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Alfa Romeo Giulietta 1.6

giuliettafil20131101.jpg
Anno 1983 (fil82).

Data: 02/11/2013
Commenti: 21
Visualizzazioni: 1727
Commenti
#1 | Alessio3373 il 02/11/2013 12:54:48
I Ronal fanno sempre un grandissimo effetto claps
#2 | bayerische il 02/11/2013 14:41:56
Erano partiti bene disegnando un ottimo frontale e una bella fiancata poi era quasi ora di cena e hanno scarabocchiato la coda per rincasare in orario
#3 | IL BUE il 02/11/2013 15:01:03
... Un pò come certi commenti che talvolta capita di leggere... Pfft
A mio parere, se tutti scarabocchiassero così, effettivamente occorrerebbe analizzare bene i cestini della carta straccia prima di buttare il tutto al macero.
#4 | Total III il 02/11/2013 15:12:51
Quotissimo.

Magari non fu capita subito, ma ci si rese conto anni dopo che la coda alta della Giulietta aveva fatto invecchiare di colpo la generazione precedente di berline, fu una linea coraggiosa che venne prima premiata dal pubblico, e poi imitata da altre case.
Quando mio padre ne comprò una usata nel 1987, era ancora modernissima (per certi versi più riuscita della prima 75) e lo spoilerino posteriore motivo di vanto coi compagni di scuola. Cool
#5 | Markino il 02/11/2013 16:40:56
Siamo sicuri si tratti di una "1600" ?
Il tipo di pannelli applicati sulla fiancata, che ne avvolgono anche la parte inferiore, proseguendo la tonalità dei paraurti, mi sembrano tipici delle "1800" post-'81. La coda non aiuta nell'analisi: la scritta "Alfa Romeo Giulietta 1.8" dovrebbe trovarsi a destra nella fascia argento, o - contratta in Giulietta 1.8 - collocata subito al di sopra negli ultimi esemplari precedenti al restyling "plasticoso". Non se ne rileva invece traccia, come d'abitudine su gran parte delle Giuliette sottoposte a riverniciatura. Notevoli i cerchi, e sempre molto elegante e classico il rosso veneziano.
Quanto alla coda, non posso che considerarla una conclusione tanto ardita quanto perfetta e geniale di un "cuneo" straordinariamente riuscito. Che, considerando i numeri di vendita raccolti per questo modello da un'Alfa Romeo ancora con la A maiuscola, nonostante tutte le traversie dell'epoca, fu capito o comunque accettato di buon grado sin dall'inizio Smile
#6 | blackboxes66 il 02/11/2013 17:07:50
La 1.8 II serie dovrebbe avere i poggiatesta posteriori, che non si vedono... Sembra un mix tra 1.6 e 1.8.
Quanto alla coda, nel 1977 fece sensazione, e divise tra chi la amava incondizionatamente e chi la detestava. Io facevo parte di quest'ultima categoria, la trovavo massiccia e tozza; ora l'ho rivalutata in parte, perché è un disegno che ha segnato un'epoca, ma preferisco di gran lunga la 75
#7 | Total III il 02/11/2013 18:28:09
Credo sia una 1.6 (con tutti i condizionali del caso) anche per via della cornice lunotto in gomma, che nella 1.8 era in nobile metallo cromato.
La verniciatura grigia della fiancata a mio avviso slancia ancor di più una fiancata già di per se piuttosto dinamica.
Per rendersi conto di quanto il design fosse audace per i tempi, basti ricordare che con ben poche modifiche si è ricavata una vettura (la 75) che ha oltrepassato gli anni novanta disponendo ancora di un trend di vendite soddisfacente.
Questo mentre Bertone in persona, nonostante l'impegno profuso, non potè far miracoli per fare sembrare la 90, derivata Alfetta, al passo coi tempi. Non che la 90 fosse una brutta macchina, tutt'altro, ma la vista laterale denunciava l'anzianità progettuale.

