Capisci che possa essere un aggiornamento fatto tanti anni fa , oggi questa 2cv merita di tornare all' antico splendore soprattutto per essere anonima nel mondo 2cv
Mi vien da pensare che forse era una scelta della filiale italiana del marchio quella di non spingere le vendite della 2CV negli anni '60 favorendo quelle della AMI e, soprattutto, della DS. Non a caso appena uscì la Dyane smisero di importare la 2CV, importazioni che poi ripresero solo a partire dal '76.
Un eccellente avvistamento comunque, andrebbe assolutamente riportata alle specifiche originali data la preziosità dell'esemplare da sempre italiano.
una scelta della filiale italiana del marchio quella di non spingere le vendite della 2CV negli anni '60 favorendo quelle della AMI e, soprattutto, della DS
Infatti la "2CV" era sostanzialmente sovrapposta alla "DS"; i due modelli, notoriamente, si sarebbero cannibalizzati a vicenda...
La risposta in realtà era molto semplice. Troppo strana, troppo spartana, e costava pure di più rispetto alla regina incontrastata del mercato, la Fiat 500. Fino al '68 vendette in quantitativi non paragonabili a quelli di altri paesi europei in cui spesso la 2CV era in assoluto il modello meno costoso del mercato.
Anche la successiva Ami lasciò perplesso l'esteta italiano, tanto da originare un'inchiesta del mensile Quattroruote nella quale si chiedeva un parere a diversi automobilisti (che risultò in larghissima parte negativo) riguardo la sua bizzarra linea. Così, non volendo che la nuova Dyane si trasformasse in un altro flop nel belpaese, si decise di non importare più la Deuche scongiurando così il rischio concorrenza in casa.
Andò che la Dyane (che aveva anche lei un prezzo di mercato non proprio regalato in rapporto alla 500) partì piano per decollare definitivamente negli anni '70 a seguito della crisi energetica, sorprendendo la stessa Citroen che nel '76 decise di reimportare la 2CV per sfruttare l'onda positiva.
In merito a questa rara e pregiatissima AZAM italiana, poco da dire se non che del modello originario rimane ben poco a livello estetico: si notano però gli indicatori di direzione anteriori rettangolari, la barra fari anteriore stretta, il fascione posteriore liscio e i sedili più imbottiti e rivestiti di "jersey" rosso. Un ripristino totale sarebbe cosa lunga e dispendiosa a causa del numero elevatissimo di parti specifiche ormai rare (si pensi anche solo al fatto che ogni cristallo aveva la sua guarnizione con inserto di acciaio inox) ma giustificato dalla rarità e dalle quotazioni ormai importanti.
Infatti la "2CV" era sostanzialmente sovrapposta alla "DS"; i due modelli, notoriamente, si sarebbero cannibalizzati a vicenda...
Non riesco proprio a capire come tu possa aver compreso questo dalle mie parole, la mia affermazione riguardava una spinta a livello di sponsorizzazione, non che cercava di convincere gli acquirenti delle 2CV a comprare una DS...
Ho restaurato questa 2cv quasi trent'anni fa...quando me l'hanno portata era in condizioni disastrate, ed era rosa!
Era venuta anche bene, con i suoi fanalini, paraurti e mascherina....anche se molti particolari specifici già mancavano.
Dopo qualche anno finì in un tamponamento a catena e il carrozziere montò i ricambi delle serie successive...
Comunque circola sempre!
Mariano, rileggi ciò che hai scritto: non so quali fossero le tue intenzioni, ma il senso della tua frase così come l'hai composta è esattamente quello che ha inteso anche Markino: togliere dal mercato la 2CV per non rubare clienti alla DS.
E ti renderai ben conto che sarebbe stata una pensata indegna anche del più sgangherato ufficio marketing...
Non spingere le vendite= non dedicare un'adeguata campagna pubblicitaria a questo modello (unico strumento, all'epoca, per far conoscere un prodotto al pubblico) concentrandosi invece su Ami e DS, più chiaro di così penso di non poter essere. Ma direi che possiamo chiudere qui la discussione anche perché Antonio ha dato un'altra spiegazione del perché non vendesse.
(foto "deltago92" )