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Alfa Romeo Alfasud L

alfasudbue20231001.jpg
Anno 1975 (BUE).

Data: 02/10/2023
Commenti: 56
Visualizzazioni: 1887
Commenti
#1 | time101cv il 02/10/2023 09:13:36
www.targhenere.net/gallery2/wp-content/uploads/2023/10/alfasudbueant.jpg
(foto "BUE" )
#2 | blackboxes66 il 02/10/2023 09:17:17
Spettacolare! Si intravvedono I micidiali interni in finta pelle, che d'estate scottavano a livello di ustione.
#3 | tonymura il 02/10/2023 10:05:10
Bellissima
#4 | Frabo187 il 02/10/2023 10:33:33
clapsclapsclaps
#5 | Lupo1980 il 02/10/2023 11:20:34
Meravigliosa! Complimenti per l'avvistamento.
#6 | Mat75 il 02/10/2023 11:22:15
Bellissima!!!! A questa le borchie non "Ce le possono fregare"Pfft
#7 | blackboxes66 il 02/10/2023 11:39:08
Con il ricco (per l'epoca) allestimento L l'Alfasud raggiunse uno standard da media "premium" (per usare un neologismo oggi di moda) quale era in realtà. Già un miglioramento rispetto alla spartana e inadeguata versione originale vi era stato con il modello 74, nel quale furono aggiunti poggiatesta, accendisigari e contagiri, e prima ancora nella primavera 73, con l'introduzione del servofreno di serie e del lunotto termico. Ma fu necessario il restyling del 75 per raggiungere una presentazione generale adeguata al Marchio e al prezzo, pur con alcuni scivoloni come i pannelli porta con la maniglia costituita da una striscia avvitata al pannello stesso e la mancanza delle cinture e del retrovisore esterno. Il cambio restava purtroppo a 4 marce, solo nel 76 sarebbe arrivato quello a 5.
Purtroppo il livello qualitativo della produzione restava insoddisfacente, e si sarebbe dovuto attendere la Super e soprattutto l'edizione 80 per un netto miglioramento.
#8 | blackboxes66 il 02/10/2023 11:51:20
Pregevole la scelta del proprietario di montare un retrovisore originale della Casa, in luogo di uno universale come spesso avveniva.
#9 | Mk2 il 02/10/2023 12:01:54
#7 & #8 concordo appieno
#10 | Markino il 02/10/2023 12:15:55
Esemplare sbalorditivo ed emozionante per versione, condizioni, targa e colore, il blu Procida ai vertici delle mie preferenze cromatiche sulle "Alfasud" della prima generazione.
Con una più sana gestione industriale, che avrebbe implicato un più efficiente e saldo governo della fabbrica di Pomigliano d'Arco in un'epoca comunque "difficile", questo modello, potenzialmente di grande sostanza e dall'impostazione sportiva in linea con il resto della gamma, avrebbe portato ben altre fortune - economiche e di immagine - all'Alfa Romeo rispetto alla controversa fama che vi aleggiò già dai primi tempi del suo ciclo commerciale.
#11 | astraG il 02/10/2023 12:16:34
Per condizioni, colore e ricordi lontani lo considero uno dei migliori avvistamenti del '23.
#12 | Mk2 il 02/10/2023 12:46:00
Epoche di sabotaggi,ed agitazioni....
Esempio,le bottiglie di coca cola,nei brancardi delle De Tomaso pantera Frown
#13 | peppecantarella il 02/10/2023 12:49:54
Avvistamento molto gradito, considerato che quella che Markino simpaticamente definisce "controversa fama" e che altro non era che la celebre tendenza alla corrosione, ne ha falcidiato presto la sopravvivenza
#14 | Alfa33 il 02/10/2023 13:10:25
Splendida superstite, ulteriormente valorizzata da una bellissima tinta della carrozzeria.
Quella di mio Papà era Rosso Alfa e purtroppo venne demolita dopo nemmeno 2 anni dall’acquisto, a causa di un incidente.
#15 | Strabuzov il 02/10/2023 13:34:03
Stessa zona della penultima pubblicata, credo stesso proprietario che lavora da quelle parti.
#16 | prof il 02/10/2023 14:33:43
Molto interessante la descrizione dell'Alfasud di blackboxes66 e delle migliorie via via introdotte, soprattutto per me che, nonostante dei bei ricordi d'infanzia legati a questo modello, non ne sono un appassionato.