In secondo luogo, mi piace ricordare che anche la tanto osannata Giulia venne parecchio criticata all'epoca per una linea giudicata tormentata e barocca. Stesso discorso per la coda alta dell'Alfetta.
Erano anni in cui l'Alfa aveva felici intuizioni nel campo del design, molte soluzioni vennero digerite a fatica ma anticiparono i tempi. Smile
#8 | fil82 il 02/11/2013 21:27:51
Confermo la cilindrata 1600 Wink
E' stata anche leggermente abbassata di assetto.
#9 | blackboxes66 il 03/11/2013 11:15:22
Erano gli anni in cui l'Alfa Romeo era un punto di riferimento nell'evoluzione dell'auto, sia nel design, inteso anche come aerodinamica, sia nella tecnica. Da quanti anni una Casa italiana non propone una novità assoluta che gli altri copiano? Sad
#10 | bayerische il 03/11/2013 16:12:14
Beh Marco,a giudicare come sono andate le cose meno male che nessuna casa straniera ha copiato questa vettura eh eh
#11 | Total III il 03/11/2013 16:26:02
Sarà un mio problema, ma questa non l'ho davvero capita...
#12 | Markino il 03/11/2013 17:03:04
Invece sono sicuro, Total, che l'hai capita, ma la boutade di Bayerische, piuttosto "facile" e superficialotta, mi si perdoni, finisce per richiamare un universo di contesti in cui il valore delle auto proposte c'entra ben poco.
Perché, pure acquisita da un costruttore con le spalle più larghe, dato che sarebbe stata comunque troppo piccola nella competizione globale per restare zitella, e senza contare le problematiche giuridico-economiche nel mantenerla in mano pubblica nell'era di Maastricht, l'Alfa Romeo, per la sua storia, i suoi progettisti e le sue maestranze, non meritava certo di finire rapidamente asfaltata come entità a sé stante, sebbene la stagione "De Silva", con 147 e 156, abbia rappresentato un momento di rilancio valido e numericamente fruttuoso, al quale non si è saputo dare adeguato seguito.
I libri per documentarsi e capire la straordinaria storia produttiva e umana dell'Alfa Romeo non mancano certo (come le conferenze, di cui una, strepitosa, segnalatami da Massimo, tenutasi alla Fondazione Corriere della Sera, dove ho assistito a dibattiti storici assai interessanti, relativa all'ultimo libro su Giuseppe Luraghi, persa dal vivo ma riascoltata sul sito, dove è interamente disponibile) e non mi permetto quindi di selezionarne qualcuno da suggerire a Bayerische quale feconda lettura Wink
#13 | bayerische il 03/11/2013 19:24:04
La mia era l'amara constatazione che fu proprio da metà anni 70 che più nessuno copiò le auto italiane proprio perchè avevano perso la supremazia tecnologica dei decenni precedenti.Fu questo,a mio parere, il periodo in cui si innescò il processo che ci ha portati all'attuale desolante situazione dell'industria automobilistica nazionale.Riguardo l'alfa sono convinto che le ultime vetture veramente in linea coll'enorme prestigio del marchio siano state l'Alfetta e l'Alfasud dopo si è andati avanti vent'anni a riproporre questi schemi che ormai non erano più al passo coi tempi.Dire queste cose è per me spiacevole in virtù dei miei trascorsi alfisti alla guida di una Alfetta gtv di una 33 1.7 (cattivissima)di una 90 2.0 e di una 164.
P.S. preso da nostalgie e per riabilitarmi agli occhi degli amici alfisti un mesetto fa mi sono regalato una 164 identica a quella che avevo da ragazzo,l'ultima vera alfa.
#14 | IL BUE il 03/11/2013 23:14:55
bayerische il 03/11/2013 19:24:04
P.S. preso da nostalgie e per riabilitarmi agli occhi degli amici alfisti un mesetto fa mi sono regalato una 164 identica a quella che avevo da ragazzo,l'ultima vera alfa.

