Avvistamento di notevole livello, considerate anche le condizioni apparentemente rimarchevoli dell'esemplare, rifinito nell'unica tonalità disponibile.
Ne furono costruite soltanto 200; in un punto che ora non ricordo (nel vano motore, mi pare) dovrebbe essere riportata una targhetta con il numero progressivo della vettura.
Riscoperta solo negli ultimi anni, dopo che, probabilmente, gran parte delle unità sono state abbandonate nel tempo, o hanno comunque avuto una vita "dura"; quotazioni in prepotente ascesa, ed è comprensibile che sia così, visto che, non di rado, vengono richiesti fior di quattrini per vetture sostanzialmente insulse o tutt'altro che rare.
Stupenda. Versione pregiata e condizioni impeccabili, con anche i paraurti direi ancora nel suo colore originale. Un vero pezzo da collezione; a mio gusto poi, essendo una berlina sportiva, più meritevole di certi altri modelli.
Si, manca il logo Abarth sulla destra. Esemplare comunque rarissimo e in condizioni spettacolari, all'interno si differenzia per gli strumenti con grafica verde, i tre strumenti circolari al posto del vano radio ed il volante della Ritmo 125 TC.
Ne furono costruite soltanto 200; in un punto che ora non ricordo (nel vano motore, mi pare) dovrebbe essere riportata una targhetta con il numero progressivo della vettura.
Appena riesco vedrò di controllare nel mio archivio, ma mi pare che il numero fosse adesivo o comunque "scritto" sul cofano vicino ad una presa d'aria, quindi in caso di riverniciatura sparirebbe. Comunque, accanto alla targhetta riassuntiva nel vano motore con i dati della FIAT ce n'è un'altra marchiata "Abarth & C." che riporta gli stessi dati di telaio e motore.
Ce n'era una a Padova lo scorso anno, che aveva però la calandra della Racing, e chiedevano ben 28 mila Euro!
Ottimo esemplare questo raro 131 Volumetrico , identificabile dal numero progressivo (in rosso) all'interno della griglia sinistra lato guidatore del cofano motore .
Qui manca il logo Abarth mentre dovrebbe essere presente anche lo stemma "volumetrico" sul parafango anteriore sinistro . Ad Automotoretrò 2020 ne era esposta una uguale , se non ricordo male aveva la griglia del 131 Racing .
Mi sono poi ricordato il punto esatto, come ben identificato da chi mi ha preceduto: me lo mostrò alla "Motor Gallery" un amico modenese che, a tempo perso, commercia qualche auto storica, più spesso italiane anni '80.
L'esemplare che aveva in carico in quel momento era intorno al n. 150; per la targa, dovrei controllare il reportage.
Ricordo anche l'unità esposta alla fiera di Padova, nel padiglione 6, a cui si riferisce Agostino; non immaginavo che la richiesta fosse così elevata, come poi Agostino stesso mi riferì poco dopo il suo "sopralluogo".
Una storica che mi ha sempre fatto gola, per il motore sportivo abbinato alla carrozzeria "da famiglia". Apprezzo anche la Racing , ma questa per me é una categoria a parte.
Al massimo avrò visto un paio di esemplari e soltanto alle più importanti fiere.
Grande avvistamento, auto rarissima e pregiata.
Dovessi scegliere, la preferirei alla Racing, tuttavia la 131 è un modello che ha iniziato ad interessarmi solo negli ultimi anni, prima per varie ragioni non mi attirava particolarmente.
Non ho una spiccata predilezione per le Fiat 131, ma questa rappresenta il mio ideale paradigma di auto d'epoca (con poche eccezioni) e di macchina in generale: Berline dal temperamento sportivo, le auto low profile che sotto il cofano hanno un propulsore che consente una guida brillante e di togliersi qualche soddisfazione. In questo modello i fari rettangolari della più tranquille versioni della 131 fanno da contraltare al propulsore brillante, ad un assetto lievemente ribassato ed ai tre strumenti circolari in verde per la rilevazione della pressione dell'olio, l'indicatore della pressione del compressore volumetrico, e della temperatura dell'olio. Il mio vecchio elettrauto ha avuto la Racing per molti anni; ne era molto soddisfatto ma ne parlava poco e solo a pochi. Gli altri lo prendevano in giro perché era troppo sportiva per essere un'auto da famiglia e troppo berlina per essere una sportiva.
