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Simca Chrysler 160

chrysler160dang72.jpg
Anno 1972. (danguard76)

Data: 30/03/2012
Commenti: 26
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Commenti
#1 | atae21 il 07/06/2011 00:57:47
La targhetta "GL" (che peraltro mi sembra di origine Ford) non c'entra proprio nulla. Per il resto sembra proprio uno splendido e raro esemplare! CoolSmile Quando il gusto americano si incontrava con le esigenze europee...Grin
#2 | IL BUE il 07/06/2011 01:38:50
Oddio!!!! Targata Roma!!! Irreale.
#3 | Edsel il 07/06/2011 01:53:46
Bella, ma io di americano ci vedo poco...
Dietro assomiglia un pò alla Peugeot 504, col terzo volume discendente...
#4 | IL BUE il 07/06/2011 02:03:30
Oddio, insomma...
#5 | Total III il 07/06/2011 02:23:51
La "simil america" stava più che altro nell'andamento del padiglione e nel frontale. Anche la plancia con gli strumenti tondi incassati era un deja-vu di certi modelli yankee.

Intuisco che la scritta GL in quel punto assurdo abbia la semplice funzione di coprire qualche graffio. Tipico metodo da anziano. Smile
#6 | Ste85 il 07/06/2011 12:24:29
Mai vista!!!
#7 | Edsel il 07/06/2011 14:08:19
Sul finire degli anni '60, Chrysler France, appena sbarcata alla direzione del marchio Simca, pensò di completare verso l'alto la gamma di quest'ultimo con una berlina che fosse più moderna, potente e spaziosa della 1301-1501.
Nacque così la 160-180, prodotta nello stabilimento Simca di Poissy ma disegnata in Inghilterra presso la Rootes: una "quasi ammiraglia per tutti", dotata di una certa imponenza (era lunga 4 metri e 50) ma con un occhio di riguardo all'economia, sia dal punto di vista dei prezzi di listino, sia da quello dei costi di gestione della meccanica.
Tre erano le versioni all'esordio: 160, 160 GT e 180.
Comun denominatore era il motore a 4 cilindri, con distribuzione ad albero a camme in testa, declinato in due cilindrate: 1639 cc e 80 cv (155 Km/h) per la 160, 1812 cc e 97 cv (170 Km/h) per la 160 GT e la 180; su tutte erano previsti di serie i freni a disco anteriori (anche posteriori sulla 180), il cambio manuale a 4 marce, il servofreno, il piantone dello sterzo collassabile in caso d'urto.
L'abitacolo, molto luminoso, accoglieva comodamente anche 5 passeggeri, evidenziandosi per lo stile degli arredi chiaramente ispirato al gusto americano; decisamente ampio anche il portabagagli, con una capacità di 400 dm cubi.
La 160 e la 160 GT offrivano in primo equipaggiamento: pneumatici 165 SR x 13, specchietto retrovisore esterno orientabile, luci di retromarcia, sedili anteriori reclinabili, cinture di sicurezza anteriori, selleria in panno di lana, pavimento in moquette, cruscotto a tre quadranti (con spia della riserva carburante, termometro dell'olio, orologio elettrico), accendisigari, volante a calice a tre razze, tergicristalli con lavavetro elettrico ad azione combinata.
A richiesta: pneumatici radiali, cambio automatico, autoradio, parabrezza stratificato, fari allo iodio, lunotto termico, selleria in vinile capitonnè, tetto in vinile, vernice metallizzata.
La 180 aggiungeva, di serie: appoggiatesta anteriori regolabili, contagiri elettronico, cassetto portaguanti con illuminazione e serratura a chiave, parabrezza stratificato, lunotto termico, tetto in vinile (optional gratuito); a richiesta gli accessori già previsti per le 160, con in più l'opzione dei cristalli atermici azzurrati.
Degni di nota i prezzi di listino, molto concorrenziali: la 160 costava quanto l'Alfa Romeo Alfasud (che era una1200), la 180 meno della Giulia 1300 e della Lancia Fulvia (sempre 1300).

