Da amante delle berline, questa resta d'obbligo nel mio Olimpo personale. Anche per me è una delle auto inglesi preferite. L'abbinamento bianco-tetto nero in vinile (che solitamente non amo) è uno dei migliori per questa vettura. Questa poi sembra avere anche un filo di assetto ribassato....davvero fantastica.
Eh si.. .davvero una gran macchina!! La sua sostituta, la Acclaim, alla fine era una Ballade 4 porte con marchio Triumph. La Acclaim era anonima ma robusta. Solo discreta. Questa invece ha personalità da vendere. La Acclaim mi ricorda molto la Peugeot 309.. alla fine sono auto che erano più che affidabili e sono finite a rottamazione più per noia o voglia di cambiare auto che per guasti seri.
La sostituta della Acclaim fu in pratica la Rover 213/216.
Quest'ultima era caratterizzata da un vero abominio, ossia estetica giapponese e motore inglese. Se si fossero invertiti questi fattori, probabilmente, sarebbe uscito un capolavoro.
Da amante delle berline sportiveggianti non nascondo la profonda ammirazione per questo guizzo di creatività britannica, almeno da un punto di vista strettamente motoristico.
Il suo 4 cilindri monoalbero con la rivoluzionaria testa a 16 valvole garantiva prestazioni al top per la categoria, forte di 129 cavalli.
Solamente la 216 aveva meccanica inglese, tra l'altro, sviluppata basandosi su motori ampiamente collaudati: pur non essendo un motore Honda, aveva un livello di affidabilità (oltre che meramente prestazionale) assolutamente degno di nota.
L'abominio fu il modello che diede il la all'ampia boccata di ossigeno del marchio britannico per un decennio abbondante, da metà anni '80 a metà anni' 90
I miei ricordi volano ai Settanta quando abitavo a Rapallo. Ce n'erano almeno tre che vedevo circolare in città: una verde, una beige e l'altra bianca... E quanto mi piacevano con quel posteriore tinto di nero opaco.
Una delle mie britanniche preferite, esemplare spettacolare sotto tutti i punti di vista.
L'abominio fu il modello che diede il la all'ampia boccata di ossigeno del marchio britannico per un decennio abbondante, da metà anni '80 a metà anni' 90
Quoto in tutto e per tutto. La presenza della serie 200 fu decisiva in quel periodo per il marchio di Longbridge.
La serie 200 sia quella dell'84 che la successiva erano buone vetture che ebbero apprezzamento anche da noi e furono prodotte in piu di 1 200 000 unità, riguardo l'estetica vale sempre il de gustibus.Tornando alla Dolomite l'unica pecca di questo esemplare è lo scarico laterale.
Ricordo che a me piaceva esteticamente l'ultima evoluzione della 25 e 45.. la rispettiva ZR e ZS se non sbaglio si chiamava così.. fortissime con quell'estetica sportiva ed aggressiva