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Mercedes 240 D W123

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Anno 1983 (Alessio3373).

Data: 24/08/2014
Commenti: 9
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Commenti
#1 | atae21 il 24/08/2014 11:32:44
Penso che in Italia sia la berlina d'epoca a gasolio più diffusa al giorno d'oggi! Anche le Volvo 244 GL D6 o le Rekord 2.3 D avevano una robustezza proverbiale ma oggi come oggi sono letteralmente sparite. Perchè invece di queste Mercedes se ne trovano ancora così tante in circolazione? dubbio
#2 | IL BUE il 24/08/2014 13:29:46
Forse non erano all'altezza in termini di qualità costruttiva non solo di interni e carrozzeria, ma di tutto ciò che è attorno al motore sempre in termini di meccanica (semiassi, cambio, sterzo, etc etc)? Boh, l'ho buttata li
#3 | PrinceMax il 24/08/2014 13:59:04
La questione sollevata da Atae21 è sempre stata per me di notevole interesse.
Molte volte, negli anni, mi sono chiesto con quale criterio il parco auto "nazionale" resista nel corso dei decenni, che meccanismo ci sia alla base della massiccia sopravvivenza di taluni modelli a discapito di altri, letteralmente estinti dalle nostre strade. Senza dubbio la ragione di tutto ciò non è individuabile in un'unica motivazione, bensì in un insieme di concause.
In primo luogo, sottoscrivo quanto detto da Bue.
C'è da considerare che se è vero che Opel Rekord e Mercedes-Benz W123 si rivolgevano, più o meno, allo stesso bacino d'utenza (quello dei rappresentanti e/o dei grandi viaggiatori), è altrettanto vero che la berlina di Stoccarda aveva dalla sua un design per l'epoca stupefacente (vedi "era Bruno Sacco" ), oltre a contenuti tecnici, frutto di anni di studi e ricerche, che la collega poteva solo sognarsi.
Chiarifico ciò con un banale esempio. Il quartiere in cui abito è popolato, per lo più, da persone molto anziane, ragion per cui ancora oggi il parco auto è formato da numerosi autoveicoli non propriamente recenti. Fino a una decina d'anni fa, nel raggio di poche centinaia di metri di distanza, soggiornavano abitualmente all'aperto una Mercedes-Benz 240 D W123 (di proprietà di un medico in pensione) e una Opel Kadett C di una professoressa, anche lei pensionata. Alla soglia del 2005, la Opel era in condizioni disastrose (ruggine e stucco erano ovunque, venticinque anni alle intemperie si vedevano prepotentemente), mentre la Mercedes, pur avendo condiviso la stessa "vita" della Opel, era ancora in buone se non ottime condizioni. Conoscendo entrambi i proprietari, so bene che nessuno dei due nutriva particolari cure nei confronti della propria automobile.
Oggi la Mercedes, anche se con un proprietario differente, circola ancora allegramente per la mia città (è già censita su TargheNere), mentre la Opel venne demolita proprio nel 2005..... chissà, magari sarà parte del piccolo smartphone da cui sto scrivendo! Pfft
Scherzi a parte, le Opel (al pari delle Talbot, delle Peugeot, etc.) probabilmente pagarono un design del tutto anonimo e un "appel" di marchio pressoché inesistente.
Il discorso è differente (ma neppure troppo) per le Volvo. Sino alla metà degli anni '80, le auto della casa svedese venivano viste come poco più di "grandi baracconi"; solo alla metà di quel decennio, forse per l'inizio di una loro massiccia diffusione nelle zone di Milano e provincia (per lo più in mano a rampanti professionisti con famiglia al seguito), la loro fama si consolidò, facendole quasi assurgere al ruolo di "status symbol" rappresentativo di una certa ricca borghesia.
Per queste ragioni, un appassionato che oggi si dedica con amore al recupero e/o alla ricerca di una vecchia Opel, di una dimenticata Talbot, di una desueta Volvo o di una obsoleta Peugeot ha tutta la mia stima e tutta la mia ammirazione più sincera.
La W123, che negli anni ha sofferto molto della nomea "di auto del deserto" impiegata come taxi nei paesi medio-orientali, sta oggi conoscendo una sorta di "riscoperta". Nella mia "caccia" quotidiana alla ricerca di targhe nere, ne ho incontrate davvero molte in mano ad appassionati che le curano e le coccolano in ogni modo. Il suo destino sarà probabilmente speculare a quello della "/8": per anni tacciata come "auto degli zingari", e oggi collezionisticamente considerata.
