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Chevrolet Bel Air two-door Hardtop

chevroletbelairmarkino20130920.jpg
Anno 1957, targhe europee del 2001 (Markino).

Data: 16/11/2014
Commenti: 3
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Commenti
#1 | time101cv il 21/09/2013 10:22:18
www.targhenere.net/images/media/cam00309-copia_zpsccda1e68.jpg

www.targhenere.net/images/media/cam00311-copia_zpsb835f770.jpg
(foto "Markino" )
#2 | bob91180 il 21/09/2013 10:48:13
Ha la mia eta' ...
Ne sopravvivono parecchie a Cuba , malconce e raffazzonate ...
#3 | Markino il 21/09/2013 18:30:11
Una delle più belle macchine americane degli anni ’50 (e non solo), non di rado utilizzata in ogni genere di pubblicazione e rappresentazione per simboleggiare in termini automobilistici il decennio. Non è un caso se la copertina dell’edizione italiana dello splendido libro di Richard Langworth e Chris Poole “Great american automobiles of the ‘50s” (nella cui edizione originaria campeggia un’altra celeberrima vettura dell’epoca, la Cadillac del ’59), riporta proprio una Chevy del ’57, analoga a quella qui postata, nella magnifica livrea celeste con padiglione bianco.
Il punto di partenza fu il MY 1955, ridisegnato dall’équipe guidata da Harley Earl, mitico responsabile dello styling General Motors, con l’obiettivo di svecchiare l’immagine delle berline Chevrolet. Il risultato fu spettacolare. Rispetto alle pur piacevoli versioni ’54, la Chevy ’55 appariva più lunga, larga, bassa, e, in definitiva, snella e grintosa; cromature ed altri elementi decorativi seguivano la progressione della gamma, articolata nelle serie “150”, “210” e “Bel Air”, e contribuivano ad accrescerne la bellezza, grazie a una posologia garbata e lontana da eccessi; le verniciature bicolore erano strepitose sia per le tinte che per la ripartizione sul corpo vettura. Numerose furono anche le migliorie nella parte meccanica e nell’architettura delle sospensioni, per rendere le vetture più stabili e confortevoli. Il successo fu enorme, e le modifiche estetiche per il modello 1956 non ne stravolsero l'impostazione, anche se, specie per la nuova e più “pesante” griglia anteriore, la serie ’56 può risultare meno apprezzata.
Con la versione 1957 fu perseguita l’idea di rendere le Chevrolet vagamente simili alle Cadillac. Gli stilisti si concentrarono sul frontale, bellissimo, e sulla coda dalle ampie pinne trapezoidali rivestite di profili cromati; lo straordinario risultato ottenuto mostra come queste auto avessero raggiunto un’opulenza e un’importanza ben superiori al posizionamento che la General Motors assegnava tradizionalmente al marchio. All’epoca, il successo fu inferiore a quanto la popolarità raccolta da questo modello presso i collezionisti statunitensi ed europei potrebbe fare oggi immaginare, poiché nel 1957 i Gruppi Ford e Chrysler presentarono berline interamente nuove, con carrozzerie ancora più lunghe, ribassate e ricche di decori cromati, che potevano fare sembrare già “vecchia”, alta e stretta la concorrente Chevrolet.
Le Chevrolet del 1957 non erano comunque auto frivole: i propulsori a 6 cilindri da 3,9 lt. (“Blue Flame” ) e specialmente l’8 cilindri, portato per l’occasione da 4,4 lt a 4,6 lt., erano molto brillanti per vetture concepite soprattutto allo scopo di garantire lunghi viaggi in souplesse con grandi margini di coppia, e, nelle versioni di punta, potenze e velocità massime arrivavano rispettivamente a superare i 270 hp e i 190 km/h, specie con l’adozione sperimentale dell’iniezione, che equipaggiò poche migliaia di esemplari; anche le sospensioni furono ulteriormente migliorate, per non parlare dei numerosi servocomandi e accessori di serie o a richiesta, che rendevano estremamente confortevole la vita a bordo di una “210” o di una Bel Air; infine, assemblaggio e qualità dei materiali erano di ottimo livello. In effetti, grazie alla potenza e all'elasticità dei motori, e alla generosità delle dotazioni, chi si trovasse a guidare una di queste vetture non riuscirebbe proprio a pensare ad un’auto costruita quasi 60 anni fa.
Le foto sono state scattate da una cara amica, classe 1948, che ben conosce la mia passione per le auto storiche. La targa non risulta consultabile a bollo, ma, trattandosi di una lussuosa Bel Air, il propulsore dovrebbe essere il 4,6 lt.
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