Stupefacente, simbolo di un'America in pieno "boom" economico.
Il colore dovrebbe essere il niagara green; penso che, vista la molura cromata lungo la fiancata, sia in allestimento DeLuxe.
Dovrebbe trattarsi di un m.y. 1950 vista la griglia anteriore comune all'intera produzione e non solo alle roadmaster.
Non sapevo ti piacessero le americane, Stefano, per di più così datate
Dici bene: il MY è proprio il 1950, l'unico con una griglia anteriore così "debordante", prerogativa di tutte le Buick di quell'anno. D'altronde, le vetture statunitensi di questi decenni lontani consistono in genere in una sterminata variazione su un unico "tema", il che porta, appunto, a identificarle semplicemente con l'anno o "MY" (la "Ford" del '50, la "Chevrolet" del '55, la "Buick" del '56, la "Chrysler" del '57, la "Cadillac" del '59), nell'ambito del quale si articola poi un gran numero di varianti di carrozzerie - il cui "ventaglio" fu ampliato proprio dalla Buick con le prime spettacolari "Hardtop Coupe" del 1949 - versioni e allestimenti, semplificati, intermedi o lussuosi.
"Roadmaster" - padrona della strada, nome straordinario per un'automobile - non è quindi un modello Buick a sé stante, bensì la serie apicale della gamma, la più consona ad un marchio identificato sin dagli anni '20 come destinato a "chi vuole sfondare" (tipicamente, professionisti, titolari e dirigenti d'azienda e funzionari), e che spesso, nel dopoguerra, sarà appena "inferiore" alla Cadillac.
A parte la diversa conformazione dei decori, profusi in maggior quantità (la fiancata, ad esempio, reca una possente modanatura cromata che digrada con fierezza verso la base del passaruota posteriore), il modo più semplice per identificarla è la "conta" dei ventiport sul bordo del cofano (in seguito, sul parafango): tre nelle versioni meno "ricche", "Special" e "Super", quattro nella raffinata "Roadmaster". Queste cavità avrebbero potuto addirittura ospitare piccole luci, la cui accensione creava un notevole effetto scenico, ma la proposta, che pure lasciò la dirigenza Buick a bocca aperta, non ebbe poi seguito.
Vetture eccezionalmente solide e concrete, le Buick di quest'epoca, capaci però di fare anche "tendenza" per la loro qualità e la sensazione di opulenza che trasmettevano, nonché per le numerose innovazioni stilistiche e meccaniche introdotte; tra queste ultime, la trasmissione automatica "Dynaflow", all'epoca ancora un lusso, che equipaggia il favoloso esemplare in foto, con moderna carrozzeria 4-door Sedan a tre volumi (le "Sedanet" con coda spiovente erano oramai in irreversibile declino, e a breve sarebbero scomparse dal mercato) e allestimento "Special" d'accesso.
Esplorate le vecchie fotografie o cartoline delle grandi città italiane dei primi anni '50, e qualche straordinaria Buick con targa quadrata spunterà senz'altro fuori, magari parcheggiata in Piazza Scala - già verificato - o mentre incede davanti alla scalinata di Trinità dei Monti.
le vetture statunitensi di questi decenni lontani consistono in genere in una sterminata variazione su un unico "tema", il che porta, appunto, a identificarle semplicemente con l'anno o "MY" (la "Ford" del '50, la "Chevrolet" del '55, la "Buick" del '56, la "Chrysler" del '57, la "Cadillac" del '59)
OT Questa frase ha scoperchiato un angolo recondito della mia memoria, quando anni e anni fa con i miei fratelli ironizzavamo sul vezzo che avevano i personaggi di certi telefilm americani (i Chips in primis, ma in buona compagnia) di identificare le vetture proprio in questo modo (marchio e anno) con certezza assoluta, cosa improponibile in Italia, vuoi per la genericità del riferimento (una Fiat del '75 potrebbe essere una 500 come anche una 130), vuoi per la estrema difficoltà nel datare a prima vista un modello. Ma a questo punto mi chiedo se fosse davvero solo una baggianata da telefilm o un qualcosa di più verosimile...
Ma a questo punto mi chiedo se fosse davvero solo una baggianata da telefilm o un qualcosa di più verosimile...
Non lo è affatto, era proprio questa la modalità di identificazione più "spiccia" e più comune, anche presso le forze dell'ordine.
Il cinema ne fornisce una miriade di esempi, rimasti probabilmente nella memoria di molti.
Non è forse una "Dodge 1974" la vettura dei Blues Brothers in ex livrea Polizia bianco-nera inseguita da un branco di pattuglie ? E non è una "Buick 1956 verde bicolore" l'auto alla cui guida si butta Goldie Hawn, tallonata da un giovane poliziotto, che avrà di lì a breve un ruolo chiave, nel bellissimo "Sugarland Express" di Steven Spielberg (1974) ? E, ancora, nel geniale "Non è un paese per vecchi" dei fratelli Coen, non è di fronte a una "Ford del '77" oramai ridotta ad uno scheletro carbonizzato che si interroga disilluso lo sceriffo impersonato da Tommy Lee Jones ? E si potrebbe continuare a lungo.
Anche nella letteratura o nella musica non mancano gli esempi. Il celebre "Sulla strada" di Jack Kerouac contiene diversi rimandi di quel genere a vetture degli anni '40 e '50, e molti ricorderanno la citazione dello stesso Kerouac fatta da Francesco Guccini in un famoso concerto con i Nomadi a proposito della "vecchia Pontiac del '55 del babbo di Dean", che lui poi, suscitando l'ilarità generale, volge in italiano nella "vecchia 1100 del babbo di Giuseppe"
Chi ha visto lo spassosissimo "Mio cugino Vincenzo" non può non ricordare come le differenze tecniche "sottopelle" tra due vetture pressoché identiche risultino decisive per l'esito del processo in cui i due assistiti dell'avvocato Vincenzo Gambini (Joe Pesci) sono imputati.
Le due vetture vengono identificate come "Pontiac Tempest del '63" e "Buick Skylark del '64", sempre con chiaro riferimento al Model Year.
molti ricorderanno la citazione dello stesso Kerouac fatta da Francesco Guccini in un famoso concerto con i Nomadi a proposito della "vecchia Pontiac del '55 del babbo di Dean", che lui poi, suscitando l'ilarità generale, volge in italiano nella "vecchia 1100 del babbo di Giuseppe"
Quella sera partimmo con la vecchia 1100 del babbo di Giuseppe e facemmo tutta una tirata da Piumazzo a Sant'Anna Pelago. Non è la stessa cosa! Gli americani ci fregano con la lingua.(cit.)
come le differenze tecniche "sottopelle" tra due vetture pressoché identiche risultino decisive
Esattamente come in questo caso, visto che Special e Super differiscono essenzialmente per il propulsore. Peraltro, a questo esemplare, veramente magnifico, i dati attribuiscono la presenza del motore ben più prestante della Roadmaster, anche se presumo possa trattarsi di un errore.
vista la molura cromata lungo la fiancata, sia in allestimento DeLuxe
Complimenti per aver notato il dettaglio, dato che solo la Special prevedeva versioni "spoglie" senza finiture cromate laterali. Complessivamente erano una ventina le possibili configurazioni della gamma Buick del 1950.
Ricordo anche la bella canzone "Ol' '55" di Tom Waits, ripresa subito dagli Eagles e poi da tanti altri... Consiglio questa pagina agli amanti del genere: http://tomwaitslibrary.info/extras/cars/
(foto "Nathan" )