La classica Uno da utilizzo quotidiano che sino a 10 anni fa era comunissima sulle nostre strade. Le foto con la classica qualità un po' old tipiche di Captain, non fanno altro che accentuare questo aspetto e ci fanno viaggiare nel tempo di 10 o anche 15 anni, veramente affascinante.
La classica Uno da utilizzo quotidiano che sino a 10 anni fa era comunissima sulle nostre strade
Si, era davvero una scena tipica delle nostre strade, di quelle cui si faceva l'abitudine e cui si badava affatto. E piano piano la scena diventava sempre più rara fino a che, trovarsi davanti una Uno così non ti fa rendere conto di quanto questa scena sia diventata rara. Per ora resistono le Uno mkII, fra poco noteremo con stupore anche loro.
In quella città tra l'altro ce n'erano abbastanza di Uno,era tutt'altro che rara.
Immagino tu intenda al momento dello scatto, dato che negli '80 '90 '00 questa considerazione era valida per ogni centro abitato d'Italia.
Evidentemente a Belluno (o dove sta questa Uno) ci sono persone concrete e risparmiose, bene!
Le sigle delle province hanno una logica tutta loro...
Ad esempio, qualcuno mi sa dire perché nessuna provincia ha la sigla MA?
Eppure di candidate ce ne sarebbero state: Mantova, Massa Carrara, Macerata, Matera...
Non si è ancora capito. Forse le sigle "BE" e "MA" non furono usate per riservarle a Bengasi e Massaua, che però utilizzarono un diverso sistema di targatura.
Ha sempre incuriosito anche me questa storia della modalità di assegnazione delle sigle di provincia. Ma non sono mai riuscito a trovare nulla: questa mancanza di documentazione fa pensare che la logica usata all'epoca sia stata quanto meno strampalata, vai a sapere se questioni di campanile o di priorità basate su chissà quali principi.
Di logiche ce ne erano diverse, da quella che vedeva la città principale e più popolosa come preferibile per la soluzione semplice (prima sillaba del nome) per meri motivi numerici, oppure quella puramente alfabetica (come dall'inizio del XX secolo era stato fatto con il sistema di identificazione delle province con un numero, alla francese), ma ogni ipotesi naufraga di fronte alla realtà.
Uno dei casi più clamorosi che ricordo sono le "città con la T", Trieste, Trapani, Trento, Terni e Teramo. Trieste è sempre stata di gran lunga la più grande del quintetto, come pure Teramo la più piccola, mentre le rimanenti ad occhio e croce sono state grosso modo della stessa grandezza, anche nel corso del tempo. Eppure, delle cinque proprio la più piccola ha preso la sigla: TE. La città giuliana, a cui sarebbe spettata la sigla TR perché più importante di tutte, si è vista appioppare TS, mentre mentre la sigla TR non è andata né a Trento (TN), né a Trapani (TP), ma a Terni. Nè c'erano degli obblighi per mancanza di combinazioni di lettere: per esempio TR (Trieste), TE (Trento), TP (Trapani), TN (Terni), TM (Teramo). Insomma, difficile da capire... l'unica cosa che mi viene in mente (e che lascia il tempo che trova) è - come dicevo all'inizio - la questione di campanile: per non far litigare Trento e Trieste, a nessuna delle due è stata assegnata la sigla TR. Tra i due litiganti, il terzo (Teramo) gode
vigeva una logica basata sulla rilevanza dei vari centri
Colpito in pieno, Markino!
Proprio alla Germania pensavo, ma in qualsiasi Paese trovi una logica: per esempio in UK, dove il meccanismo è abbastanza complicato - anni indicati con lettere, sequenze di 1-2-3 lettere a seconda del numero di immatricolazioni - esiste, anche se non saprei spiegarlo in questo momento
Fa il paio anche con un'altra stranezza delle targhe italiane: all'epoca, quando Milano finì il milione, si stabilì che la sequenza delle lettere dell'alfabeto non dovesse contenere i seguenti caratteri:
C, I, J, O, Q = perché rischiavano di confondersi rispettivamente con i numeri 6, 1, 0.
Peccato che anche la lettera G potrebbe confondersi con il 6: quanto meno, si può confondere se si pensa che la Q si può confondere con lo 0. Insomma, rispetto alla plausibilità di I, J, O mi pare forzato.
Curiosamente, la proibizione si è conservata ancora oggi, tranne per la C che infatti è stata sdoganata, come pure la J, mentre permane lo strano divieto per la Q. Ancora più curioso è il fatto che in francia, che hanno adottato da tempo il nostro identico schema, lettere da noi proibite sono ammesse e non mi pare che sia così difficile distinguere - ad esempio - una Q da uno 0...
