Auto che adoro per l'estetica. Aveva un motore di piccola cilindrata, raffreddato ad aria, con prestazioni straordinariamente brillanti in rapporto ad essa.
Commercializzata anche sul mercato italiano, fu immatricolata in circa 2.400 esemplari. Tuttavia, già nel 1985 ne risultavano circolanti solo 93 unità.
Più che di "nazione" parlerei almeno di "marchio".
Un tempo, neanche troppo lontano, sapevi a che marchio rivolgerti se cercavi determinate caratteristiche. Oggi certe differenze si sono sempre più sfumate fino quasi ad annullarsi.
Chissà se erano tutte berline, o se c'era anche qualche cabrio e qualche break.
Aveva un motore di piccola cilindrata
Questa particolarità, idealmente, l'avrebbe resa molto appetibile sul mercato italiano, dove il bollo era legato alla cilindrata. Nella realtà, però, credo che questo vantaggio fiscale fosse completamente vanificato dall'alto prezzo di acquisto.
Bellissima ai miei occhi di Citroenista!
Incredibile come cambiando solo muso e coda riuscirono a svecchiare una vettura già demodé e a darle una seconda giovinezza, a ma piace molto di più della progenitrice (che però avevano addirittura tutta la carrozzeria in alluminio).
Tecnica sopraffina per il motorino 850 cc.
Penso che qualche break sia stata immatricolata in Italia, cabrio non so...
Per la Break ci fu il tentativo di costruirla negli ex-stabilimenti Caproni a Trento, sotto il nome di Panauto e con una carrozzeria disegnata in Italia. Nonostante un prototipo, il progetto non andò da nessuna parte.
(foto "Frabo187" )