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Fiat 508 C Nuova Balilla 1100

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Anno 1939 (Francesco1117).

Data: 18/01/2020
Commenti: 8
Visualizzazioni: 951
Commenti
#1 | time101cv il 18/01/2020 11:59:47
www.targhenere.net/gallery2/wp-content/uploads/2020/01/9b2bf306-0961-4c6b-b447-8ddc4213c8e0.jpg
(foto "Francesco1117" )
#2 | bob91180 il 18/01/2020 12:28:00
Affascinante pezzo da museo ... suppongo sia scampata al conflitto nascosta in un fienile tra le montagne ...
O magari era la vettura di qualche podesta' ... chissa' ...
#3 | Neeskens78 il 18/01/2020 13:35:44
bellissima, e impreziosita dalla notevole targa
#4 | polar il 18/01/2020 20:59:09
Una vettura del '39 giunta fino ad oggi per di più con la sua targa ha sicuramente una storia interessante...
#5 | SebaRaba1961 il 17/01/2021 14:43:14
CHE SPETTACOLO!!!! In assoluto la mia auto pre-bellica preferita di casa Fiat.
#6 | LFL il 17/01/2021 15:57:05
Una vettura del '39 giunta fino ad oggi per di più con la sua targa ha sicuramente una storia interessante...


Salvo eccezioni, quasi mai. C'è un fatto: quasi subito dopo lo scoppio del conflitto, i carburanti furono rigorosamente razionati e disponibili solo per chi poteva dimostrarne la necessità (ad esempio, i medici condotti). Tutti gli altri automobilisti - o quanto meno i più accorti - sapendo di non poterla usare e disponendo di opportune soluzioni, riuscirono a salvarle. Le soluzioni più diffuse erano:

- smontare il veicolo pezzo per pezzo: chi requisiva il mezzo aveva bisogno di un veicolo efficiente, non certo di un qualcosa da rimettere in sesto, specie se i pezzi del ouzzle non c'erano tutti (ovviamente, si aveva l'accortezza di non tenere tutto insieme Wink )

- sotterrare il veicolo. Un po' come la malavita sotterra i campion pieni di rifiuti pericolosi, ovviamente con l'accortezza di proteggere dall'umidità l'auto.

- ricovero in stalla/pollaio/fienile. Forse il metodo più diffuso, visto che all'epoca la grande maggioranza dei cittadini viveva in campagna, anche perché nella maggior parte dei casi la struttura di queste costruzioni permetteva facili camuffamenti.

Ci sono varie testimonianze su quanto sopra, ma forse le più attendibili sono le foto o le riprese filmate subito dopo la fine della guerra: di auto se ne vedono circolare molte di più di quanto requisizione e distruzione bellica potessero far pensare.

Invece, il grosso problema post-bellico era un altro: i pneumatici. Tanto che le Case fino al 1949-50 mettevano i propri modelli a listino con un prezzo escluso pneumatici: anche questo problema comportò la corsa ai residuati bellici, dei quali i pneumatici si potevano invece trovare con una certa facilità.
#7 | deltago92 il 17/01/2021 16:17:06
ricovero in stalla/pollaio/fienile. Forse il metodo più diffuso, visto che all'epoca la grande maggioranza dei cittadini viveva in campagna, anche perché nella maggior parte dei casi la struttura di queste costruzioni permetteva facili camuffamenti.

Avevo letto tempo fa su Ruoteclassiche una storia simile riguardo due auto prebelliche uguali (di cui non ricordo il modello), di proprietà di due fratelli, che vennero parcheggiate nella stalla e successivamente nascoste costruendo due pareti, una esterna e una tra le due. Quando arrivarono i tedeschi buttarono giù la prima parete e si portarono via un'auto, senza accorgersi fortunatamente che c'era un'altra parete "posticcia", quindi l'altra una venne risparmiata e successivamente passata agli eredi che l'hanno fatta pubblicare sulla rivista.
questo problema comportò la corsa ai residuati bellici, dei quali i pneumatici si potevano invece trovare con una certa facilità.

In famiglia possediamo un vecchio carro agricolo che monta le ruote degli aerei militari usati in guerra. Vi dico che le gomme sono ancora le stesse, hanno uno spessore e una qualità che quelle moderne (pur con maggior tenuta) si sognano...
#8 | LFL il 17/01/2021 16:56:26
In famiglia possediamo un vecchio carro agricolo che monta le ruote degli aerei militari usati in guerra. Vi dico che le gomme sono ancora le stesse, hanno uno spessore e una qualità che quelle moderne (pur con maggior tenuta) si sognano...


I pneumatici ancora dopo la guerra erano prodotti con caucciù naturale, la gomma da sintesi chimica purtroppo ha una durata inferiore, anche se i pregi compensano questi difetti. Tra gli anni '60 e '70 sparirono anche gli ultimi pneumatici con caucciù naturale: da allora nessun Costruttore di pneumatici ne produce.
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