale, la gran parte degli esemplari con alcuni anni di vita (anche più di 10) erano ancora nelle mani di soggetti del tutto rassicuranti; ad acquistarle nuove o seminuove erano stati professionisti, imprenditori, dirigenti e funzionari aziendali, impiegati pubblici e privati

Infatti, a conferma di ciò potrei citare la mia personale e dunque trascurabile casistica: due zii, uno giornalista de "Il tempo" di Roma con Alfetta I serie, l'altro avvocato con ben due Giulietta (rubate entrambe), più altro parente avvocato con Giulia n.s. (rimasto alfista fino alla 145), a cui fa da contraltare il proprietario del malfamato bar sotto casa dedito alle corse di cavalli e altri affari loschi con Alfetta e successive alfa romeo...
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