Deve essere stata una gran sorpresa vederla… peccato la botta vicino al fanale posteriore sinistro, ma mi sa tanto che è ancora del primo proprietario!
...mi sa tanto che è ancora del primo proprietario!
Se la foto è stata scattata da "l'amico Damien, che ringrazio", è probabile.
In un contesto in cui le utilitarie e le compatte si stavano convertendo alla trazione anteriore, la Sunbeam rappresentava un'anomalia, specie considerando che, invece, dal punto di vista stilistico, sposava decisamente le tendenze allora in voga.
Quando ero piccolo e passavo letteralmente le ore ad osservare, scrutare e fare congetture sul parco automobilistico circostante, la Sunbeam costituiva per me un vero mistero. La sua somiglianza (dovuta esclusivamente a certi particolari estetici) con la più diffusa Horizon faceva sì che mi domandassi che senso avesse la coesistenza sotto lo stesso marchio di due vetture sostanzialmente equivalenti come dimensioni e classe, con l'unica vera differenza rappresentata dal numero di aperture: stessa amletica domanda che mi ponevo a proposito della coesistenza fra la Visa e la Axel nel listino Citroen.
Perché se al posto della Sunbeam avrebbe avuto più senso una Horizon a tre porte, allo stesso modo una Visa a tre porte avrebbe avuto ben più senso di un modello esteticamente simile ma completamente diverso nella sostanza.
Ovviamente quando riuscii ad informarmi sulle questioni tecniche, commerciali e anche sociopolitiche alla base della progettazione dei due modelli tutto fu più chiaro, almeno nel caso della Axel che essendo venduta come una utilitaria low cost ante litteram aveva certamente un perché. L'esistenza della Sunbeam, invece, era assai meno giustificabile e la sua genesi risentì non poco dell'a dir poco turbolento periodo che stava attraversando l'ex gruppo Rootes ora Chrysler Europe ma ancora non per molto.
Il voler progettare un utilitaria che raccogliesse l'eredità spirituale della mai troppo fortunata Sunbeam/Hillman "Imp" e della ormai arcaica ma ancora amata Simca 1000 utilizzando la meccanica della "Avenger", vera e propria world car che oggi ricordano in pochissimi, aveva generato una utilitaria dalla linea al passo coi tempi ma "insapore" e soprattutto con uno schema meccanico inusuale.
Se la trazione posteriore col senno di poi divenne un "plus" per gli amanti della guida sportiva (a patto di avere almeno la TI da 100 CV), bisogna considerare che a causa della disposizione meccanica a parità di dimensioni la Sunbeam era molto meno versatile e spaziosa delle concorrenti. Il bizzarro portellone in vetro con tergi incernierato superiormente era sì una finezza, ma la soglia di carico era talmente alta da renderla poco indicata per chi non avesse una schiena in perfette condizioni.
Se a ciò si aggiunge la concorrenza interna con la Horizon (che costava di più ma era più versatile), il balletto di marchi e stemmi durante il travagliato passaggio da Chrysler a Peugeot, e le prestazioni inadeguate delle versioni con motore da un litro, lente e pure piuttosto assetate di benzina, viene seriamente da chiedersi che cosa avessero intenzione di fare.
Qualcuno potrebbe rispondere: vincere un campionato rally.
Il che non è assolutamente una cosa da buttare, eppure nonostante l'assoluta centralità del mondo del rally a quel tempo, fu uno dei pochi casi della storia automobilistica in cui non ci fu praticamente alcun ritorno commerciale sulle vendite del modello di serie.
Secondo me, la Sunbeam nasceva per due scopi, elencati in ordine di importanza:
-tenere aperto lo stabilimento di Linwood
-contrastare la Vauxhall Chevette sul mercato britannico
Certo che passeggiare per strada nel 2024 e beccare una Sunbeam a caso è qualcosa di fenomenale...io credo di non averne mai vista una, almeno non che io ricordi.