Mi fa riflettere come un'auto - a quanto leggo - lanciata con una dotazione inadeguata e con palesi problemi qualitativi (corrosione in primis ma non solo) abbia avuto tempo a sufficienza per porre rimedio alle sue pecche, riscuotendo nel frattempo un buon riscontro commerciale.

Altre auto, afflitte al lancio da magagne simili o addirittura meno rilevanti, si sono "bruciate" in fretta, senza avere una vita abbastanza lunga da potersi permettere di porvi rimedio. Oppure, nel caso in cui siano sopravvissute, i miglioramenti via via adottati non sono stati percepiti adeguatamente dalla clientela, ormai scettica nei confronti del modello.

I "bei ricordi d'infanzia" di cui parlavo sopra risalgono alla prima metà degli anni '80 quando, da bambino, sono stato spesso passeggero delle Alfasud di mio zio.
Non essendo un esperto del modello, come già detto, non posso essere preciso riguardo ad anni, modelli, allestimenti e motorizzazioni delle sue Alfasud. Ricordo solo che la prima, simile a quella di queste immagini, era di un brutto (a mio parere, peraltro ampiamente condiviso dal resto della famiglia...) grigio pastello. Mio zio, carrozziere fai-da-te part time, la ridipinse in un ben più emozionante rosso Alfa.
Mio zio stava per ripetere l'operazione sull'Alfasud che la sostituì, a memoria appartenente ad un restyling successivo, di colore blu ma l'immagine "importante" che questa tonalità le donava evidentemente lo indusse a desistere.
#17 | Uno Turbo D il 02/10/2023 14:52:29
Che esemplare affascinante: non saprei dire se è un conservato o è restaurata, ma di certo è curatissima nei dettagli.
#18 | Francesco240D il 02/10/2023 15:08:25
Stesso specchio dell'Alfetta. Ha ancora il parabrezza incollata?
#19 | mariano il 02/10/2023 16:12:53
Beh come non inchinarsi dinanzi a cotanto splendore, ancora con le sue targhe capitoline originali! Condivido il commento di Markino per quanto riguarda la tinta, è probabilmente quella più bella tra le disponibili per la "prima serie".

