Che spettacolo e di un colore incantevole! Una linea davvero niente male, opulenta e molto adatta al segmento di appartenenza, come la successiva C2 che assieme a questa ormai rarissima serie e in parte alla C4 Avant, è la 100 che preferisco.
Incredibile che in quindici anni questa sia la prima 100 C1 avvistata (parlando di berline, ovviamente)! Immagino che sia sempre stata una mosca bianca oggi come all'epoca, d'altronde credo costasse abbastanza e l'appeal Audi non era certo quello di ''auto di lusso'' o ''sportiva'' che poteva giustificare un tale esborso.
Comunque io la trovo veramente bella, per targhe, condizioni e configurazione, spero sia in mano ad un appassionato.
Elegante, solida, molto teutonica e pure discretamente prestazionale col motore sviluppato dalla Mercedes che più tardi, profondamente modificato, equipaggerà la Porsche 924.
Però, per essere un'auto del '68 la trovo un po' obsoleta. Basta guardare la "cugina" Nsu Ro80 presentata addirittura un anno prina, per capire cosa intendo.
Linea filante ed affusolata , ben rifinita , motore abbastanza brioso 1,9litri con 112cv , un pò inconsueta per l'epoca su una grossa berlina la trazione anteriore ; molto rara da noi all'epoca , vuoi per i costi , vuoi per il fatto che le "audi" erano oggetti misteriosi ...
Incredibile, non ho memoria di averne mai vista una consapevolmente...
Non mi stupirei se fosse sufficiente una mano per censire quelle esistenti in Italia, penso sia merce rara anche in madrepatria.
Tanto di cappello a chi l'ha fatta arrivare fino ai giorni nostri, e pure in condizioni invidiabili
Stando ai dati dell'epoca, in Italia ne furono immatricolate almeno 6.821 unità.
Il picco massimo fu raggiunto nel 1972, con 1.911 esemplari.
A titolo di confronto, lo stesso anno furono immatricolate 2.660 Renault 16, 3.428 Opel Rekord, 3.523 Lancia 2000, 4.673 Peugeot 504, 7.059 Mercedes-Benz 220D, 8.338 Citroen DS, 10.457 Alfa Romeo Alfetta e 19.670 Fiat 132.
Più indietro solo le varie Simca Chrysler (1.783), Ford Granada (465), Rover P6 (282) ed NSU Ro80 (246). Fece meglio della Audi 100 anche la Volkswagen K70, con 2.104 immatricolazioni. Poche unità (26), invece, per la debuttante BMW Serie 5.
Così tante solo con questa motorizzazione?
Per cui, includendo anche tutte le altre, ne deduco che se la W114/5 non era l'auto più venduta del segmento, poco ci mancasse.
C'è da dire che le altre motorizzazioni non facevano grandi numeri, a memoria direi che solo la 220 a benzina aveva una certa diffusione. Ciò non toglie che questa vettura raccoglieva notevoli consensi, soprattutto in considerazione del prezzo più alto, e non di poco, delle concorrenti.
Le cose sono cambiate dopo il 1974 col nuovo regime fiscale, che ha dirottato le preferenze dei clienti italiani verso le 200, benzina e soprattutto diesel.
Diciamo anche che ad inizio anni 70 il settore Diesel in Italia era ristretto a Mercedes Peugeot e Opel quindi chi sceglieva il gasolio non aveva troppe verze da sfogliare.
Posso confermare che negli anni ’70 erano rarissime. Io ne ho vista solo una quando frequentavo le scuole medie. Con alcuni ragazzini passammo una bellissima giornata nella villa fuori città di un mio compagno di classe e quando, a sera, i genitori decisero chi dovesse venirci a prendere, la notizia che sarebbe venuto il papà di uno di loro con un’auto stupenda e molto costosa esaltò i miei amici e incuriosì me, già appassionato di auto, particolarmente di quelle interessanti. L’auto così attesa era una Audi 100 di un colore metallizzato, credo grigio, a 4 fari: incedeva nella penombra del vialetto con fare maestoso occupando visivamente lo spazio circostante con i suoi notevolmente bombati parafanghi anteriori che mi ricordavano la più popolare Audi 60. Complice il fatto che il proprietario era anche il mio professore di matematica, a cui ero molto simpatico, riuscii a salire a bordo e fare il viaggio di ritorno verso a casa a bordo di quell’oggetto misterioso. Ne ricordo gli interni lussuosi, le luci di cortesia, il bel cruscotto razionale ma ricco e la diffusa aria di opulenza a cui, forse, negli occhi del bambino di allora, contribuirono anche la classe e l’eleganza del professore e della sua ricca moglie. Nei ricordi ormai sfumati dal tempo, ricordo la silenziosità del mezzo ma bisogna considerare che l’auto di famiglia su cui viaggiavo abitualmente era una Giulia 1600, monumento della mobilità non certo ricordato per la sua insonorizzazione. Delle prestazioni sulle quali i miei, spesso fantasiosi, amici raccontavano mirabilie, non posso dir nulla. Probabilmente a causa del fatto che aveva quattro ragazzini a bordo, almeno in quella occasione, il professore adottò uno stile di guida compassato. Non ho mai più visto né quell’esemplare (il prof veniva a scuola a piedi) e né una Audi 100 C1, nemmeno nelle fiere frequentate in anni recenti.