Splendida... e con targa della mia città natale!

Direi di conoscere questo superbo esemplare , tramandato di padre in figlio , e sottoposto qualche anno fa ad una accurata manutenzione , dopo essere rimasto in garage fermo per parecchi anni ...

Una delle automobili che più sono capaci di emozionarmi; non ne sarei mai sazio.
Oltre alla meccanica raffinatissima e al "vestito" di alta sartoria, vedo nella "Giulietta Sprint" un simbolo tra i più alti del fervore della ripresa economica italiana postbellica, trainata dal genio nostrano e dalla grande "voglia di fare" delle generazioni che animarono quell'irripetibile stagione, tensione qui materializzata, tra l'altro, nell'improvvisa scelta, indotta dalle circostanze, di anteporre una Coupé sportiva alla Berlina, con tutte le difficoltà realizzative del caso, affrontate e risolte con tenacia e una buona dose di calcolato azzardo, in primo luogo, da Nuccio Bertone e Francesco Quaroni (all'epoca, Direttore Generale dell'Alfa Romeo), sin poi a "scendere" al più umile operaio di una miriade di officine subappaltatrici, ingaggiate nel 1954-'55 per fare fronte alla prima commessa di duemila carrozzerie.
Esemplare splendido, perfetto in questo classico bianco gardenia; la targhetta - presumo - "1300" nello specchio di coda non è coerente con il modello, e potrebbe rivenire da una "1300 Sprint" ultima serie del 1964-'65.

Ammetto di non essere esperto del modello e quindi non capto le incongruenze (mi affido a quanto dice il nostro guru Markino), però posso dire che questo è l'esemplare più bello di Giulietta Sprint che abbia mai visto dal vivo negli anni.
Ecco anche uno scatto dell'anteriore.