Ok, l'ultima progettata dalla fu Alfa, ok, prodotta ad arese e motorizzata con l'ultima evoluzione del bialbero, ma definire la 164 l'ultima vera Alfa è inglorioso sia nei confronti della 75, che lo è a mio avviso (e di tanti altri Alfisti) la vera ultima Alfa, sia nei confronti del suo immortale ed ancora oggi usato per le vetture sportive (pensando soprattutto alle Ferrari col motore anteriore), mi suona come una vera imprecazione. Piuttosto la considero l'inizio della fine.
#15 | bayerische il 03/11/2013 23:34:46
Se è vero che i valori storici Alfa Romeo erano avanguardia tecnica, sicurezza e piacere di guida, sportività e bella linea la 164 ha incarnato questi valori a livelli inarrivabili alle minestre riscaldate cui la casa milanese aveva costretto i suoi clientti negli ultimi anni,anche a dispetto della trazione anteriore . In più vantava ottimi consumi finiture ed affidabilità molto buone e una gamma di motori straordinaria dal ts al 3.0 24v o allo straordinario v6 turbo, ma capisco i romantici
#16 | Total III il 04/11/2013 01:19:39
Beh, ogni cosa va guardata nella sua globalità.
La 164 è stata una grandissima auto, stilisticamente stupenda (pensare che le linee erano già definitive nel 1983!) e piena di contenuti, dall'abitabilità abbondante ai motori (specie i V6).
Certo fu figlia di un compromesso, con l'azienza di Massaccesi costretta ad aderire alla joint venture già in atto fra Fiat e Saab, adattando un progetto pensato per una meccanica tradizionale a trazione posteriore ma per cui l'azionista di riferimento (lo Stato) non aveva intenzione di mettere un soldo.
Ecco perché la 164 ebbe una gestazione lunga e faticosa, dovuta alla necessità di eliminare i problemi di maneggevolezza e stabilità dati dall'adattamento del pianale Fiat alla filante linea di Pininfarina. Problemi peraltro mai risolti del tutto.
Buona macchina quindi, ma i troppi compromessi la rendono parecchio "diversa" dalla concezione tradizionale della berlina Alfa.
Anche perché, nostalgici o meno, vorrei vedere cosa direbbero i clienti fidelizzati BMW se questa passasse di colpo alla trazione anteriore.
E' una questione innanzitutto di immagine, ancor più che di feeling di guida.
#17 | S4 il 04/11/2013 02:13:06
Problemi peraltro mai risolti del tutto.

Mi hai fatto venire in mente che i tecnici di 4R avevano modificato la taratura della sospensione posteriore a un esemplare di 164, in seguito pubblicarono una sorta di prova su strada con tanto di stellette guadagnate prima e dopo la correzione.
#18 | Total III il 04/11/2013 19:20:53
Questa non la sapevo. Ma non mi stupisco: una precisa scelta del management fu quella (anche ragionevole, considerando il tipo di utenza a cui la 164 era destinata) di previlegiare il confort, il che unito ad uno sterzo piuttosto lento (benchè migliorato negli anni) non rendeva la guida molto reattiva.
Certo, la caratterizzazione "signorile" delle berline Alfa era cominciata ben prima, con le Alfetta L dall'assetto morbido e le Quadrifoglio infarcite di gadget elettronici.
A posteriori in molti hanno parlato di tradimento alla filosofia del marchio, ma in verità ai tempi le berline sportive ma spartane non erano considerate più al passo coi tempi.
#19 | bayerische il 04/11/2013 19:27:49
provare per credere
#20 | maxtrave il 08/10/2014 02:39:12
Mi permetto di entrare, con notevole ritardo, in questa discussione; che le vetture italiane non godano nel mondo di ottima fama nel mondo è risaputo ma è altrettanto risaputo che la tecnologia italiana sia sotto il profilo della progettazione della carrozzeria e della motoristica sia ai primi posti in assoluto; alcuni esempi la Fiat Tipo per quanto riguarda la struttura della carrozzeria è stata una vera e propria rivoluzione per la prima volta si è sostanzialmente modificata la struttura portante della parte anteriore con l'ingrandimento dei longheroni anteriori ad assorbimento d'urto e la quasi scomparsa dei fianchetti anteriori interni ( o parafanghi interni) tutto a vantaggio della sicurezza (questa soluzione è stata riproposta dalla maggior parte delle case costruttrici nel corso degli anni), dal punto di vista motoristico mi basta ricordare il common rail brevetto che il gruppo fiat ha studiato e costruito e successivamente venduto a Bosch, senza parlare di tante altre innovazioni del passato a dir poco rivoluzionarie basti pensare alla Fiat 128 trazione anteriore motore trasversale e motore ad albero a camme in testa con cinghia.........certo hanno creato vittime illustri vedi Alfa e Lancia snaturate del loro spirito originale.....scusate lo sfogo e sopprimete Marchionni
#21 | time101cv il 11/06/2018 23:51:52
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