Per quanto "deperita", sembra però completa di tutti i dettagli, segno di una qualche attenzione nel tempo.
Versione attraente e sofisticata, della quale, purtroppo, sopravvivono ben pochi esemplari in condizioni veramente degne.
Se non ha gli scatolati marci è perfettamente recuperabile, più problematico invece, come fa notare giustamente Frabo, è il reperimento di rivestimenti interni e delle plastiche, problema comunque comune a molte auto ormai d'epoca. Chiaramente non è l'auto più adatta per specularci su, ma uscirebbe una storica gradevole e molto godibile.
Che la Ritmo avesse raggiunto uno standard costruttivo rispettabile si capisce anche esaminando questo bell'esemplare: trasparente del metallizzato saltato in più punti (ma dalle mie parti molti modelli ben più recenti con vernice metallizzata, anche francesi o tedeschi, si riducevano persino peggio in minor tempo) ma apparentemente niente ruggine passante.
La "Super" fu il tentativo della Fiat, peraltro riuscito, di dimostrare di poter costruire una vettura che non desse adito a critiche su materiali e finitura, che purtroppo la Ritmo normale, anche per l'inevitabile paragone con la Golf, si attirò per i primi anni di produzione nonostante i continui piccoli affinamenti. Ciò che non andava era proprio la plancia, di forma fin troppo razionale per non dire spoglio, e costruita con plastica di qualità e aspetto appena decenti.
Fu proprio la plancia il vero capolavoro della "Super", di disegno piacevole, ben dotata, e soprattutto rivestita con una plastica schiumata che la stampa dell'epoca giudicò perfino eccessiva. A tal proposito, è simpatico l'aneddoto secondo cui in Fiat avessero deciso per l'illuminazione di colore rosso in stile BMW per la strumentazione, per poi fare marcia indietro all'ultimo momento, forse per evitare l'effetto "vorrei ma non posso".
Oggi non sarebbe concepibile una tale operazione (che oltre a rivoluzionare l'interno riguardava una miriade di particolari esterni nonché la meccanica), e non è dato sapere neanche se la Fiat si rifece totalmente dell'investimento. Ad ogni modo, come "operazione immagine" fu da considerarsi pienamente riuscita.
Nonostante la necessità di una rinfrescata, l'esemplare in foto mantiene una certa classe, grazie anche al pendant fra la tinta della carrozzeria e quella dei vetri.
Il motore 1,3 litri da 75 cavalli, praticamente lo stesso della Delta, garantiva prestazioni brillanti e un sound grintoso ma non disturbante.
...All'epoca tutte le fiat destinate all'export godevano di maggiori attenzioni costruttive e di verniciatura qualitativamente migliore ...
È probabile che ci fosse qualche accorgimento in più (tipo una maggiore protezione del sottoscocca) ma di sicuro non venivano verniciate diversamente, sarebbe stata (e lo sarebbe ancora) una follia dal punto di vista industriale e dei costi
sarebbe stata (e lo sarebbe ancora) una follia dal punto di vista industriale e dei costi
Però... la gamma colori per il Nordeuropa prevedeva tinte non previste sul mercato italiano. Non mi stupirebbe sapere che, anche a parità di colorazione, le vernici per gli esemplari destinati ai mercati nordici avessero composizione diversa.
Direi di sì, vista la zona. È quella che avevo segnalato in "cosa ci siamo persi" qualche settimana fa, e come scrivevo lì probabilmente appartiene a un collezionista di cui sono già stati documentati altri pezzi.
(foto "Enricovale03" )