Identica, per versione, colore e cerchi millerighe, a quella che possedette per diversi anni un caro parente, in sostituzione di un' "Alfasud" 1a serie blu Procida, e poi ceduta alla concessionaria nel 1993 per una "155 1,8 T.S." nuova.
Superstite ben conservata e lustra - come merita di essere - delle legioni circolanti all'epoca, molte delle quali in questa tinta: promossa con lode e molto desiderabile.
Io quasi tolsi il saluto ad un mio conoscente meccanico che osò decantare le lodi della 155 quando lui aveva una validissima, seppur stagionata, Giulietta 1.8.
Personaggi come quello dell'aneddoto di Markino ne ho conosciuti anch'io (naturalmente anziani già anni fa, in particolare un parente alfista di cui ricordo Giulietta n.s., 75 e 145 quando poi morì) e il legame con il marchio che avevano credo sia sparito insieme a quel modo di fare le auto, oggi non credo esista qualcosa di paragonabile...
Non mi sento di dire male della 155. Per me fu una macchina onesta,ma assai lontana dalle vere Alfa del tempo come questa in foto.
Si, ok, auto onesta, ma lontana anni luce dallo spirito Alfa e forse uno dei punti più bassi dell'Alfa Romeo e infatti la Bmw E36, vettura con i fiocchi e meccanicamente assai più interessante e meglio rifinita e costruita ovviamente, la surclassò presto nelle vendite. Tornando alla Giulietta in foto, esemplare spettacolare, nonostante il colore non proprio entusiasmante.
La 155 nacque in un momento in cui, volente o nolente, la 75 accusava il peso degli anni, avendo una base meccanica progettata ormai nella seconda metà degli anni '60: il problema è che avrebbero dovuto pensare di fare uscire un po' prima a quello che poi fu la 156 (meglio se trazione posteriore, ma non doveva esserlo a priori, secondo me), a costo di tirare ancora per un paio di annetti massimo con la 75. Ma fra la sostituzione di Y10, Uno e Tipo (e inizialmente di Panda), un gruppo che sembrava comunque orientato a investire risorse ingenti in altro, e la crescita esponenziale dei giapponesi nel mercato europeo, sicuramente non deve essere stato facile ricavare una vettura che fosse quantomeno capace di fare un po' di tutto. E a sentire diversi possessori ed ex-possessori, così male non doveva essere.
Sarà che sono di parte, ma non capisco tutto questo accanimento che si manifesta non di rado contro la 155; anche la 164 aveva la trazione anteriore ma quasi nessuno ne parla male.
Analizzando solo le faccende di mercato all'epoca la 164 fu accolta con entuntusiasmo dai vecchi alfisti ed attirò clienti di altri marchi la 155 fece l'esatto contrario a mio avviso quasi esclusivamente per questioni estetiche.
155 fece l'esatto contrario a mio avviso quasi esclusivamente per questioni estetiche.
Ci sta. Pare che la linea esterna fosse praticamente pronta già nell'87, e allora era modernissima, tanto che se fosse stata messa in vendita solamente l'anno dopo, probabilmente avrebbe venduto a secchiate. Ma nel '92-'93, quelle linee squadrate erano in rapido declino: la 164 ebbe successo proprio perché fu presentata nei giusti tempi. Anche la E36, pur bella e di successo, ma "squadrata" (era pur sempre una vettura del 1990), invecchiò abbastanza precocemente, specie dal 1993-94 in poi, con la presentazione di A4 prima serie e di alcune segmento D generaliste come Laguna, Mondeo, e Vectra B, tutte dallo stile piuttosto "arrotondato": ma in BMW sapevano valorizzare bene le loro auto, ed ha tenuto botta fino al 1998.
Comunque siano andate le cose, la 155 non avrebbe mai potuto debuttare nel 1987, quando la Casa era entrata da pochi mesi nell'orbita Fiat ed era impegnata nel lancio della 164. Inoltre la meccanica fu impostata successivamente ad opera della nuova direzione.
Sull'esterno, premesso che a me non è mai piaciuta, c'è da dire che fu disegnata con pesantissimi condizionamenti dovuti all'utilizzo di un pianale già definito non suscettibile di modifiche.
Quanto alla BMW E36, a me pare che abbia mantenuto la sua freschezza molto a lungo, tant'è che oggi appare persino meno invecchiata della successiva E46.
(foto "bob91180" )