Ooops….ho inavvertitamente cancellato il mio commento
Dicevo che, in Germania (ai tempi RFT), si attribuivano una, due o tre lettere a seconda dell'importanza della circoscrizione.
sono le "città con la T", Trieste, Trapani, Trento, Terni e Teramo
Tra i belligeranti hai dimenticato Treviso, e un pò più defilata c'era anche Torino.
Originario di Terni ho vissuto più volte questa sgradevole esperienza di non essere riconosciuti da nessuna parte. Bastava allontanarsi di 200 Km da Terni, per sentirsi affibbiare le origini più disparate. Al punto che ricordo ancora con commozione gli incontri casuali con altre auto targate TR sulla Salerno/Reggio o sulle autostrade siciliane: un tripudio di clacson, saluti con le mani, lampeggi coi fari, manco fossimo stati profughi che si ritrovavano dall'altra parte del mondo. Se andavamo al Nord ci chiedevano tutti se eravamo di Teramo, Trapani..... o addirittura Trani! Al Sud eravamo per tutti quelli di Trento, Trieste o Treviso. Una tragedia.
Forse è per questo che le prime targhe alfanumeriche (AA 000 AA e ZA 000 AA) le hanno assegnate a Terni
….poi, nell'ultimo scorcio delle riflettenti, le società di autonoleggio immatricolarono valanghe di auto nella tua provincia (e a Viterbo), e le ternane si diffusero ovunque
Nel mio quartiere, non troppo distante dall'aeroporto Cristoforo Colombo, vedevo diverse Opel, probabilmente in carico all'AVIS.
Mi permetto di far notare che il criterio generale è l’ordine alfabetico a cui si applicano delle eccezioni.
Se consideriamo le città con la T abbiamo, in ordine alfabetico:
Taranto, disponibile la A in seconda posizione e quindi TA;
Teramo, Disponibile la E in seconda posizione e quindi TE;
Terni, indisponibile la E in seconda e disponibile la R in terza, TR;
Torino, Disponibile la O in seconda posizione e quindi TO;
Trapani, indisponibili la R in seconda e la A in terza e quindi si usa la quarta, TP;
Trento, indisponibili la R in seconda e la E in terza e quindi si usa la quarta, TN;
Treviso, indisponibili la R in seconda e la E in terza e quindi si usa la quarta, TV
Trieste, tolta la R si sarebbe dovuto usare la I che era disponibile ma forse, per motivi di riconoscimento si è preferito scartarla perché TI sarebbe stata poco riconoscibile e quindi, tolta la quarta (la E) già utilizzata si è passati alla S, TS.
Per quel che concerne la targa MA esisteva un progetto per distinguere le targhe eritree in MA per Massaua, e AS per Asmara. Il decreto che lo attuava non è stato mai firmato ma le targhe ormai erano state bloccate. Non ne sono sicuro ma, forse, è per questo che Ascoli Piceno non ha avuto AS ma AP.
Credo che nessuno si stupirà che in Italia non si abbiano mai le idee chiare.
Superando il milione di immatricolazioni si introdussero le lettere in prima posizione escludendo le lettere non appartenenti all'alfabeto italiano, ad eccezione della K (messa correttamente tra H e L). Poi ci hanno ripensato ed hanno aggiunto anche X, Y e W ma dopo la Z. Finita la numerazione con la lettera in testa, anziché passare alla seconda lettera decisero di sfruttare l'ultima posizione. Stavolta tolsero anche B, K e U ma misero X, Y e W prima della Z. Finita anche questa, allora loro ....
Mi permetto di far notare che il criterio generale è l’ordine alfabetico a cui si applicano delle eccezioni.
Sono proprio le eccezioni a rendere questo schema lacunoso. La stranezza di Trieste, ossia TI scartata perché poco riconoscibile, non spiegherebbe come mai esistano MI, FI, LI, PI, RI, SI, VI. Togliamo pure le prime due data l'importanza delle città, ma le altre sono di ben altra dimensione (soprattutto Rieti e Siena, città piccole quindi poco riconoscibili).
Ma ci sono due casi ancora più eclatanti: come si spiegherebbe allora Cuneo, CN? Secondo la logica alfabetica, avrebbe pieno diritto alla sigla CU. A voler lasciar libera la fantasia nelle eccezioni, mi viene in mente che una volta sorpassato il milione, arrivando alla fine della lettera K, qualcuno avrebbe cominciato a sudare freddo...