Personalmente comunque ritengo che Alfasud per quanto fosse una gran bella auto e in generale fu gradita dal pubblico nonostante i problemi già citati, invecchiò abbastanza velocemente e fu necessario attendere quasi dieci anni (troppi) dalla presentazione per vedere il portellone, ormai una consuetudine sulle auto dello stesso segmento sin dalla metà degli anni '70.
#20 | blackboxes66 il 02/10/2023 16:26:55
Parabrezza e lunotto sono incollati, e sovente causa di infiltrazioni di acqua.
Il successo dell'Alfasud non è mancato nemmeno negli ultimi anni, grazie alle sue doti stradali, ad un livello qualitativo finalmente adeguato e al riuscito restyling dell'edizione 80. Solo negli ultimi mesi le vendite hanno faticato un po', ma ormai era noto l'imminente arrivo della 33.
#21 | Luka96 il 02/10/2023 16:35:03
Srupenda! claps
#22 | blackboxes66 il 02/10/2023 16:49:30
Purtroppo il progetto Alfasud è stato viziato all'origine dall'ossessione per il contenimento dei costi, in quanto si voleva fare concorrenza alla Fiat 128. Cosa impossibile, data la raffinata meccanica ed i relativi costi. Il risultato fu una vettura comunque cara, con un allestimento da utilitaria e con materiali scadenti.
A questo si sono aggiunti i problemi gestionali efficacemente descritti nei precedenti post, tradottisi in una qualità discontinua (come in altre Alfa Romeo vi erano esemplari decenti e altri inaccettabili).
Eppure questa controversa vettura ha sempre avuto uno zoccolo duro di fan.
#23 | Mk2 il 02/10/2023 17:51:49
Già dall'inizio,fu progettata dall'ing. Hruska col 1500 boxer,poi come giustamente commentato sopra,si volle fare concorrenza alla 128,purtroppo inficiando la raffinatezza meccanica (4 freni a disco,volante regolabile,alberi a camme in testa,con punterie regolabili tramite registro,e non cambiando i piattelli di vario spessore)con una affidabilità spesso precaria...ruggine,assemblaggi "del lunedi",ecc.
Mio zio,ebbe una super 1200,del 78,quelle ampiamente pubblicizzate,e recensite su quattroruote per i trattamenti anticorrosivi....
Ebbene,dove non vi era traccia del protettivo,sembrava un colabrodo.
Peccato perché la considero una automobile prestazionale,con un suo quid...specie nella prima serie.
#24 | Markino il 02/10/2023 17:58:54
Ottimi gli spunti affluiti in questa scheda.
L' "Alfasud" è una delle vetture le cui vicende più si intrecciano con la storia economica nazionale, e dell'intervento pubblico in particolare, per la rilevanza - nel bene e nel male - che lo stabilimento di Pomigliano d'Arco ha assunto sin dalla sua costruzione nel tessuto socio-economico di una vasta zona del Mezzogiorno (perlomeno, Campania e Puglia, posto che i lamierati erano forniti in gran parte dall'Italsider di Taranto), e per il peso della Società stessa nell'ambito del Gruppo IRI-Finmeccanica.
La "controversa fama" a cui alludevo non riguardò soltanto i ben noti fenomeni di corrosione, dovuti prevalentemente a imperfezioni e malgoverni del processo produttivo, e, in generale, il livello delle finiture, ma anche gli elevati costi di produzione unitari della vettura, dovuti sia all'ipertrofismo dell'organico aziendale - ad esempio, i circa 2mila muratori e carpentieri impegnati nella costruzione dello stabilimento "dovettero", per esigenze di pace sociale, essere assunti come operai di linea, aggiungendosi alle maestranze già previste, peraltro tarate su volumi ben superiori a quelli effettivamente realizzatisi - sia all'insufficiente controllo in un ambiente - vastissimo - che, oltre al forte assenteismo, alla conflittualità, e a fenomeni di piccola delinquenza, finiva per assumere anche connotazioni "folcloristiche" (uno spasso i racconti di un manager padovano caro amico di PiGi54 sul viavai di automobili che entravano tranquillamente all'Alfasud cariche di pane, pesce e altri generi di merce da vendere "al dettaglio" sul posto).
In sostanza, quindi, il prezzo di vendita al pubblico delle vetture "Alfasud" era ben inferiore a quello che un'asettica funzione di pricing/controllo di gestione avrebbe dovuto fissare tenendo conto di tutte le varie "diseconomie", le quali finivano dunque per scaricarsi con pesanti perdite sul bilancio della Società, e quindi sulla mano pubblica, cioé l'IRI, venendo periodicamente rimpinguate tramite nuovi fondi di dotazione; dinamica, questa, che un costruttore interamente privato non avrebbe potuto reggere a meno di procedere a continui aumenti di capitale.
L' "Alfasud" - macchina e stabilimento - divenne pertanto un emblema della stagione più opaca delle Partecipazioni Statali, sino agli anni '60 apprezzate e studiate anche all'estero, il cui declino si consumerà negli anni '80 con forti ridimensionamenti sino alla fase delle privatizzazioni nei primi anni '90 (con l'Alfa Romeo ceduta già nel 1986), in un nuovo quadro normativo comunitario che restringeva molto il campo degli "aiuti di stato".
