Avvistamento eccezionale.
Ne ho viste due in Belgio, uno degli stati di esportazione del modello, che potrebbero anche essere state assemblate in stabilimenti locali sulla base di kit provenienti dalla Unione Sovietica.
Dai parafanghi allargati, dalla vista frontale, che fu aggiornata in ogni nuova versione, e dai paraurti senza rostri, dovrebbe trattarsi di una terza serie, prodotta dal 1962 al 1970, con il cambio manuale e la potenza portata da 70 a 75 cv.
Ha dimensioni imponenti: lunga quasi 5 metri e larga 1,80 ha un divano posteriore comodo ed è ben rifinita.
All’epoca riprese gli stilemi americani del tempo ed ebbe molto successo in patria.
Non è affatto disprezzabile lo stile di questo modello russo, se lo si contestualizza all'epoca in cui è stato concepito, cioè agli inizi degli anni '50: d'altra parte il suo creatore, Andrej Lipgart, aveva beneficiato delle competenze trasmesse ai sovietici dalla Ford agli inizi degli anni '30, e aveva già dato buona prova di sè con la GAZ-M20 Pobeda alla fine degli anni '40.
Nel design della Volga si riconoscono elementi di coevi modelli americani (Plymouth Savoy, Ford Mainline e Chevrolet Styline De Luxe), dai quali furono ripresi anche elementi tecnici innovativi per l'Unione Sovietica, come il cambio automatico, che fu comunque negletto rispetto a quello manuale (e abbandonato in patria dalla seconda serie in poi), ma più per questioni economiche che funzionali, visto che superò i test di affidabilità previsti per affrontare le difficili condizioni delle strade russe.
Il modello ben presto si affermò per le sue caratteristiche di indistruttibilità, unite ad un non disprezzabile comfort, anche nelle finiture interne, ed a qualche leziosità (in patria era nota come "carro armato su ruote", o anche "carro armato in frac", sempre carro armato comunque... ). D'altra parte, del fatto che non fosse disprezzata nemmeno in alcuni mercati occidentali, si è già detto: una versione specifica era prevista anche per i mercati tropicali, e non mancavano le versioni con guida a destra.
All'apice del suo successo, nel 1962 venne lanciata la terza serie, a cui questo esemplare appartiene, come correttamente inquadrato da Stefano: in questa fase della sua vita produttiva, la M21 prende anche il soprannome di "balena" per via dei 37 fanoni metallici che contraddistinguono la griglia anteriore (mentre, per restare in tema zoologico, il portalampada della targa effigia un gabbiano in volo).
In definitiva, per quanto riguarda questo ottimo avvistamento, si tratta di un'importazione molto interessante, certo fuori dagli schemi consueti.
Veramente ottimi gli approfondimenti di Stefano e Gabriele su questo modello che, onestamente, conosco poco.
La parentela stilistica con le vetture americane della prima metà degli anni '50 ha fruttato l'accettazione di un esemplare verde chiaro del 1959 (targa ZA/.E, applicando gli schemi di Targhe Nere) in gran spolvero all'ultima edizione del raduno di auto a stelle strisce "Cruisin Rodeo", svoltosi in zona Como Camerlata, lo scorso luglio.
Dovrebbe essere equipaggiata con il motore a 4 cilindri ZMZ-21 interamente in alluminio con 2445 cc e 75 cv. Per l'epoca (seconda metà anni '50) era anche abbastanza raffinato.
Credo si tratti dello stesso propulsore che equipaggiava l'esemplare del 1959 (2,5 lt. benzina) da me citato, esposto al "Cruisin Rodeo" a Como la scorsa estate.
Circa 10-15 anni fa se ne vedeva una parcheggiata (o forse dovrei dire abbandonata) dal GRA a Roma, colore bianco o grigio molto chiaro. Chissà se si è salvata..
(so che le regole impongono di non citare i luoghi di avvistamento.. non so se in questo caso è ammesso, mi scuso in anticipo EDIT: Ho tolto la specifica dell'uscita, e per il resto direi che va bene così)
(foto "super80" )