Targa e modello la candidano per me a targa nera dell'anno.
Spero di avere la fortuna di imbattermi in questa gemma prima o poi, auspicando che venga rimessa in forma come merita.
Questa, a dir poco incredibile, Corolla è spesso paparazzata da un annetto a questa parte, son convinto anche io che sia stata riesumata da qualche garage dopo decenni di fermo, non si spiegherebbe altrimenti come mai non sia mai apparsa prima su queste pagine considerando la mole di avvistatori romani presenti sin dagli albori di TN.
Su un Quattroruote del 2004, nella sezione regionale presente prima del listino, uno studente della Federico II inviò la foto di un esemplare praticamente identico chiedendo che auto fosse, pare che appartenesse ad un'anzianissima docente d'inglese del dipartimento di lingue, cercai la targa (quadra NA) e risulta demolita nel 2006, purtroppo.
La Corolla è una delle auto di maggior successo della storia, la più grande antagonista della Golf.
Diciamo che io non mi trovo d'accordo con questo dato perché è ESTREMAMENTE sfasato, difatti le filiali Toyota hanno appiccicato per anni il nome Corolla alle auto più disparate e diverse, in un articolo lessi che si era arrivati ad avere circa 20 Corolla diverse in contemporanea sparse per i listini del mondo...è un po' come se Volkswagen avesse chiamato Golf la Polo, la Lupo, la Passat, il Tiguan, il Touareg e avesse accorpato alla fine tutti i dati.
Non è perfetta. Comunque, se ha ancora la vernice originale (almeno per la maggior parte della carrozzeria) e non presenta ruggine passante, io la lascerei così..
Fascinose per la rarità e l'esotismo queste jap anni 70! Poi si potrà essere tutti d'accordo sullo stile discutibile (non che in Europa le auto fossero tutte dei capolavori...) ma la robustezza è l'affidabilità era già cosa loro. Fosse mia la conserverei gelosamente in maniera perfetta da sfoggiare in eventi dedicati. Trovare i particolari estetici (e forse anche meccanici) per renderla sempre perfetta non dev'essere una passeggiata...
Trovare i particolari estetici (e forse anche meccanici) per renderla sempre perfetta non dev'essere una passeggiata...
In Svizzera penso che siano più facili da trovare che da noi, so di un esemplare color crema custodito in una ex concessionaria dal titolare ormai anziano che ha conservato diverse Toyota di quel periodo.
Sono tutte in condizioni perfette, quando ero andato erano in vendita, ma è un po' che non passo più da lì, quindi non so se siano ancora dove le ho viste.
Ovviamente ho foto delle auto.
In ogni caso, complimenti a proprietario e avvistatore dell'esemplare fotografato.
Finalmente la vedo anche qui! Anch'io, come altri utenti, ho avuto modo di vderla su altri social, e di salvarmi le foto. Avvistamento pazzesco, da preservare con cura, ma senza farla diventare una statuina da museo.
Rarità estrema, conservata, di notevole interesse e suggestione, data la persistenza della prima targa quadrata; sorge naturale la curiosità di conoscere le ragioni di una scelta all'epoca così particolare, forse legata alla nazionalità o alla professione del proprietario. Di mio gusto la tonalità simil-bluette.
In uno dei 6 episodi della bella serie RAI "Qui Squadra Mobile" (quella del 1973, alla quale seguiranno altrettanti episodi nel 1976), la soluzione di un caso passa attraverso il riconoscimento, da parte di un bambino delle borgate romane appassionato di motori, di un'auto giapponese - mi pare proprio una Toyota - utilizzata da un personaggio ai margini della malavita, che il commissario capo Carraro (Giancarlo Sbragia) gli rinfaccia come "una carta d'identità", per quanto lo renda facilmente riconoscibile.
Altri tempi, considerata la leadership tecnologica e commerciale conquistata dal colosso giapponese negli ultimi decenni, che aveva però già solide radici in queste vetture tra fine anni '60 e anni '70, di sostanza ancorché spesso esteticamente poco armoniose. Su altri mercati meno "chiusi" rispetto al nostro, o del tutto aperti, le giapponesi si diffusero rapidamente divenendo parte ordinaria del parco circolante già entro i primi anni '80, se non alla fine del precedente decennio.
Aggiungo: si tratta di un modello molto simile a quello - ridotto a rottame - che compare nell'iconica pellicola di John Carpenter "1997: escape from New York", lasciata in un ampio salone degradato che vorrebbe essere l'ingresso del Word Trade Center: "Jena", oramai agli sgoccioli delle 23 ore assegnate per la sua rocambolesca missione, prova ad accenderla, ma l'auto non parte, e, aperto il cofano, ne sbuca un sinistro personaggio armato di pesante arco con freccia, accompagnato dalla mitica battuta del "Duca", boss dei detenuti del carcere di massima sicurezza di New York, "noie al motore"...
Ogni volta che vedo un'auto giapponese di queste fattezze, sia o meno proprio una "Corolla" dei primi anni '70, ripenso automaticamente a quella sequenza.
Incredibile avvistamento, nonché molto gradevole come linea. Mi auguro che al più presto venga restaurata come merita: sarebbe bello conoscere la sua storia dal '72 ai giorni nostri.
Incredibile, dopo pochi giorni dalla pubblicazione è stata messa in vendita a 17mila €.
Senza discutere sul valore dell'auto, mi chiedevo, se possa o meno, essere la Toyota più anziana circolante in Italia (perlomeno considerando anche solo le auto con targa di prima immatricolazione).
Fa proprio strano pensare che, fra le centinaia di migliaia di Toyota ancora circolanti nel nostro paese, magari sia proprio lei la più vecchia.
Avvistamento interessante, come tutti quelli di auto nipponiche dell'era dei contingentamenti. Una così, marrone e ferma da anni, era presenza fissa (e fonte d'interesse mia e di alcuni amici) in un parcheggio a Mestre verso il 2000. Sparì pochi anni dopo. Malgrado la rarità e l'esoticità dell'auto, 17.000 Euro mi sembra una richiesta eccessiva, tanto più che le condizioni non sembrano eccelse; a un tale prezzo mi sembra molto più probabile che trovi un acquirente all'estero. Spero che non finisca rottamata come capita a molte auto invendute per esosità del proprietario.