(foto "SebaRaba1961" )

Chissà se tutta questa gente, con la nuova legge (se finalmente sarà approvata e attuativa) delle targhe d'epoca, potrà vedere la propria auto con una vecchia targa italiana del periodo. Piuttosto che queste farlocche "Z" nere....

Questa era in cura presso il mio meccanico di fiducia l'anno scorso.

A mio modo di vedere, quel costrutto ha senso soltanto se è possibile risalire alla numerazione originaria di quell'esemplare (radiato e poi reimmatricolato o da reimmatricolare, o esportato e poi reimpatriato, ecc...); viceversa, appropriarsi di un numero qualsiasi soltanto perché "libero", ma privo di legame con l'auto, è un falso storico, ed è meglio tenersi le targhe recenti, più "autentiche".

Bellissima questa "Giulietta Spider" molto datata, forse venduta originariamente all'estero, magari negli Stati Uniti (il tachimetro, con poche "tacche", potrebbe essere in miglia). Potendo oggi scegliere nell'ambito di un restauro integrale, avrei montato lo specchietto retrovisore alla portiera, anziché sul parafango, dove non è regolabile dal posto di guida divenendo quindi censurabile in sede di revisione in motorizzazione.

Mitica "750" swb dall'immenso fascino , direi sicuramente ex u.s.a. ; ma perchè quello specchietto ?

Concordo con Markino sul fatto delle targhe, anche perché a mio modo di vedere ogni targa rappresenta la storia di un'auto, e anche se questa non c'è più, la sua targa dovrebbe restare solo sua, mi dispiacerebbe ad esempio vedere la targa di una delle Opel Kadett C che ebbe mio nonno, applicata ad un'altra vettura. Per le auto che non hanno mai avuto una targa d'epoca italiana, troverei molto più sensato far stampare nuove targhe provinciali ripartendo da dove si era fermata la numerazione, scegliendo il formato quadro o quello con provincia arancio in base all'età della vettura. In più aggiungo: se per caso l'esemplare radiato a cui si "rubano" le targhe non è rottamato ma all'estero, e poi rientra in Italia richiedendo le prime targhe, come si risolve la faccenda?

Capisco il punto di vista di Markino e Luka sulle targhe e, in parte, lo condivido. Però al di là di tutto, avere una targa nera Como sulla mia Tagora del 1983 (importata dalla Francia, quindi con targhe nuove FG) mi farebbe non poco gola, oltre che sarebbe una gioia per gli occhi. Potrei chiedere la targa CO 72.... (del 1983) che ebbe la defunta Ritmo 60 di mio zio: di sicuro è una targa "libera" e pure, in un certo senso, di famiglia. Altro discorso (fattibile senza problemi) sarebbe riavere la prima targa "MI 51977M" della mia Bmw 320, ritargata CO (bianca) per cambio provincia nel luglio 1992.

Secondo me è inutile farsi queste congetture , dal momento che abbiamo avuto innumerevoli tristi prove di inettitudine da parte dei funzionari ministeriali di ogni genere , e ad ogni livello ...
Nessun funzionario si prende la responsabilità di scrivere un regolamento per noi "sudditi" , hanno i loro affari da portare avanti presso i loro uffici privati , mentre incassano stipendi , e poi pensioni , con la sola sporadica presenza

",,se per caso l'esemplare radiato a cui si "rubano" le targhe non è rottamato ma all'estero, e poi rientra in Italia richiedendo le prime targhe, come si risolve la faccenda? "

È quello che mi sono sempre chiesto e quando ne discuto con altri appassionati ognuno fornisce la propria versione
Chi dice che il numero rimane disponibile a quel mezzo, chi invece asserisce che essendo la targa non di effettiva proprietà non é possibile esercitarne un diritto di prelazione ..
Tra l' altro non é per niente raro che un mezzo di trasporto radiato in epoca remota ma comunque successiva al 1982 possa essere , tramite registri storici, reiscritto al p.r.a. con lo stesso numero di origine e nell eventualità che questo già é stato assegnato che si fa ?
L' unica cosa che realmente sappiamo é che le targhe dei mezzi ecoincentivati non sono utilizzabili in alcun modo
E Markino dice bene riguardo il falso storico dovuto alla mancanza di un vero e proprio legame tra il numero e il veicolo
Proviamo per assurdo a immaginare la famosissima MI A 00000 non più sulla famosa Giulia ma su qualcos'altro
Tornando alla Giulietta pubblicata,nella seconda foto effettivamente sul contachilometri si nota che il numero in alto vicino al volante ha 2 cifre mentre il successivo 3(80 -100) quindi si potrebbe presumere che il fondo scala sia 120 ,palesemente in miglia
Il retrovisore esterno ( parere personale ovviamente) si trova esteticamente nella giusta posizione

Si si, anche a me, ingrandendo molto l'immagine, il fondo scala è parso "120", evidentemente in miglia.

Provo a dare una spiegazione, lo specchietto montato sul parafango, credo venga messo per avere una fruizione dello stesso più ergonomica, ergo, non si distoglie di molto la visuale dalla strada, e il fuoco della vista, per vedere cosa c'è dietro, e viceversa; sulle giapponesi fino agli anni 70 questo particolare tecnico era molto diffuso.
Dico questo, perchè pochi giorni fà, ne stavo montando uno a una 124 spider, sullo sportello esteticamente è da progetto e migliore esteticamente, però si fa a fatica a girarsi per orientare lo sguardo verso lo specchio, soprattutto perchè sulla 124 è presente il deflettore quindi bisogna posizionarlo molto indietro per non interferire l'apertura dello stesso, sulla Giulietta il problema non sussiste e quindi può essere posizionato più avanti, di fatto il posizionamento così avanzato rimane a mio avviso ergonomicamente migliore.

Mah , può essere ; oggi però credo non sia a norma , non essendo manovrabile dal posto guida ...

Nel caso c'è la regolazione elettrica, però incomberebbero altre normative stringenti..

Confermo!

Ricordo che prima della 2 guerra mondiale venivano riutilizzate targhe di vetture demolite.