Dal vero, l'ultima volta la vidi da studente liceale, circa 25 anni fa, appena approdata da uno dei demolitori che perlustravo ogni tardo pomeriggio, nei pressi del porto di Sampierdarena. Costruita nella 2a metà degli anni '60 dalla O.S.I. - Officine Stampaggi Industriali - di Torino, e, mi pare, distribuita dalla rete ufficiale Ford, fu un tentativo poco fortunato di modernizzare un'auto, l'Anglia britannica, nata con un disegno effimero, ancorché, a mio giudizio, piacevole; nel caso della "Torino", il risultato fu opposto, dato che la vettura risultava piuttosto squadrata e anonima, ancorché non priva di una qualche eleganza per una "piccola". Devono sopravviverne ben poche; mai vista a un raduno, e temo che anche su questo esemplare malconcio sia ben difficile contare per un futuro collezionistico, salvo che incroci nel suo destino un estimatore del modello disposto a spendere parecchio, combinazione piuttosto ardua.
Non è detto che sia impossibile il restauro vista la rarità. Per combinazione lo scorso anno sono stato spettatore della vicenda di recupero di una Ford Osi, che neanche a farlo apposta era parcheggiata nel medesimo garage dove parcheggio la mia "moderna". Ebbene si trovava nelle medesime condizioni, e per caso, il sabato mattina di una giornata qualunque di un inverno uggioso milanese, sono arrivati due ragazzi francesi con rimorchio trainato da una fiammante Range Rover, i quali a detta del proprietario hanno sborsato una cifra notevole per accapararsi quell'esemplare. Ricordo ancora adesso la soddisfazione di quei ragazzi, ed è bello sapere che ci sono ancora degli appassionati disposti ad avventurarsi in restauri dispendiosi, abbandonando qualsiasi istanza di carattere razionale.
Pazzesco!!!
Certo che ci sono degli avvistamenti che hanno a dir poco dell'incredibile su questo sito!!! Complimenti per l'avvistamento con i fiocchi Enea
Quanti ricordi ... l'Anglia Torino è stata una delle automobili della mia famiglia, bianca, l'aveva comprata mio Padre sul finire degli anni '60, poi lasciata in permuta nel 1972 per la mitica Escort 1300 Sport di cui tante volte ho già raccontato
Le Anglia hanno avuto una discreta notorietà, e diffusione, nei primi anni '60, in un'Italia dove spopolavano le 600 e le 750, qualche, rara, Alfa Romeo Dauphine e le prime Simca 1000. La versione della foto, disegnata da Michelotti, durò pochi anni e senza scatenare particolari entusiasmi, anche per il prezzo non più concorrenziale come quello della versione originale inglese. Gravata oltre che dal dazio anche dal fatto che l'Inghilterra non era entrata nel Mec, pagando quindi ulteriori gabelle.
Dimenticavo: mi sembra ce ne sia una, bella, in vendita da tempo a cifra religiosa, da cercare su AutoScout 24.
@MarioCX: a Genova ci sono molti bei mezzi. Nascosti.
Ma ancor più sciocchezza il fatto che costerà 600 euro e rotti reimmatricolarla e ridocumentarla solo per quello.
Oltre al resto(non reperibilità dei pezzi, fondamenta andate, ruggine su ogni dove ecc....)si intende.
Si vabbe' ! Che senso ha la riconsegna dei documenti per poi metterla in vendita?(!)
I 30 anni di vita li ha compiuti,e se resta in zona privata non e' soggetta ad alcuna tassa.
Lo so, e' malridotta,non rientra nel giro delle mode come puo' esserlo per esempio una 500 o una Vespa (si trovano in rete annunci di esemplari in condizioni orrende,sembrano disseppellite, e vendute a prezzi osceni),tuttavia l'alternativa alla pressa e' sempre dietro l'angolo,e ad un possibile acquirente, appassionato e nostalgico del modello,ed in possesso dei mezzi adeguati per il ripristino, la possibilita' di ottenerla con i documenti originali puo' solo essere una soddisfazione.
BAAH !
Dal vero, l'ultima volta la vidi da studente liceale, circa 25 anni fa, appena approdata da uno dei demolitori che perlustravo ogni tardo pomeriggio, nei pressi del porto di Sampierdarena. Costruita nella 2a metà degli anni '60 dalla O.S.I. - Officine Stampaggi Industriali - di Torino, e, mi pare, distribuita dalla rete ufficiale Ford, fu un tentativo poco fortunato di modernizzare un'auto, l'Anglia britannica, nata con un disegno effimero, ancorché, a mio giudizio, piacevole; nel caso della "Torino", il risultato fu opposto, dato che la vettura risultava piuttosto squadrata e anonima, ancorché non priva di una qualche eleganza per una "piccola". Devono sopravviverne ben poche; mai vista a un raduno, e temo che anche su questo esemplare malconcio sia ben difficile contare per un futuro collezionistico, salvo che incroci nel suo destino un estimatore del modello disposto a spendere parecchio, combinazione piuttosto ardua.