Gioiellino made in Lambrate, del primo anno di produzione, praticamente come materializzatasi dal depliant della presentazione. In queste prime versioni dotate di paraurti in tinta e interni in raffinato tweed si apprezza maggiormente il gran lavoro degli uomini di DeTomaso per proporre un prodotto nuovo pur utilizzando ciò che già avevano in casa. Non funzionò e non poteva funzionare a causa di una concorrenza stilisticamente troppo avanti, ma ciò non toglie niente alla bontà del prodotto.
L'interno, reso più abitabile dall'aumento delle volumetrie interne, aveva un aspetto raffinato grazie ai suddetti rivestimenti e alle plastiche in tono bicolore, alla strumentazione a sei elementi con manometro olio ed econometro, ed ai pannelli porta che coprivano tutte le porzioni di lamiera. Completava il tutto un pretenzioso inserto di finta radica sulla plancia, poi esteso anche alle Small 500 di inizio anni '90. Purtroppo nulla si poteva fare per la posizione di guida irrazionale e per la pedaliera disassata, eredità Mini, che costringeva a guidare praticamente con le gambe di traverso.
Già nota l'ottima meccanica, praticamente ereditata in toto dalla precedente Minimatic. Il fatto che le piccole automatiche come questa fossero al tempo scelte da persone in là con gli anni o con difficoltà motorie per i loro spostamenti cittadini ha fatto sì che questi esemplari siano arrivati ai giorni nostri in condizioni esemplari e con un chilometraggio risibile.
Nel 1986 non mi viene nessun'altra vettura del suo segmento disponibile con cambio automatico, possibile fosse l'unica?
Eccezionale avvistamento in ogni caso, di più raro c'è solo la versione Diesel.
Nel 1986 non esisteva nemmeno alcun'altra vettura del suo segmento con i paraurti verniciati in tinta con la carrozzeria. Un tocco di classe e di eleganza che la svecchiò moltissimo rispetto alla serie precedente.
Nell'ambito "supermini" in quegli anni esisteva la Mini Mayfair Automatic, che vendeva bene in patria ma da noi rimase sempre una mosca bianca.
Inoltre c'era la Austin Metro Automatic, che però era un po' più grande sia nelle dimensioni che nella motorizzazione: era un 1300.
C'è da dire che questa situazione di scopertura quasi totale nel settore riguardava quasi esclusivamente l'Italia, a causa della richiesta esigua.