Mi sono ricordato di un aneddoto raccontato lo scorso anno ad un raduno da un possessore di 131 Abarth Rally: il monoblocco usato sulle Abarth Rally e sulle Volumetrico (sia 4 porte che Racing) ha il numero del motore dalla parte del lato guida, mentre sui 2000 bialbero normali il numero è dalla parte del lato passeggero.
Peccato che Fiat non abbia continuato nello sviluppare ulteriormente quel tipo di sovralimentazione che rendeva il loro bialbero davvero gustoso.Gli studi e la sperimentazione del compressore furono voluti da Lampredi che realizzo due prototipi da 1.3 e 2.0 litri e che furono anche testati da Quattroruote, purtroppo dopo la breve esperienza sulle 131e relative applicazioni sportive e la altrettanto breve parentesi Volumex, la dirigenza Fiat calò la mannaia.
A quanto ne so la Fiat approvò la sperimentazione per ottenere bassi consumi congiunti a buone prestazioni. Conseguendo solo quest'ultimo obiettivo lo ritenne un progetto senza il successo voluto e lo abbandonò.
Onestamente con tutta la buona volonta', la 131 in questa configurazione non riesco proprio a farmela piacere...non mi riferisco al "volumetrico". Addirittura dalle mie parti c'e' ne erano 2, quindi le conosco bene, in quanto in una da ragazzo ho viaggiato spesso (2000). Bruttarella esteticamente, dentro strettina...poca aereodinamica, si notava ad alte velocita' l'opposizione del vento. Era gia' una macchina "vecchia" con prestazioni da Giulia 1.3. Un mio vicino si tolse una Renault 30 per la 2000 supermirafiori!
Non mi piace proprio!
Mai detta affermazione più giusta! La Fiat si trova oggi nelle condizioni in cui è proprio a causa di scelte sbagliate al momento opportuno. Proprio grazie all'esperienza rallistica e grazie agli uomini di Abarth, avrebbe potuto precedere di molti anni l'introduzione delle 4 valvole per cilindro nella produzione di serie, che le avrebbe permesso di prendere il largo, visto il successo dei modelli immessi sul mercato a partire dagli anni '80.
All'epoca purtroppo c'era Romiti, il quale - al di là dei meriti e demeriti intrinsechi, non sono nelle condizioni di giudicarlo - non aveva in mente una Fiat "auto-centrica", ma impegnata su diversi fronti imprenditoriali, tanto da ridurre gli investimenti sull'auto. Se ne rese conto in primis Ghidella, che dopo averci provato - con il mercato che dette ragione - alla fine si è stancato ed è andato altrove.
Il motore Lampredi a fine anni '70 era ancora valido, rispetto alla concorrenza: se a fine anni '80 riusciva ad essere ancora tra i primi della classe (penso soprattutto alle Lancia), figuriamoci cosa avrebbe potuto essere con 4 valvole per cilindro già sulle vetture della nuova generazione (Lancia Delta e Prisma, Fiat Ritmo e Regata, poi Croma e Thema, che lo hanno conosciuto, ma a carriera già iniziata).
Molto bella la 131, il grigio chiaro ha sempre donato a quest'auto fin dalla prima serie e mi fa piacere che sia apprezzata perché alle volte non riesco a capacitarmi come mai un modello che ha vinto ben 3 campionati del mondo Rally sia così poco apprezzato... altri modelli, con partecipazioni ben più modeste, vengono celebrati come auto che hanno un passato sportivo... L'estetica non spiega questo fenomeno: può essere vero che non ha una linea eccitante, ma è ben equilibrata e risponde alle esigenze di una famiglia, e andrebbe confrontata con le concorrenti dell'epoca, tra le quali non vedo modelli esaltanti.
Chissà se fu acquistata con un forte sconto.