Il modello mantenne buoni livelli di vendita nonostante tutte queste pesanti criticità - gli esemplari con corrosione passante dopo pochi anni erano sotto gli occhi di tutti, nelle strade - grazie a diverse sue intrinseche qualità, che, potenzialmente, ma, per molti aspetti, anche nella realtà, ne facevano una delle migliori e più brillanti berline medio-piccole del mercato, oltre, appunto, al fatto che veniva offerta ad un prezzo di listino "sottostimato"; negli ultimi anni di ciascuna generazione, della seconda in particolar modo, robuste campagne sconto supportate da un'ampia pubblicità vennero comunque in soccorso di numeri che, altrimenti, sarebbero stati ben inferiori.
#25 | Fantonx14 il 02/10/2023 19:44:24
Fantastica!! Ad un raduno nella mia zona ne ho trovata una simile targata Piacenza.
#26 | blackboxes66 il 02/10/2023 19:53:28
Delle continue perdite da ripianare ne hanno fatto le spese gli investimenti per nuovi modelli e per migliorare le tecniche produttive. Fino alla crisi degli anni 80, quando non era evidentemente più possibile creare vetture nuove e credibili riciclando quanto c'era in casa...
#27 | Boxer70 il 02/10/2023 20:40:05
In questa macchina ci sono cresciuto, mio padre diede la Giulia 1.3 TI in permuta per la "nuova" alfasud. La nostra era di colore verde Ischia, credo si chiamasse. Da bambino non la ho amata particolarmente. D'estate sotto il sole, senza aria condizionata e con la finta pelle da ustione era una sofferenza starci dentro. Ma all'epoca non avevamo neanche i condizionatori a casa.
La macchina che inizio' a frantumare il mito dell'alfa romeo, non era in se malvagia, era una macchina moderna, inizialmente si vendette molto anche in Europa, da qui la tragedia della ruggine (che colpiva non solo le macchine italiane) che tanti danni fece al prestigio della marca milanese. Il modello venne sempre piu' negli anni migliorato, fino a raggiungere l'apice della forma negli anni '80.
La tenemmo per piu' di dieci anni, curiosamente perche' mio padre prima di lei, le teneva massimo 4 anni. Fu sostituita da uno Uno 55.
#28 | 131 Mirafiori il 02/10/2023 20:41:24
Che bella l’auto e che bello leggere le contestualizzazioni storiche!
#29 | Marlon il 02/10/2023 21:59:44
Mi pare di aver letto che l'Alfasud è stata in assoluto il modello Alfa Romeo prodotto nel maggior numero di esemplari. Se si pensa che la vita di quest'auto è stata piuttosto tormentata la cosa assume ancora più rilevanza
#30 | Markino il 02/10/2023 22:03:01
Mi pare sia arrivata a poco più di 1 milione di esemplari, record imbattuto dalle altre stirpi di Alfa Romeo.
#31 | prof il 02/10/2023 22:07:46
Esatto, precedendo di un soffio l'Alfa 33.
Numeri ormai impensabili per un'Alfa Romeo.
#32 | puma76 il 02/10/2023 22:37:09
Ma che bell'esemplare! questa tinta è molto gradevole, sempre apprezzata. Ogni tanto capita di incrociare le Yaris verniciate con una tinta molto simile..
#33 | Total III il 03/10/2023 09:16:13
Bella discussione, ricca ed adeguata alla beltà dell'esemplare in questione.
Alla disamina del sempre esaustivo Marco aggiungo un fatto curioso: una volta, rovistando a casa di mia nonna, rinvenni un vecchio calendario di Frate Indovino risalente alla fine degli anni '70. In uno dei fogli, fra le notizie curiose dal mondo, c'era scritto testuale: "le vetture Alfasud vengono vendute enormemente sotto costo per poter stare sul mercato, in caso contrario non sarebbero accessibili nemmeno al sultano del (non ricordo il luogo) ".
Sicuramente un'esagerazione, ma era divertente pensare ad un sultano che sognava un'Alfasud da mettere nel garage assieme alle Rolls e alle Ferrari....
#34 | Mk2 il 03/10/2023 09:31:47
Pur non avendo termometro acqua ,era dotata della relativa spia,che benché fosse più economica aveva la prerogativa di accendersi anche a motore freddo.
Si rispegneva quando il liquido refrigerante, raggiungeva I 45/50°,dando il via libera allo sfruttamento del motore
#35 | alequattro75 il 03/10/2023 09:33:06
Al netto dei problemi di qualità ampiamente discussi, come progetto era un gioiellino assoluto.
Anni luce più avanzata della 128 (che arrugginiva pure lei in maniera copiosa) ed in genere a tutte le auto del segmento .
Ai miei occhi, anche assai più gradevole esteticamente della successiva 33, che qualitativamente continuava ad essere scadente.
#36 | Transaxle73 il 03/10/2023 10:10:02
Mio padre ha avuto una prima serie 1.2 proprio di questo colore Blu Procida con i già citati micidiali interni in Texalfa rossi che detestavo d'estate sia per l'odore nauseabondo che emanavano sia per le ustioni che mi provocavano alle gambe quando la piccola Alfa veniva lasciata abbrustolire al sole dopo una giornata di mare.
Venne permutata dopo poco tempo con una Giulia Nuova Super bianca, non ha fatto in tempo ad arrugginire nelle nostre mani.
#37 | blackboxes66 il 03/10/2023 10:13:37
Erano veramente terribili! L'odore non lo ricordo, invece ho ben presente quanto scottavano d'estate al sole e quanto erano sgradevoli al tatto quando erano surriscaldati. Al contrario, le finte pelli moderne, pomposamente denominate ecopelle, sono gradevoli al tatto e non si surriscaldano troppo.
#38 | Markino il 03/10/2023 11:04:49
vengono vendute enormemente sotto costo per poter stare sul mercato

