All'epoca i "Suzukini" (come venivano comunemente indicati) divennero rapidamente molto ambiti dai giovani, e dal pubblico femminile in genere, specie in contesti urbani, dove in realtà non c'era alcuna reale necessità di un fuoristrada. Per quanto lontane dalla mia idea di "macchina", solidamente ancorata, per il dopoguerra, ai "tipi" tradizionali, a cominciare dalla berlina, devo dire che erano vetture molto piacevoli, pratiche ed efficienti, valide per le più disparate forme di impiego (almeno nel breve e medio raggio).
Vendute in buon numero, ma, soprattutto, sopravvissute in una percentuale molto superiore al parco - impietosamente falcidiato - degli anni '80. Probabilmente, anche nelle furiose e disgraziate stagioni delle rottamazioni, non era il genere di vettura che il proprietario correva ad incentivare.

Comunque se si va lontano dalle città, già dalle prime montagne queste Suzuki sono avvistamenti molto frequenti (per lo più a targhe bianche), perchè nel fuoristrada sono mezzi eccezionali, in grado di cavarsela in ogni situazione e su qualsiasi fondo stradale, come mi hanno confermato diversi conoscenti proprietari di Suzukine.

Posso senza alcun dubbio confermare quanto detto da Markino e Danip. Io ho avuto per 21 anni un samurai telonato del 1988. E' stata la prima macchina che mi regalò mio padre, poco prima che prendessi la patente. Mi ha accompagnato ovunque, dalla strada più asfaltata allo sterrato più scosceso in montagna, (ci ho fatto pure dei viaggi) per 220000km, senza mai avere alcun tipo di problema, dimostrando di "digerire" molto bene l'impianto gpl.Era spartano, ma proprio per questo poteva essere usato in qualunqie condizione. Purtroppo, nel 2009, per mia "eccessiva fiducia nel prossimo", mi fu rubata da sotto il naso, nel giro di mezz'ora....ovviamente non è mai stata ritrovata...ed ancora oggi la rimpiango.
P.S: il suo successore, cioè il Jimny, è sì molto più moderno,ma non è all'altezza del samurai quanto a versatilità.