Ciò che non mi convince in quest'auto è la plancia con la strumentazione suddivisa in due cruscotti separati, scomoda da consultare (ho avuto una Mini e la disposizione dei quadranti è identica, con il contagiri davanti al volante e il resto al centro).
Inoltre trovo la grafica (con fondini blu!) brutta e triste, niente a che vedere con le strumentazioni della serie Giulia...
Se a tutto questo aggiungiamo il livello di finitura non eccelso e la discutibile logica di accostamento dei colori tra i vari rivestimenti, direi che l'abitacolo dell'Alfetta GT era un bel passo indietro rispetto a quelli delle Giulia GT e GTV.
Chi possiede o acquista un'Alfetta GT,penso che venga ampiamente ripagato dalla meccanica raffinata e dal cosidetto "handling" che regalano le Alfa Romeo con il ponte De Dion; dubito che il conducente si faccia pipponi sulla disposizione dei quadranti o del colore del fondo degli strumenti.
Gli anni settanta erano di... sperimentazione stilistica, soprattutto negli abitacoli, e in Alfa non tutte le ciambelle riuscivano col buco (ricordiamo l'enorme scritta "2000" nella plancia della Alfetta '77, molto poco signorile per un auto di quella categoria, o la strumentazione illeggibile e occultata dal cuscino rettangolare del clacson della coeva Giulietta...).
La strumentazione divisa dell'Alfetta GT era stata ideata, come recitava lo slogan, per "offrire al cliente le stesse sensazioni dei collaudatori Alfa".
Sarà, ma ci ripensarono in occasione del primo restyling....
..Aggiungiamo che gli interni in vellutino sono piuttosto delicati e soltanti gli esemplari vissuti al coperto non presentano i tessuti scoloriti o cotti..
La alfetta GT è un tipico esempio di come la filmografia possa orientare i gusti dei collezionisti: con il ritorno in auge dei poliziotteschi le quotazioni delle alfette berlina sono schizzati, e a meno di 5000 non si trova nulla; in cambio, trovare un buon esemplare di GT a 5000 è possibilissimo sebbene sulla carta una GT dovrebbe essere più desiderata..
Questo è vero.
Non sarà una caso che la Giulietta, uscita quando i poliziotteschi erano andati già in declino, ha ancora quotazioni bassissime....
In effetti fra le poche "uscite" della Giulietta si ricordano commedie sexy o grottesche tipo "Delitto al ristorante cinese", o "Viulentemente mia", o ancora "Fracchia la belva umana"....
Una Giulietta avorio del 1978 era l'auto su cui viaggiava Ugo Tognazzi nel film "Ingorgo, una storia impossibile" del 1979, amatissimo dagli appassionati di storiche per l'incredibile quantità di auto presenti in scena.
Un'altra Giulietta, in livrea polizia, recitò una divertente parte nell'episodio finale del film "Le comiche 2" del 1991: prima sfondava una finestra e piombava nel salone della villa di una sfortunata famiglia alle prese con due maldestri babbi natale (Villaggio e Pozzetto), poi, rubata dai due, la si vedeva (ovviamente in simulato) nei posti più assurdi, in un supermercato, all'interno di un autobus, sugli scivoli dell'Acquafan di Riccione e infine sott'acqua, in piscina!
Ancora una Giulietta, una 1600 prima serie luci di bosco metallizzato con il paraurti posteriore FL '81, fu utilizzata per la terza "puntata" della serie delle "Comiche", datata 1994: curiosamente fornita di targhe bianche false (con numerazione del 1991), recitava il ruolo di auto della scorta di un giudice, e venne davvero maltrattata, prima riempita di calcestruzzo attraverso il tettuccio apribile, e poi pressata sotto gli occhi dello spettatore...