Per tornare sull'argomento, lessi - mi pare sull'ottima "Storia d'Italia dal dopoguerra ad oggi - Società e politica", di Paul Ginsborg (Einaudi, 1989) - che, a metà anni '70, per ciascuna "Alfasud" prodotta l'Alfa Romeo perdeva almeno 1 milione di lire, cifra che doveva rappresentare circa 1/3 del prezzo di listino (al momento non ho sottomano un Quattroruote di quell'epoca per poter calcolare una percentuale più precisa).

Oppure, nel caso in cui siano sopravvissute, i miglioramenti via via adottati non sono stati percepiti adeguatamente dalla clientela, ormai scettica nei confronti del modello.

Alternativa forse formulata pensando a un certo modello... Grin
#39 | blackboxes66 il 03/10/2023 11:34:53
... di una prestigiosa Casa italiana?
#40 | Markino il 03/10/2023 11:35:36
Exactly !
#41 | blackboxes66 il 03/10/2023 11:42:16
La cifra di un milione di perdita per ogni vettura mi è tornata in mente, era diffusa a fine anni 70.
Ho sottomano Quattroruote di luglio 78, con la prova della Super 1.2, il modello Alfasud più venduto, in ossequio al pauperismo italico.
Su strada, optional obbligatori compresi, costava circa 4 milioni e 900 mila lire, mentre la TI 1.5, anch'essa oggetto di prova, circa 5.700.000 lire con optional. A titolo di raffronto, la nuovissima Ritmo 60 CL 5 porte costava 4.900.000 (ma optional esclusi), la Golf 1100 GL 5 porte circa 4.900.000 lire, la Golf GTI circa 6.500.000, entrambe con dotazione di serie
Aggiungendo un milione ai prezzi delle Alfasud, cifra che ancora non sarebbe stata remunerativa, si sarebbero raggiunti prezzi del calibro della 131 Supermirafiori 1300 (6.100.000 di listino) nel caso della Super... fuori da ogni logica!
#42 | bayerische il 03/10/2023 11:49:12
Comunque mi deludete, il puzzo del vinile anni 70 è qualcosa di assolutamente poetico.
#43 | blackboxes66 il 03/10/2023 11:55:30
Ho ben in mente quello degli interni BMW, la cui finta pelle tra l'altro è meno "bollente" d'estate e più gradevole al tatto, ma quello delle Alfasud l'ho rimosso...
#44 | Mk2 il 03/10/2023 11:59:02
#42 dovrebbero farlo ad uso profumo!!!
#45 | Mk2 il 03/10/2023 12:45:08
Altra stranezza: sul libretto istruzioni della primissima serie,il cruscotto è senza contagiri, si sa.
Ebbene,nel disegnino che illustra lo schema del riscaldamento, il contagiri....compareSmile
Quattroruote effettua la prova di durata(42.000km) ed al solito equipaggia la vettura con strumenti supplementari. Invece di installare un contagiri volante,acquista,a loro dire il cruscotto completo del predetto come accessorio della Veglia.
Allora era già previsto il contagiri,dalla nascita.
#46 | blackboxes66 il 03/10/2023 12:52:28
Probabile che sia stato soppresso in fase di lancio a causa dell'ossessione della riduzione dei costi, e recuperato in seguito
La Veglia realizzava quadri strumenti super equipaggiati che vendeva come accessori aftermarket. Ricordo la pubblicità di una promozione che riguardava le Fiat 126 e 127 e le Renault 5: chi acquistava la strumentazione Veglia beneficiava del ritiro in permuta di quella originale.
#47 | ARGiuliasuper il 03/10/2023 13:04:07
Avvistamento grandioso e molto interessante è la discussione che esso ha suscitato con contributi davvero notevoli.
Segnalo il documentario "un'auto chiamata sud" che è disponibile su YouTube anche in 4 comode parti.
In famiglia si raccontava che mio padre e mio zio, alla notizia dell'apertura dell'Alfa Sud, si chiesero se la dirigenza si rendesse conto di cosa stava facendo. Pomigliano era una zona di ottimi artigiani e provetti agricoltori, con una terra che dava eccellenti frutti. Non a caso, nel periodo della raccolta delle patate (buonissime in quella zona), l'assenteismo aumentava notevolmente: li chiamavano metal-mezzadri. A questo si aggiungeva la lotta politica ispirata da uno stabilimento così grande con frequenti scioperi e picchetti costanti davanti ai cancelli. La produttività attesa di 1000 esemplari al giorno non fu mai raggiunta. Sulla base di queste consapevolezze e delusi per l'ennesimo spostamento verso segmenti poco esclusivi della produzione automobilistica di un marchio nobile come l'Alfa Romeo, la mia famiglia di "alfisti" non ha mai acquistato un'Alfasud, nonostante il fatto che , dalla Giulietta anni '50 alla 156 del 1997, ogni modello dell'Alfa Romeo sia passato nei nostri garage. Ma come spesso accade, oggi che lo stabilimento ha delle professionalità elevate e delle competenze di prim'ordine, la produzione è limitata alla Tonale.
#48 | bayerische il 03/10/2023 13:20:48
Riguardo il contagiri mi pare proprio di ricordarlo sulla Sud del 72 di una parente targato VA36....magari era a richiesta.
#49 | Mk2 il 03/10/2023 13:26:27
Pubblicità, la ricordo pure io....
Guardando la prova di Quattroruote,non compare negli accessori a richiesta.prossimamente mi rientra un libretto uso alfasud prima serie,e manderò foto.
#50 | FrancescoG il 03/10/2023 15:20:29
Ottime condizioni e tinta molto gradevole per questa Alfasud prima serie.
Si intravvedono I micidiali interni in finta pelle, che d'estate scottavano a livello di ustione.