Ottima la lunga considerazione di Antonio, sicuramente la Sunbeam rappresentava un po' un'anomalia nel mercato delle utilitarie, e i dati commerciali non l'hanno certamente premiata per questo, ma le resta comunque il merito di aver aperto la strada ai portelloni in vetro (credo sia stata la prima in assoluto a montarne uno).
Come dici mikitiki un'altra questione importante per l'esistenza stessa di questa vettura era tenere aperto lo stabilimento di Linwood in un periodo storico delicato per il Regno Unito.
Io ne vedo una (sempre la stessa, una 1.0 GLS) quasi ad ogni edizione del raduno di Rho, appartenente ad un amico valtellinese. Poi ne vendetti una (1.0 LS) molto bella, verde, una quindicina di anni fa. Incontri casuali per strada invece non ne ricordo da almeno 20 anni e forse più...
Avvistamento molto gradito, senza ombra di dubbio! I miei ne ebbero una grigia per pochissimo tempo, da un punto imprecisato del 1981 all'inizio del 1983. Non essendo ancora nato quando la rivendettero, non l'ho mai vista, dunque non ne conosco l'allestimento, non so che targa avesse e, naturalmente, non compare in alcuna fotografia.
L'unica cosa che sono riuscito a sapere chiedendo loro informazioni, oltre al colore e alla cilindrata approssimativa di 900 cc, è che disponeva di un lunotto enorme, che consentiva una visibilità impareggiabile, ma per il resto, non si ricordavano nemmeno come si scrivesse correttamente il nome. Lo scoprii per caso solo verso la fine del 2000, quando sulla rivista "Al volante" pubblicarono una lista nera dei modelli che (secondo gli esperti) non sarebbero sopravvissuti all'abolizione della benzina Super. Leggendo "Talbot Sunbeam" riuscii a "collegare i puntini".
Fino al novembre del 2002, quando ebbi finalmente la possibilità di accedere ad Internet e cercare qualche foto, non avevo la minima idea del suo aspetto. Per pura combinazione, proprio in quel periodo, del tutto inaspettatamente, mentre attendevo un autobus alla fermata, me ne passò davanti una azzurra con targa TO V... e, ad oggi, risulta ancora l'unica che io abbia mai visto dal vivo.
Quasi superfluo aggiungere che avrebbe un posto di diritto anche nel mio garage ideale.
Poi ne vendetti una (1.0 LS) molto bella, verde, una quindicina di anni fa.
Su Youtube è visibile un bel servizio di Ciakmotori dedicato proprio ad una LS verde. Per caso è lei?
Auto sulla quale sono salito spesso da ragazzino, in quanto la possedeva il marito di una mia zia. A fine anni ‘80 o primi ‘90 appariva inesorabilmente superata e suscitava un’idea di auto da sostituire/rottamare, nonostante quell’esemplare non fosse tenuto male.
Su Youtube è visibile un bel servizio di Ciakmotori dedicato proprio ad una LS verde. Per caso è lei?
Se ti riferisci al mio commento, sono lieto di dirti che non è lei... cioè una buona notizia . vuol dire che ce ne sta qualcuna in più. Quella trovata da me ha la targa che inizia NAF0.. colore molto simile a quello dell'esemplare in foto
Mio padre ne ebbe una acquistata nuova, dal 1981 al 1985. Era una 1.0 GL di colore bianco. La usarono anche per il viaggio di nozze in Toscana e per diversi viaggi, anche a medio/lungo raggio. Fu sostituita da una Golf 1.3 GL, una delle prime targhe bianche genovesi (GE A05000) che fu anche l' auto che mi portò a casa dall' ospedale quando nacqui nel 1986.
Credo si riferisse al commento di Davide, che qualche anno fa ne ha venduta una verde.
Sì, confermo, mi riferivo proprio al commento di Davide. Naturalmente, sono ben felice che ne esista anche un'altra, quella avvistata da Tonymura, appunto.
Poiché il video di cui parlavo, breve ma ben realizzato (qui il link), risale a una dozzina di anni fa e la vettura è stata venduta da circa 15, ho pensato che potesse trattarsi del medesimo esemplare, chissà
(foto "Frabo187" )