Chiusa la parentesi licenziosa, nel 1927 non si pensava certo alle lettere oltre il milione, stante la scarsa quantità delle immatricolazioni annue anche a Milano o Roma: di lettere oltre il milione si cominciò a parlare negli anni '50 al Ministero dei Trasporti, così come l'ing. Leone fece tra gli anni '70 e '80 la proposta delle alfanumeriche che poi furono implementate una quindicina di anni dopo. Ma oltre a Cuneo, c'è un'altra storia: all'epoca esisteva la provincia di Fiume, la quale, secondo la logica alfabetica, avrebbe dovuto rinunciare alla "I" presa da Firenze, quindi adottare la sigla FU. In effetti, per qualche tempo così accadde, ma poi fu sostituita con FM. Volendo essere in questo caso non licenziosi, ma maliziosi, si potrebbe azzardare che all'epoca nei documenti d'identità c'era la paternità, che nel caso di genitore deceduto era preceduto dalla particella "fu"...
Insomma, tra ipotesi ed eccezioni, non si arriva ad una logica piena e sempre funzionante: c'è una sorta di arbitrio ed è proprio la storia dlla sigla di Fiume a dimostrarlo.
Riallacciandomi al discorso di Time mi rivedo anche io nella confusione delle sigle. Appena usciti dai confini regionali non poche volte la targa CS è stata erroneamente attribuita a Caserta, specie quando andavamo in Puglia. Figurarsi che all'atto dell'assunzione in azienda sono caduti nello stesso errore, mi avevano appioppato la residenza a Caserta.
Queste sigle sono riconoscibili perché coincidono con la sillaba iniziale della città, il problema della non riconoscibilità si presenta, in genere, quando non è possibile utilizzare le prime due lettere.
avrebbe pieno diritto alla sigla CU.
e infatti la sigla era CU, fu cambiata negli anni'30 su protesta dei cuneesi, che la ritenevano troppo allusiva al "didietro".
Stessa cosa successe a Perugia con la sigla "PU", cambiata in "PG" perché troppo simile ad uno sputo (ma ripresa, anni dopo, dalla provincia di Pesaro-Urbino).
Figurarsi che all'atto dell'assunzione in azienda sono caduti nello stesso errore, mi avevano appioppato la residenza a Caserta.
Pensa che errori simili li fanno anche all'ACI, che è tutto dire. Quando nel 2010 acquistai la 300E, il proprietario, residente a Vercelli, al versamento del saldo si premurò di far annotare il passaggio sul CdP, tramite funzionario comunale, così da permettermi la stipula del contratto di assicurazione: concordammo infatti che avrei provveduto successivamente al perfezionamento del passaggio, una volta in possesso del veicolo. Fu così che, qualche giorno dopo aver portato l'auto da Vercelli ad Orbassano, telefonai al locale ufficio ACI per i dettagli dell'operazione di perfezionamento. L'impiegata mi chiese i dati: tra essi, la targa, che dettai scandendo non la sigla di provincia, ma il nome per esteso: "Vercelli xxxxxx".
Il giorno successivo mi presentai per ritirare e pagare ITP, diritti, etc. etc.: con mia negativa sorpresa, nei documenti era stato scritto "VR xxxxxx", anziché "VC xxxxxx". La cosa che però mi fece irritare è la riottosità dell'addetta a riconoscere l'errore: mi congedai dicendo che sarei ripassato a breve. Il tempo di andare a casa e prelevare il CdP da mettergli davanti gli occhi, ma anche con il documento davanti si vedeva che non era convinta, un po' come Maurizio Ferrini nel programma televisivo "Quelli della notte", con il ritornello "Non capisco, ma mi adeguo".
A proposito, ecco un altra eccezione: Vercelli viene prima di Verona - alfabeticamente parlando - ma la "R" che gli spettava come terza lettera è stata "prelevata" dalla città veneta.
fu cambiata negli anni'30 su protesta dei cuneesi, che la ritenevano troppo allusiva al "didietro".
Proprio quello a cui alludevo scherzando circa la fine della lettera K, infatti dopo CUK9 sarebbe venuto fuori proprio quello
Tutto ciò dimostra che non c'era un criterio univoco: ad un'idea di logica alfabetica, bastava che qualcuno adducesse una qualsivoglia ragione (più o meno fondata) per derogare... e infatti di deroghe ce ne sono a bizzeffe. Qualche esempio, buttato lì a caso secondo il primo pensiero che mi è saltato in testa:
BE: dovrebbe spettare a Belluno, che viene prima di Benevento e Bergamo. L'ipotesi di attribuirla a Bengasi può essere vera come può non esserlo: personalmente, non mi convince del tutto, perché esistono (sono riprodotte nell'ottimo sito di "Targhe italiane" targhe coloniali dove è scritto per esteso "Libia", oppure ER per Eritrea. Ma anche mettendo da parte BE, rimane il fatto che a Bergamo spettava BR, che invece finisce a Brindisi, che viene addirittura dopo Brescia, alla quale tocca utilizzare in questo modo la 4^ lettera.