Alla fine del 1972 tutta la gamma subì lievi modifiche di finitura, con l'introduzione di molti elementi cromati (cornici dei cristalli, archetti passaruote, profili sulle fiancate); contemporaneamente la potenza della 180 fu elevata a 100 cv.

Nel 1973, per rilanciare la gamma, le cui vendite non erano esaltanti, fu lanciata la 2 Litres, che altro non era se non la 180 a cui era stata incrementata la cilindrata a 1981 cc (per 110 CV) e montato di serie il cambio automatico.
Per sottolinearne il maggior prestigio, la dotazione fu arricchita con elementi che strizzavano l'occhio all'America: tetto in vinile, cerchi da 14 pollici con copriruota cromati di inedito disegno, proiettori supplementeri fendinebbia inseriti nella calandra.
Poco dopo, la 160 GT fu tolta dai listini.

Nel 1977 una parte della gamma fu ridenominata.
La 160 divenne 1609, equipaggiata con un carburatore doppio corpo che portò la potenza a 90 cv (160 Km/h), la 180 divenne 1610, conservando inalterata la meccanica ed equparandosi nell'allestimento alla 2 Litres.
Su tutte le versioni ci fu un cambio nella disposizione dei marchi sulla carrozzeria e un miglioramento dell'equipaggiamento, comprendente anche l'accensione elettronica, il bloccaggio di sicurezza per i bambini alle portiere posteriori, la selleria in velluto, l'appoggiagomiti posteriore estraibile, la predisposizione per l'autoradio (optional su 1609 e 1610, di serie sulla 2 Litres).

Nel 1979, dopo la scorporazione di Simca da Chrysler e l'acquisizione del marchio da parte del gruppo francese PSA, la gamma fu rimarchiata Talbot - Simca, pur se il logo del colosso americano continuava a presenziare diverse parti della carrozzeria e dell'abitacolo...
Scomparsa la 1609, le altre due versioni furono sottoposte ad un lieve restyling.
Dal punto di vista meccanico la 1610 adottò il motore di 1981 cc e 110 cv della 2 Litres: grazie all'assenza del cambio automatico, le prestazioni erano sensibilmente migliori, con una velocità massima che sfiorava i 180 Km/h.
Sul versante estetico, tutta la gamma subì un certo impoverimento nei particolari (profili, calandra, copriruote) che, pur togliendo gran parte del fascino yankee, conferì alla carrozzeria un aspetto più razionale e moderno.
La dotazione di serie aggiungeva: fari allo iodio, specchietto esterno destro orientabile, tappo del serbatoio con serratura di sicurezza, cristalli atermici azzurrati, tasche portaoggetti alle portiere, cinture di sicurezza posteriori, accendisigari per i posti posteriori, plafoniere di cortesia posteriori, portabagagli illuminato, predisposizione per l'impianto radio con antenna esterna e due altoparlanti.
A richiesta rimaneva solo la vernice metallizzata, mentre non erano disponibili alcuni accessori ormai diventati di rigore sulle berline intorno ai due litri di cilindrata, quali gli alzacristalli elettrici, la chiusura centralizzata delle portiere, il climatizzatore, le ruote in lega...

