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Alfa Romeo Giulia Sprint GTC

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Anno n.c., targhe nere del 1968 (Frabo187).

Data: 02/04/2017
Commenti: 9
Visualizzazioni: 1223
Commenti
#1 | bob91180 il 02/04/2017 12:10:08
Pezzo notevole da leccarsi i baffi ... solo 1000 esemplari costruiti ...
#2 | Alfa33 il 02/04/2017 12:29:16
Incredibile. Complimenti anche per questo avvistamento
#3 | oinotna il 02/04/2017 13:01:28
Decisamente di nicchia!
#4 | Frabo187 il 02/04/2017 13:22:14
Complimenti anche per questo avvistamento

Grazie! Ricordo che per fotografarla corsi letteralmente come un pazzo in mezzo alla strada, fortuna che c'era il semaforo altrimenti a piedi era dura inseguirla... ROTFL
#5 | bayerische il 02/04/2017 13:51:04
Che sia una rarità è fuori dubbio che sia pure una bellezza è già meno scontato.L'equilibrio stilistico, perfetto nella coupè, qui è stravolto dalla decapitazione,da chiusa poi quel telino triste e moscio fa il resto.
#6 | gabford il 02/04/2017 20:45:33
L'interpretazione della Sprint GT della Carrozzeria Touring non fu indubbiamente tra le più felici, forse più sul piano dinamico che estetico, vista la sua difficile guidabilità... Comunque l'avvistamento merita.
#7 | Alfa33 il 02/04/2017 22:11:11
Effettivamente con la capote aperta è un'altra cosa a livello estetico.
#8 | Mc 127 il 04/04/2017 12:43:00
Non mi sento affatto di bocciarla: certo, altra cosa rispetto all'originario coupé... A capote aperta la resa stilistica effettivamente é di un altro livello e, d'altra parte, quella sarebbe la sua natura. Avvistamento decisamente notevole.
#9 | Markino il 06/04/2017 20:28:37
Ultima creazione realizzata in serie del prestigioso atelier fondato nel 1926 da Felice Bianchi Anderloni, e retto dal 1949 dal figlio Carlo Felice; fu appunto possibile costruire un migliaio di esemplari della Convertibile derivata dalla Giulia Sprint GT, tra il 1965 e il 1966, prima della messa in liquidazione dell'azienda, trascinata in gravi difficoltà dall'infausta vicenda dell'accordo produttivo stretto pochi anni prima con il Gruppo Rootes.
Pur non essendo un amante sfegatato delle vetture scoperte, la "GTC" fa comunque parte della cerchia di modelli - prevalentemente italiani - di mio assoluto gradimento; la si gusta appieno, certamente, a capote ripiegata, circostanza peraltro piuttosto frequente tra le cabriolet, che, tendenzialmente, soffrono l'estraneità della copertura in tessuto alla conformazione metallica del corpo vettura, che risalta con forza a "mantice eretto".
Esemplare in gran spolvero, sconosciuto ai miei archivi, in un biancospino che notoriamente apprezzo, e con bella targa a 5 cifre.
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