CS: la priorità di Cosenza, citata da Transaxle73, in questo caso si spiega con il fatto che nel 1927 la provincia di Caserta non esisteva ancora, per cui si è trovata obbligata alla 4^ lettera
CB: questa è strana. Secondo ordine alfabetico, al capoluogo molisano spetterebbe CM. Il primo pensiero che mi è venuto in mente è l'interpretazione del nome come Campo Basso, ma - prendendo per buono Wikipedia - sarebbe roba da eruditi e comunque riferito ad un'ipotesi di due centri che sarebbero esistiti in tempi arcaici.
FO: Foggia viene prima in ordine alfabetico di Forlì, ma è stata assegnata a quest'ultima. Anche qui, ad essere maliziosi, una spiegazione mi è subito passata per la mente. Una grossa spiegazione, per l'epoca: diciamo "ubi maior, minor cessat"
PI: perché a Pisa e non a Piacenza? Ordine alfabetico anche in questo caso disatteso. Qui confesso di non aver avuto un pensiero immediato, quindi lascio a chi ha più fantasia di me
PE: assegnata a Pescara e non a Perugia, che pure la precede alfabeticamente parlando. Anche qui la fantasia mi porta ad un pensiero malizioso: proprio in quegli anni, il poeta D'annunzio aveva chiuso un'annosa diatriba sul genere dell'automobile, affermando che era di genere femminile... Quale miglior modo di omaggiarlo dando precedenza alla sua città d'origine? Si spiegherebbe perché la città del Grifone era imbufalita: non perché PU somigliava ad uno sputo, ma perché gli era stata rubata la legittima PE
P.S.: cosa ho scatenato con il messaggio #10... Grin
Basta prenderla con ironia... Una delle cose che rimpiango della fine delle quadrotte è il non poter godere di situazioni come quelle della ipotetica targa successiva a CUK9.
Qualche esempio:
Genere hard:
CAZ0
PAL0
PIL0
PEL0
Genere esistenziale
VIV0
PEN0
MOR0
CER0
Genere frutta
FIC0
MEL0
PER0
Genere alcolico
VIN0
e chi più ne ha più ne metta: mi sono stancato e vado a dormire... ad una certa età i neuroni si stancano presto
Avete dimenticato Pordenone, a cui è toccata la sigla PN invece della più logica PO. Quest'ultima invece venne assegnata a Prato, nata dopo 25 anni abbondanti!
Per cambiare un po' registro, dare un’idea di come andassero le cose al tempo e di come sia inutile cercare motivazioni alle deroghe dalla regola generale, ricordo che proprio nel 1927 la città di Roma poteva annoverare diverse squadre calcistiche come la Roman, la Fortitudo e l’Alba Roma, che avevano anche un discreto blasone. Mussolini decise che la capitale avrebbe dovuto avere un’unica grande squadra che fosse in grado di competere contro il dominio delle squadre delle città del Nord. Così, egli dispose la fusione di tutte le squadre romane in un’unica grande squadra. Grazie all’intervento del Generale Giorgio Vaccaro, vicepresidente biancoceleste, membro del consiglio federale della FIGC e console generale nella Milizia volontaria per la sicurezza nazionale (MVSN), la squadra della Lazio fu esonerata dalla fusione che diede vita alla AS Roma. Ed è questo il motivo per cui i tifosi di quest’ultima sono vilipesi dai laziali che si definiscono tifosi della squadra più antica di Roma. In realtà, le squadre che parteciparono alla fusione erano coeve della Lazio.
Ebbene, se si poteva fare una cosa del genere con una cosa così importante per gli italiani come il Calcio, figurarsi quanto facile poteva essere derogare ad una regola per assegnare la sigla automobilistica che, ricordo, è un codice. I codici identificativi hanno come principale requisito quello di essere tutti diversi l’uno dall’altro.
….poi, nell'ultimo scorcio delle riflettenti, le società di autonoleggio immatricolarono valanghe di auto nella tua provincia (e a Viterbo), e le ternane si diffusero ovunque
Si è vero, perchè in Umbria il bollo gli costava meno! Le immatricolazioni raddoppiarono per un paio d'anni, e subito in città fu boom economico
Avete dimenticato Pordenone, a cui è toccata la sigla PN invece della più logica PO. Quest'ultima invece venne assegnata a Prato, nata dopo 25 anni abbondanti!
A questo dubbio ha già dato risposta su queste pagine un tuo concittadino che conosci bene. A Pordenone nel '68 fu assegnata la sigla PO, a cui cavallerescamente si rinunciò in favore di PN, su richiesta degli abitanti di Prato, che già all'epoca si battevano per ottenere una propria provincia e a cui era rimasta solo la sigla PO.
(foto "Captain Midnight" )