Questa riposa sotto qualche tettoia gocciolante.
Un peccato perché nel complesso non è affatto male, almeno rispetto la media delle 4 utilizzate per lavoro.
Non ho mai capito per quale strana logica l'adesivo anteriore non è continuo con quelli laterali dando un aspetto posticcio all'insieme...misteri di ''mamma'' Fiat.
Questa sembra praticamente pari al nuovo e originale nel minimo dettaglio, condivido con bob il pensiero sui vetri oscurati, brutti e illegali.
Da quel che so, succedeva sulle auto che venivano usate quasi esclusivamente a gas: il mancato utilizzo a benzina faceva seccare i tubi di alimentazione, che si crepavano e iniziavano a spuzzare la benzina sul motore.
Io ho fatto montare l'impianto a GPL sull'auto di ogni giorno nel 2019, e mi sono pentito di non averlo fatto prima! È vero che si perde un po' di bagagliaio (ma molto meno rispetto al metano) ma con un pieno di circa 30 litri faccio oltre 300 chilometri spendendo meno di 25 Euro. Anche l'avviamento a freddo è migliore, per fare la rampa per uscire di casa quando sono a benzina "sborbotta" mentre a GPL è subito pronta.
Inoltre gli impianti moderni sono molto sicuri, sia a livello di perdite e sia in caso di incidente, con valvole di chiusura e di sfiato che ne evitano l'esplosione. Sulle altre due storiche non ho il bisogno di fare la conversione, le uso pochissimo e sarebbe solo un costo, ma se dovessi un giorno prendere un'altra auto con il clima da usare in estate sicuramente farò fare la trasformazione anche su quella.
Anch'io. Non l'ho mai visto di buon occhio; attorno alla metà degli anni 80 mio cugino aveva una Regata a GPL, un giorno la macchina si spegne ad un semaforo. Lui fa per riavviarla e vede del fumo uscire dalle bocchette, scende e la Regata è in fiamme e brucia completamente. Sicuramente gli impianti attuali sono tutt'altra cosa, ma gli impianti aggiunti post fabbrica non attirano le mie simpatie.
Quel tizio è stato un vero incosciente, per non dire altro. Poteva essere una strage...
Esiste anche un esemplare station wagon grigio met con pelle blu e filetto nei colori della "casata" realizzata per Gianni Agnelli.Era in vendita in una concessionaria della Toscana che contattai attorno al 97 e proposta a 50.000.000 di lire quando una normale berlina girava a circa un quarto di quella cifra.
Non sono mai piaciuti neppure a me, ma erano la consuetudine fino all'inizio degli anni 2000. E i cerchi in lega costavano cari...
Splendido esemplare in uno dei colori più belli, almeno per me.
Quindi è uno degli esemplari più anziani!
La targa di Bologna rimanda alle vetture di Volvo Italia affidate in prova alle riviste o ritratte nelle pubblicità dell'epoca.
Complimenti al proprietario per averla mantenuta in queste condizioni.
Ottimo reportage fotografico per questa prestazionale ammiraglia italiana con targa risalente alla Milano da bere.
In thema .. ah no pardon ! In tema di colori ne furono emesse circa 70 in verde reflex, qualcuna in meno in rosso Ferrari, e poi vi furono le 2 one-off blu e grigio rispettivamente per il vice presidente Fiat Umberto Agnelli e all' amministratore delegato Cesare Romiti
Una nella colorazione classica come questa in foto era presente nell'autosalone Lancia il giorno che andai a firmare il contratto di acquisto della mia Y10 tutt'ora circolante (fine gennaio 1989)
Complice la "simmetria" di alcune lettere se capovolte, non era difficile vedere questo adesivo montato al contrario (all'esterno invece che all'interno del vetro). Si capiva comunque, ma in genere dopo qualche istante il cervello capiva che qualcosa non tornava
I cerchi sono in lega ma non riesco a decifrare il modello. Sono comunque da 12 pollici, cosa assai apprezzabile.
Non sono un fan della 126 ma demolirla sarebbe stato davvero un peccato. Anche perché, negli anni '80 soprattutto, le richieste della versione "base" erano largamente minoritarie rispetto a quelle della Personal 4.
Copricerchi di plastica non li applicherei nemmeno al mio trattorino tosaerba o motocoltivatore che possiedo.
Sviliscono anche un'ammiraglia .Mortificanti.
Meglio un cerchio in lamiera stampata foss'anche nero .
Splendido esemplare ottimamente fotografato, che esemplifica mirabilmente le condizioni in cui, dal mio punto di vista, deve trovarsi una vettura datata di un qualche lignaggio; gragnuole di colpi sulla carrozzeria, dettagli mancanti o deteriorati e luridume a pioggia non sarebbero certo sinonimo di "fascino".
Ottimo reportage per questa versione "esotica", da sempre di mio gusto anche se inferiore nelle prestazioni rispetto all' "Alfetta" tradizionale.
Pezzo oggi molto raro per alfisti "duri e puri", probabilmente non facile da mantenere in perfetto ordine per la scarsità dei ricambi specifici, specialmente di carrozzeria e interni.
Confermo personalizzazione del proprietario, che conosco e a cui faccio i complimenti, se legge queste pagine.
La 126 rischiava la rottamazione e l'ha salvata.
E' solo questione di ''attimi'' secondo me, appena le Phase 1 raggiungono cifre esagerate (e siamo lì lì) anche la Phase 2 inizierà a essere richiesta e quindi a salire di valore.
non so perché nella descrizione sia indicato il 1985 come anno di immatricolazione dato che questo esemplare risulta immatricolato a febbraio 1986.
Non so in base a quali dati tu abbia stabilito che questo esemplare sia del febbraio 1986, non ne sei l'avvistatore e in teoria non dovresti conoscere la targa di questa Volvo. A meno che tu non conosca privatamente l'esemplare in questione.
Comunque sia , questa Volvo risulta essere immatricolata nel mese di novembre 85 e la targa è perfettamente coerente con il periodo.
Molto affascinante anche in versione "liscia": secondo me non ha nemmeno molti chilometri in rapporto all'età. Potrebbe essere una delle ultime prima serie, in quell'anno fu presentata la serie successiva.
Oltretutto, in Sudamerica le Premio/Duna sono tra le vetture (altre sono le VW Gol e le varie "parenti" dell'Opel Corsa marchiate Chevrolet) più gettonate nel mondo del tuning: su YouTube è possibile trovarne profondamente modificate sia esteticamente, ma anche, e soprattutto, a livello di motore e meccanica, con assetti ribassati e motori ai quali spesso viene aggiunta la turbina, rendendole veri e propri "mostri".
A me sembra molto più decente di tante altre auto che girano normalmente; Non mi sembra ci siano ammaccature e non è nemmeno troppo scolorita (ad eccezione delle parti in plastica). Se non ha grossi problemi meccanici un recupero non solo è auspicabile, ma probabilmente neanche troppo dispendioso.
Si, questa è una turbo benzina, tra l’altro nel colore più raro tra quelli a listino all’epoca. Identica alla mia in tutto, non so perché nella descrizione sia indicato il 1985 come anno di immatricolazione dato che questo esemplare risulta immatricolato a febbraio 1986.
Notevole, tra l’altro, il terminale di scarico a doppia uscita, specifico di questo allestimento e oggi pressoché introvabile.
Lo spoiler della Ritmo è decisamente diverso, di adesivi delle autoradio ricordo che i più benestanti sfoggiavano Sony, Pioneer,Technics, i poveracci Majestic, Fenner, Kenwood era nel mezzo