Mi pare che la targhetta comprenda il riferimento alla cilindrata 1,8, il che renderebbe questo esemplare databile a partire dal 1963. Non capisco invece se l'iscrizione posta sopra il curioso portatarga trapezoidale reciti "iniezione", il che significherebbe il massimo per prestazioni e rarità, ma mi sembra un po' corta. In ogni caso, la Flavia Coupé resta per me una delle auto più desiderabili, in primo luogo per la sagoma bassa, tesa, slanciata e con volumi ben distribuiti; splendido il frontale, composto in modo non troppo dissimile dalla berlina, ma più equilibrato e meglio integrato nel corpo vettura. Di derivazione Ferrari 250 GTE 2+2 il taglio della fiancata; sarebbe stata riuscita anche, se non di più, con gli stessi fari slanciati montati in verticale sulle creste di coda, nelle varianti a tre gemme separate, più sportive, o in elegante blocco unico. Immagino questa bella livrea bianco saratoga abbinata a una superba selleria in panno blu carta da zucchero.

Recita "iniezione", sono le dimensioni del portatarga da incubo a trarre in inganno... L'altra differenza estetica è la targhetta smaltata con i colori di Torino recante una "i" minuscola, montata sulla mascherina. È stata presentata al salone di Torino del 1965; l'iniezione indiretta Kugelfisher, come già scritto, incrementava le doti di brillantezza e ripresa consentendo un minore consumo di carburante.

La targhetta sopra il discutibile portatarga recita "Coupè".

Indirizzato dalla testimonianza di Etilico, riesco ora a decifrare la scritta, incollando il muso al monitor con le opportune inclinazioni
Una simile targhetta non era prevista su alcuna delle Flavia Coupé.

Vettura affascinante e di grande personalita' ...

Questa poi... Forse il proprietario pensava che fosse una berlina e ha voluto distinguerla.

Cos'altro si può volere dalla vita?