Purtroppo era comune a moltissime auto dell'epoca, l'unico rimedio era coprire i sedili con gli asciugamani o teli da mare.
#51 | IL BUE il 03/10/2023 18:32:21
Ma come spesso accade, oggi che lo stabilimento ha delle professionalità elevate e delle competenze di prim'ordine, la produzione è limitata alla Tonale.

... che di Alfa ha poco più dello stemma sul cofano
#52 | S4 il 03/10/2023 21:22:08
(al momento non ho sottomano un Quattroruote di quell'epoca per poter calcolare una percentuale più precisa).

Lire 2.318.400 versione L, 2.150.400 versione N (prezzi al 09/1975, epoca dell'esemplare in argomento).

magari era a richiesta.

Esattamente, solo Lire 47.040. Pfft

nel periodo della raccolta delle patate (buonissime in quella zona), l'assenteismo aumentava notevolmente

Anche sui Quattroruote dell'epoca veniva biasimato questo svarione, insieme ai mercoledì di coppa.

oggi che lo stabilimento ha delle professionalità elevate e delle competenze di prim'ordine, la produzione è limitata alla Tonale.

Merito del compianto Marchionne, il quale nel 2008 decise che era arrivato il momento delle pulizie.
#53 | blackboxes66 il 03/10/2023 21:24:50
Praticamente dal 75 al 78 il prezzo era più che raddoppiato. Del resto erano gli anni dell'inflazione a due cifre.
#54 | Transaxle73 il 03/10/2023 22:06:31
Praticamente dal 75 al 78 il prezzo era più che raddoppiato. Del resto erano gli anni dell'inflazione a due cifre

Però all'epoca, grazie alla scala mobile, le retribuzioni seguivano l'aumento dei prezzi.
Pure oggi il costo delle auto, nuove ed usate, ha subito notevoli incrementi ma il potere d'acquisto degli italiani è rimasto al palo.
#55 | Strabuzov il 03/10/2023 22:14:41
Foto di mio padre.
i88.servimg.com/u/f88/20/10/02/83/a_alfa11.jpg
#56 | blackboxes66 il 03/10/2023 23:24:46
Però all'epoca, grazie alla scala mobile, le retribuzioni seguivano l'aumento dei prezzi.
Pure oggi il costo delle auto, nuove ed usate, ha subito notevoli incrementi ma il potere d'acquisto degli italiani è rimasto al palo

Tutto vero, purtroppo
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