A vent'anni esatti dalla presentazione la Dea era ancora molto moderna. Bella livrea; chiedo cortesemente ai numerosi esperti del modello iscritti al sito la denominazione ufficiale di questa tinta. Per quanto, specie negli anni '70, godesse in Italia di una buona dffusione, è sorprendente constatare quante ne siano sopravvissute, considerato che è anche costosa da mantenere.

Comunque è molto ambita tra i collezionisti, dato che la DS quando era nata era 20 anni avanti alla concorrenza.

In Provenza ne circolano ancora tante ... se ne trovano in tutte le condizioni ... ed anche a prezzi accessibili ...

Anche più di 20 anni. La DS aveva come unico punto in comune alle altre auto del tempo le ruote o poco più, tutto il resto era ... reinterpretato.
Ad ogni modo, questo è un esemplare notevole, perchè trattasi di DS 21 Injection Electronique in allestimento Confort, più spartano del più ambito Pallas e molto meno diffuso, oggi come ieri.
Peccato per i brutti paracolpi laterali, non originali.
Il colore è il bellissimo, e molto gradito, Sable Metallise.
Aggiungo che l'auto è stata certamente ritargata, in quanto le maniglie sporgenti delle portiere identificano gli esemplari precedenti il 1972.
Se il colore è quello d'origine, l'anno esatto potrebbe essere il 1970 o il 1971.

Prendendo spunto dall'incipit di Total - grazie per l'indicazione della tinta - suggerisco a chi è interessato alla storia dell'automobile anche nei profili sociali e di costume la lettura del breve, e, come di consueto, esuberante articolo dello studioso francese del linguaggio dei segni Roland Barthes proprio sulla DS, scritto appena fu lanciata. Le due pagine si intitolano "La nuova Citroen", e fanno parte del saggio "Miti d'oggi", edito da Einaudi, facilmente reperibile anche nelle biblioteche pubbliche.