L'idea che mi son fatto, è che nel sentire comune una Mercedes è sempre una Mercedes. Proverbiali, in questo senso, i commenti che la mia ragazza ha fatto quando ho fotografato una W123 e la Opel Rekord passata su TargheNere qualche tempo fa: nel primo caso "che meraviglia!", nel secondo "che catorcio, è orrenda!". Modi di esprimersi che, manco a dirlo, mi hanno fatto "leggermente alterare". Grin
Il mondo delle Peugeot, delle Renault, delle Opel, delle Talbot "d'annata" è un mondo forse un po' di nicchia; penso che in Italia saremo massimo un migliaio di persone che farebbero carte false per avere una Tagora nel proprio garage! Pfft
Mentre i cultori della "stella a tre punte" sono molti di più, e probabilmente anche ciò ha contribuito non poco alla preservazione di così tante W123. Smile
#4 | bayerische il 24/08/2014 15:02:56
Secondo me più che per questioni tecniche la conservazione di una vettura riguarda l'aspetto emozionale. Si conservano i modelli dotati di forte personalità,quelli che fanno breccia nel cuore gli elettrodomestici si buttano....
#5 | IL BUE il 24/08/2014 15:07:55
Dissento per quanto riguarda il discorso Volvo. Possiedo diversi Quattroruote anni'70 in cui c'erano articoli sulle Volvo, soprattutto di indagine presso l'utenza sul perchè le sceglievano, e la risposta principale era: "Per la robustezza". Il target di clientela lo confermava: commessi viaggiatori, medici condotti, professionisti vari che macinavano chilometri... Costavano tanto, e questo era il principale motivo della limitata diffusione. Ma "baracconi" credo proprio che non lo venivano considerate.
#6 | PrinceMax il 24/08/2014 15:20:42
Sicuramente erano robuste, ieri come oggi, nessuno lo mette in dubbio: figurati che in famiglia possediamo una V40 da dieci anni (oltretutto dai puristi del marchio ritenuta un "aborto" ) ed è una fra le migliori auto che i miei hanno avuto, per loro stessa ammissione: robusta, parca nei consumi e piacevole da guidare.
Ma se le Volvo di oggi sono, in molti casi, auto assai piacevoli anche esteticamente, al tempo la loro dote primaria non era di certo la gradevolezza della linea. Soffrivano di uno scarso appeal, ragione per cui, spremute a dovere dai proprietari, difficilmente scampavano alle massicce campagne di rottamazione. Smile
#7 | gabford il 24/08/2014 16:06:54
Da ex conterraneo di PrinceMax, con l'aggravante di avere un'età più avanzata, che però mi consente di ricordare certe epoche per esperienza diretta, confermo che nelle nostre lande, fino agli anni '80 almeno, le Volvo erano considerate sì robuste, sicure ed affidabili, ma esteticamente lontane da canoni all'epoca ritenuti "ideali". Ricordo come consuete, nel sentire comune, definizioni tipo "carro funebre", riferito naturalmente a station wagon come la 240 o la 740...
#8 | atae21 il 24/08/2014 20:36:25
Io ho fatto un paragone con altre berlinone diesel degli anni 70/80 quali la Volvo 200 e la Rekord ma ricordo ai tempi che erano comunque diffuse anche le varie 131/132 diesel, le 504/505 GRD, le CX Pallas D e, perchè no, anche le sportive Alfetta TD. Ebbene, quante di queste possono solo minimamente avvicinare il numero di avvistamenti delle Mercedes W123? Nessuna! Eppure, a loro modo, erano tutte vetture che andavano bene. Chi sceglieva la 504 non era certo interessato alle prestazioni dell'Alfetta e il cliente della CX non era quello delle tradizionali berline Fiat. Sarebbe stato interessante poter paragonare la W123 alla Serie 5 a gasolio (prima Bmw con questa motorizzazione) ma la 524d/td venne presentata solo nel 1983, quando la Mercedes in questione era già vecchiotta e giravano già i progetti della successiva W124. E comunque se paragoniamo anche le W124 a gasolio, rispetto alle 524td E28 (ma anche E34) sono ancora in maggioranza sulle nostre strade. Rispetto alle altre case un fatto indiscutibile c'è: i ricambi Mercedes saranno sempre stati cari ma disponibili per qualsiasi auto della stella. Non si può dire altrettanto delle Opel, Peugeot, Volvo e Fiat!!! Angry Oggi con internet tutti siamo capaci di cercare e trovare il ricambio raro che dal ricambista o in concessionaria non è più disponibile; ma fino agli anni novanta qual'era l'alternativa? Buttare via la macchina e sostituirla con una più moderna. Quindi se una 504 si rompeva a 400.000 km. la si buttava, una 240d la si riparava. Ed ecco che sono arrivate ai nostri giorni...Smile
#9 | S4 il 24/08/2014 21:03:12
C'è anche da dire che queste vetture, seppur robuste, sono sopravvissute solo nei piccoli centri urbani; nelle grandi città, leggi pseudoecologiste hanno contribuito non poco alla decimazione di tutti gli altri modelli.
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