Molto bella, incontrata per caso dal benzinaio.

Davvero un gran bell'avvistamento. Oggigiorno la Appia, nella sua terza serie, è ancora relativamente diffusa, ragion per cui non si tratta di uno dei miei "sogni automobilistici proibiti", il ciò unito al fatto che, idealmente, la associo sempre e solo a matrimoni, in livrea bianca, nera o blu, tutta bardata e tirata a lucido e con le gomme a bordino bianco.
Questa immortalata da Alex, con targhe non originali ma comunque "anziane", si tratta di una favolosa seconda serie, probabilmente la mia preferita delle tre, all'apparenza tutta coerente alla sua realtà storica. Come la Aurelia sostituì nel listino Lancia la Aprilia, così la Appia sostituì la Ardea: come intercorrevano forti analogie fra le progenitrici Ardea e Aprilia, così si riscontrano anche nel confronto fra le "figlie" Appia e Aurelia.
E' curioso notare come la Appia fu una delle Lancia che diede maggiore impulso creativo ai carrozzieri, che si sbizzarrirono nel realizzare le più curiose versioni fuoriserie, come le bellissime coupé carrozzate da Allemano, Boano o Vignale.

Elegantissima e molto ben conservata. Una Rolls Royce Ghost ante litteram, in formato ridotto, specie osservando da lontano lo scatto che ne ha catturato la fiancata.
Caratteristici i fari posteriori vagamente "a goccia", con l'indicatore di direzione nella parte inferiore.