Bellissimo esemplare, forse restaurato diversi anni addietro, di una vettura di lignaggio medio-alto nonostante la modesta cilindrata, una Lancia - nome che esprimeva di per sé tutto un universo - a tutti gli effetti.
Scura e con targa siciliana, mi fa venire in mente l'eccellente film di Gianni Amelio - tratto dall'omonimo romanzo di Leonardo Sciascia - "Porte aperte", dove ne compare una in un paio di brevi scene nel centro storico di Palermo, della quale l'autista, costretto a fornire testimonianza in aula da un superbo Gian Maria Volonté, giudice a latere, fa poi menzione, ammettendo di avere accompagnato qualche volta "con la Lancia" la moglie dell'imputato a casa di un funzionario pubblico, in seguito assassinato da quest'ultimo (se ricordo bene).
provincia con circa 300.000 abitanti e redditi non elevati
La media dei redditi era sicuramente bassa, come lo è ora, ma il grande Trilussa insegna che c'è chi mangia nove polli e chi ne mangia uno solo......poi nelle statistiche esce fuori che entrambi hanno mangiato cinque polli a testa.
La Trinacria è anche terra di baroni, latifondisti, notabili, gente ricca sfondata di suo e culla della Targa Florio…...quindi non trovo affatto inusuale che circolino auto di pregio, anzi chissà quante auto ancor molto più pregiate di questa Lancia sono custodite nell'Isola.
Siccome sono un data-addicted , mi ero già posto il dubbio e ho verificato.
Negli anni '30 la provincia di Messina, capoluogo incluso, aveva circa gli stessi abitanti di oggi, un po' oltre i 600.000.
Certo ... poi c'era anche stato il terremoto nel 1908 , per cui il tenore di vita non doveva essere molto florido ...
Le auto dovevano essere praticamente appannaggio di latifondisti e nobili ...
Concordo assolutamente con l'intervento di Transaxle73. Il sud è terra di reddito pro capite medio più basso del nord ma le persone benestanti ci sono e ci sono sempre state. La Sicilia è terra di antiche nobiltà, millenaria cultura e di imprenditoria vivace che, decisioni governative discutibili, hanno limitato ma mai soffocato. A scopo di riflessione segnalo che, in questo sito, sono state pubblicate due auto antecedenti al 1932 (quando l'auto era un lusso per pochi) con targa Messina: una Fiat 522 del 1931 ed una OM 469, non proprio due utilitarie. Con gli stessi criteri temporali, possiamo vedere lo stesso numero di veterane targate Milano: una Fiat 509 del 1926 ed una Balilla del 1932.
Inoltre la notevole disponibilità di immobili, pressoché inutilizzati, dei benestanti siciliani ha permesso, anche al giorno d'oggi,che molte auto considerate semplicemente vecchie siano state accantonate in attesa di tempi migliori. D'altro canto una vita meno frenetica rispetto ad altre zone del Paese e un clima favorevole hanno sicuramente permesso che molti esemplari siano arrivati fino ai giorni d'oggi.
Mi risulta facile "datare" le targhe di Messina nonostante viva ad un migliaio di km di distanza e quindi non ne veda mai...
La mia provincia (Trento) è sovrapponibile in maniera pressochè perfetta a quella siciliana per le immatricolazioni: le targhe quadre sono terminate con soli 2000 numeri di differenza, le nere con lo stesso identico numero
La Lancia Augusta era un capolavoro. Aveva un motore con solo 1.2 litri, ma era abbastanza leggera - grazie alla carrozzeria portante - e con una potenza di 30-35 CV riusciva a superare i 100 km/h nonostante il piccolo 1.2 litri... oggi 100 km/h di velocità massima possono far sorridere, ma all'epoca erano già una bella velocità, dato che solo le sportive vere e proprie riuscivano a superare i 130-140 km/h; in casa Lancia, nello stesso periodo l'Artena superava i 100 km/h (ma aveva un 2 litri di cilindrata per quasi 60 CV), mentre l'Astura con carrozzeria berlina era sui 120 km/h (2.6 litri) ovvero 125-130 km/h (3 litri).
La cosa più esaltante è che alla Lancia all'epoca non avevano praticamente stampi e presse: i lamierati di carrozzeria venivano realizzati con le piegatrici manuali. Si può capire quindi di che livello fossero le maestranze di Bprgo San Paolo...
Aggiornata la foto, ora è visibile la prima cifra della targa.
Quanto alle considerazioni socio economiche sulla provincia di Messina in particolare e la Sicilia in generale, quoto quanto già scritto nei post precedenti.
Ricordo che l'Augusta aveva anche di serie la ruota libera e fu presentata al Salone di Parigi del 1932 con il nome di Belna, situazione che qualche anno dopo accadde per l'Aprilia con il nome di Ardennes.
Chi poteva essere il primo proprietario a quell'epoca ... in una provincia con circa 300.000 abitanti e redditi non elevati ...