Sì, non sono mai decollate come quelle della concorrente "ideale" Alfa GT Junior. La cosa è fonte di dibattito fra i collezionisti: la carriera agonistica c'è e anche gloriosa, la meccanica è raffinata, di stile e finiture non ne parliamo neanche..... Misteri del collezionismo.
Beh, io della mia ho realizzato 9500 euro (lo dico senza problemi perchè tanto il tedesco che l'ha comprata non credo ci legga...): che dite, potevo prendere di più?
L'unica pirlata che ho fatto è di non avere smontato i Melber, solo perchè non avrei potuto riutilizzarli su altre vetture e mi avrebbero ingombrato in garage...
Per ragioni che non mi sono mai chiesto, pare che i cerchi in lega della Fulvia calzino benissimo sul Maggiolino Volkswagen.
Almeno, così mi disse un maggiolinista.
Total, infatti quelli che avevo messo sulla mia Fulvia provenivano da un Maggiolino: l'attacco 4x130 è lo stesso!
Per curiosità, a quanto si compra una 1300 S II serie perfetta in tutto?
L'esemplare in foto è davvero impeccabile, tuttavia personalmente non ho mai digerito la Fulvia 3, la vedo come il frutto di un maldestro tentativo di modernizzarne l'aspetto attraverso elementi che mal si integrano con lo stile della vettura.
Ad esempio i particolari in plastica nera hanno poco senso, quando la carrozzeria è zeppa di cromature, come del resto è normale che sia visto che la Fulvia Coupè è figlia degli anni '60!
Anche all'interno le poche modifiche apportate vanno tutte nella direzione di "inquinare" l'atmosfera originaria: la strumentazione di disegno inutilmente elaborato, il pannello della plancia in plastica ad imitazione del legno e soprattutto l'orribile volante a due razze in gomma (che in pochi hanno conservato) non riuscivano certo a rendere più attuale un abitacolo "sixties" fino all'ultima vite.
Le uniche cose che salvo di questo restyling sono i poggiatesta, senz'altro utili e anche belli, e il pavimento rivestito in moquette, anche se certi abbinamenti di colore riuscivano a far precipitare nel kitsch anche una signora come la Fulvia...
Ad esempio i particolari in plastica nera hanno poco senso, quando la carrozzeria è zeppa di cromature, come del resto è normale che sia visto che la Fulvia Coupè è figlia degli anni '60!
Anche all'interno le poche modifiche apportate vanno tutte nella direzione di "inquinare" l'atmosfera originaria: la strumentazione di disegno inutilmente elaborato, il pannello della plancia in plastica ad imitazione del legno e soprattutto l'orribile volante a due razze in gomma (che in pochi hanno conservato) non riuscivano certo a rendere più attuale un abitacolo "sixties" fino all'ultima vite.
La mascherina radiatore e le cornici faro "diventano" nere solo per una questione di tendenza al momento del restyling. La strumentazione a fondo bianco e indici arancio era un "omaggio" alle Lancia più antiche e il volante a due razze in poliuretano espanso era obbligatorio a seguito dell'adozione di serie delle cinture di sicurezza e poggiatesta. Anche il rivestimento della plancia a imitazione legno era stato sostituito fin dalle ultimissime "prima serie".
Ho capito che il nero opaco faceva tendenza, quello che mi chiedevo era il perchè mischiarlo con gli altri particolari cromati, almeno per coerenza anche il profilo dello specchio di coda avrebbe dovuto essere del colore del frontale...
Tanto più che la "nuova" Beta Coupè di particolari neri all'esterno non ne aveva manco uno!
Certamente le nuove norme sulla sicurezza imposero alcune modifiche all'interno, non volevo dire che la Lancia imbruttì di proposito la Fulvia Coupè...
Tuttavia il risultato estetico lasciava, a mio avviso, a desiderare.
Ma sulla base di nessuna regola, ovviamente...
Era solo una considerazione personale, visto che hanno messo la mascherina e le cornici dei fari nere ci sarebbe stato bene richiamare qualcosa di nero anche dietro, tutto qui.
Ripeto, a mio gusto in un contesto tutto cromato il frontale nero è proprio un pugno in un occhio...
Altro discorso è, ad esempio, quanto fatto sull'ultima serie della Beta Coupè, quando i particolari cromati sono stati integralmente sostituiti da altrettanti neri.
Che la Fulvia 3 abbia diversi contrasti a livello estetico e cromatico è una cosa vera, anche perchè i lancisti all'epoca storsero il naso davanti a diverse cosette, e i lancisti erano sì esigenti fino allo scassamento ma non si lamentavano mai a vanvera.
Volendo spezzare una.... lancia a favore della Casa, si può ammettere che il finto legno della plancia aveva un grado di finitura talmente elevato che bisognava davvero essere esperti per distinguerlo da quello vero (in questo caso le critiche dei lancisti erano più che altro di principio) e il vantaggio non trascurabile era la sicurezza, in caso di urto non esplodeva in migliaia di schegge.
Le stesse considerazioni sulla maggior sicurezza valgono per il volante, anche se era veramente difficile realizzare qualcosa di più banale e povero, un vero pugno nell'occhio. Avrebbero potuto montare il Luisi con corona in pelle come nelle Montecarlo, ma ciò avrebbe sicuramente fatto lievitare i costi.
La verniciatura in nero della mascherina la vedo più che altro come una concessione alla sportività, a mio parere l'aspetto generale non perdeva granchè, anzi guadagnava in aggressività per la maggior evidenza della fanaliera.
Cosa che si sposava bene, non a caso, con gli allestimenti Montecarlo e Safari. Un pò meno bene con la versione normale, ma poteva andare molto peggio. Avrebbero potuto mettere dei bei paraurtoni squadrati tipo 131 Mirafiori, anche quella era tendenza.....
Molti "classici" subirono la stessa sorte della Fulvia in questione, in alcuni casi gli aggiornamenti riuscirono, in altri meno.
Un altro esempio può essere considerata la Mini: quando introdussero le calandre in ABS si ebbe una ventata di modernità su un'auto vecchia oramai più di 10 anni e la convivenza del nero col cromo qui fu ancora più evidente.
Però anche su auto di nuova concezione si poteva assistere allo stesso fenomeno di accostamento e l'esempio della X1/9 non è stato fatto a caso: in una vettura con moltissime parti in nero opaco, ritroviamo anche molti particolari cromati come i gocciolatoi del tetto, il profilo che incornicia lo specchio di coda, la cornice del parabrezza, il profilo che unisce i montanti del tetto, il tappo benzina. Credo che di questi contrasti, in quel periodo, ce ne fossero veramente tanti.
Per il resto, quoto in pieno le considerazioni di Total, ottima analisi....