Ormai priva di mercato, la 1610 - 2 Litres uscì di produzione alla fine del 1979: le forti giacenze di esemplari nuovi furono smaltite nel corso del 1980 e del 1981, dietro vistosi sconti sui prezzi di vendita.
#8 | Uno Turbo D il 07/06/2011 15:59:21
Un'auto dalla storia piuttosto complessa quindi...
#9 | sile650 il 07/06/2011 17:59:43
Meraviglia, azzurra come la 180 che avevamo! Smile
#10 | Edsel il 07/06/2011 20:16:20
Non che le finiture fossero un granchè, comunque.
Come tradizione Simca e poi Talbot, era più apparenza che sostanza...
Però sì, è vero che a quel prezzo la 160 - 180 conquistava per il "senso di prestigio" che comunicava, rispetto ad altre berline più piccole e meno pretenziose dal punto di vista estetico.
Questa strategia si rivelò vincente anche con la serie 1307, 1308 e derivate, che inizialmente riscosse un gran successo perchè riproponeva i concetti di base della 160-180, chiaramente in forma più moderna.
Il problema era che tanto rapido fu l'innamoramento, altrettanto veloce fu la disillusione nei confronti di queste vetture che, sotto l'apparenza, dimostravano una qualità globale inferiore rispetto alla concorrenza che si faceva pagare di più, ma che poi sapeva ripagare l'utente in termini di soddisfazione nel lungo periodo.
Da ultimo, le Talbot - Simca pagarono gli epiloghi sempre più tragici del marchio anche e soprattutto in termini di tenuta del valore: da usate, queste macchine erano difficili da piazzare, poi, una volta estinta la Talbot, non le volle proprio più nessuno... Sad
#11 | danguard76 il 07/06/2011 23:42:33
La foto non rende.. L'auto è N-U-O-V-A !! Interni stratosferici. Questa chrysler ha vissuto e vive in un'autorimessa..
a breve l'anteriore.

p.s. x Edsel: potresti citare le tue fonti?
#12 | Edsel il 07/06/2011 23:46:53
A quali fonti ti riferisci?Smile
#13 | puccioHF il 08/06/2011 09:08:45
#14 | danguard76 il 09/06/2011 13:12:05
Si chiamano "fonti bibliografiche" Smile..
Sempre che tu nel 1979 non ti trovassi in Chrylser e abbia vissuto di persona queste vicissitudini industriali..
#15 | fabio200 il 09/06/2011 14:32:47
Shock
Pensavo scrivesse a braccio, di getto, confidando solo sulla memoria. Frown
#16 | luca77 il 09/06/2011 16:55:30
GrinGrinGrin
#17 | Edsel il 09/06/2011 23:44:35
Quando scrivo un pezzo non ho mai una sola fonte: ricerco pazientemente tutto quello che mi occorre sia sulle vecchie riviste che possiedo, sia nel web, anche e soprattutto in lingue straniere, di cui ho buona conoscenza: ad esempio le informazioni sulla 160 - 180 le ho raccolti da siti in francese...
Per inciso, i miei "articoli" non sono mai dei "copia e incolla": una volta che ho tutti gli elementi a disposizione li metto insieme in un testo compiuto.
Comunque Fabio ha ragione su una cosa: scrivo sempre "tutto d'un fiato", il testo qui sopra è nato in un'oretta, direttamente nel box delle risposte di Targhenere.
Sono laureato in editoria multimediale, ma mi è sempre piaciuto scrivere, l'aver divorato i Quattroruote fin dell'infanzia credo abbia avuto la sua influenza, anche nello stile...Smile
#18 | danguard76 il 10/06/2011 11:31:54
Se sei laureato in editoria, saprai che di regola si citano le fonti.. Poi non stiamo parlando di un trattato storico, per un articolo così le fonti saranno al massimo due o tre..
D'altra parte non c'è niente di male a copiare e incollare piccoli stralci, basta indicarlo in calce.
#19 | danguard76 il 12/06/2011 19:04:02
#20 | gigi65 il 26/06/2011 15:54:12
molto bella e molto rara ciao ragazzi
#21 | FeDeesse il 09/08/2011 11:34:12
da urlo, bellissima. targata roma L come la mia DS.
#22 | time101cv il 01/11/2015 21:17:21
www.targhenere.net/images/005/img_0695_francesco78_tn11650_zpse9lbo54z.jpg
(foto "francesco78" )
#23 | PrinceMax il 01/11/2015 21:50:40
Accidenti che meraviglia! sbavv
#24 | diego h14 il 02/11/2015 13:02:23
più bella dietro che davanti
#25 | deltago92 il 02/11/2015 17:01:57
Sembra una lontana parente della Taunus.
#26 | 1600 GT il 02/11/2015 18:02:23
Stupefacente!!! L'unica che vidi fu nel lontano 1997 peraltro abbandonata in una stazione di servizio e di colore verde metallizzato. Modello assai affascinante secondo me.
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