Spettacolare! Chissà chi l'ha comprata nel 1983: già con la normale CX l'abitabilità e il comfort non mancavano. Qui si è voluto esagerare e avere il top! Ne ho vista una un paio di anni fa ad un raduno ma, com'è consuetudine su certi modelli, era importata dall'estero e ritargata nuova. Questa in foto è davvero magnifica per tutto.
Cacchiarola, una bellissima CX Prestige! Per questa versione farei tranquillamente un sacrificio economico, soprattutto se ha i belli ma fragilini sedili in cuoio...
A questo punto, aspetto Total, che sicuramente alla sua vista andrà in visibilio!
Il mio prof di italiano al liceo, uomo la cui presunzione di cultura era pari alla sua capacità di inanellare gaffes, direbbe "bisogna scappellarsi dinanzi a cotale meraviglia".
Fingendo di non accorgermi del demenziale riposizionamento delle scritte sul baule, plaudo all'originalità dell'esemplare, peraltro equipaggiato di interni in pelle e cambio automatico a tre rapporti, non eccezionale nemmeno all'epoca ma che permetteva di godersi i 130 cavalli del 2347 ad iniezione in tutta souplesse.
Come detto qualche tempo fa, la nuova CX, pur avveniristica, finì per deludere l'utenza proveniente dalla DS, rispetto a cui la nuova berlina era più compatta, meno accessoriata, e meno motorizzata. In realtà ciò faceva parte di una scelta commerciale della Casa che, non volendo ostacolare l'ultimo periodo di carriera della DS, limitò la gamma CX a due versioni - normale e Club - disponibili solo con motori 2 e 2,2 litri a carburatore, con cambio solo a quattro marce e senza servosterzo. Ma con l'uscita di scena della DS nell'agosto del 1975, la gamma CX fu libera di espandersi all'infinito.
Così, a settembre 1975 comparve la 2200 diesel (primo diesel targato Citroen) e i livelli di allestimento Comfort, Super e l'attesissima Pallas, che per la verità era ancora sottotono rispetto alla vecchia DS, in quanto ancora sprovvista di quinta marcia e servosterzo.
Per la clientela più esigente ci voleva ben altro, che non facesse rimpiangere la raffinatezza opulenta e sfacciata delle ultime DS 23 Pallas.
Allestita sul pianale della break (più lungo di 25 cm) uscita qualche mese prima, la Prestige era praticamente una limousine: lo spazio fra sedili anteriori e posteriori poteva arrivare a 71 centimetri, valore record per una berlina. Facilmente distinguibile all'esterno grazie sl tetto in vinile (escamotage che permetteva di occultare le saldature del padiglione) lo era ancor più all'interno: nuovi ricchissimi rivestimenti per sedili e pannelli porta, quattro vetri elettrici, poggiatesta posteriori, stereo, condizionatore, servosterzo DiRaVi di derivazione SM (ma con demoltiplicazione meno corsaiola), accendisigari sulle porte posteriori, pack isother comprendente parasole per i passeggeri dietro e vetri azzurrati, e i mitici poggiapiedi regolabili per i posti dietro.
Novità anche sotto il cofano, con l'adozione del 2347 di derivazione DS con potenza di 115 cv (ancora a carburatore e ancora con cambio a quattro marce, sigh!) capace di una velocità di 180 km/h. Per riconquistare la clientela nostalgica del poetico cambio semiautomatico della DS, venne reso disponibile il cambio C-Matic a tre rapporti, un manuale senza frizione che qui in Italia ebbe un riscontro commerciale quasi nullo.
Negli anni a venire, la Prestige (nome, a proposito, che richiamava una rara e leggendaria DS con vetro divisorio e radiotelefono) venne costantemente aggiornata e migliorata per mantenere salda la leadership del segmento: nel 1977 arrivò finalmente il motore ad iniezione (130 cv) della GTI, con cambio a cinque marce, e contestualmente, il tetto venne rialzato a tutto vantaggio del confort di bordo, specie nel caso di passeggeri con l'abitudine di viaggiare col cappello in testa (cosa possibile nella DS, ma improponibile nella affusolata CX). Costantemente rinnovati anche gli interni, con pannelli totalmente ridisegnati e posacenere posteriori incastonati negli schienali dei sedili, retaggio della vecchia DS.
Gli ultimi aggiornamenti della Prestige prima serie riguardano l'adozione dell'automatico a tre rapporti al posto del C-Matic e del nuovo motore di 2500 cm3 al posto del vecchio 2347, più elastico e capace di 138 cv. L'allestimento Prestige venne riproposto anche con la seconda serie, che montò nel 1988 anche il motore turbo intercooler da 168 cv della GTI: disponibile solo col cambio manuale (in quanto la mostruosa coppia avrebbe mandato in insalata l'inadeguato automatico a tre rapporti), questa versione era costosissima all'epoca e oggi costituisce il bengodi della maggior parte degli appassionati CXisti.
Personalmente, nonostante la linea non abbia l'equilibrio perfetto della "passo corto" specie nelle versioni a tetto alto post '78, non disdegnerei una prima serie, per quanto il massimo della vita sia godersela da passeggero sprofondato nel divanetto posteriore, con le gambe completamente distese. Oggi gli intenditori cercano le rare versioni "tetto basso", quasi introvabili, mentre molta più considerazione riscuotono le ultime accessoriatissime Prestige Serie 2, con ABS e clima automatico: quelle in condizioni migliori passano di mano a prezzi superiori ai 10.000 euro.
Io non do molta importanza agli accessori quanto allo stile: adoro le cromature e il cruscotto a tamburi rotanti, ergo Serie I per tutta la vita.
Autovettura davvero spettacolare e che sarà di una comodità davvero con pochi eguali!!!
Mi viene voglia di averne una e farmi un bel viaggio in tutta Europa con questa macchina qui.
Esemplare davvero impeccabile.
costituisce il bengodi della maggior parte degli appassionati CXisti.
"Maso rispose che le più si trovavano in Berlinzone, terra de' Baschi, in una contrada che si chiamava Bengodi, nella quale si legano le vigne con le salsicce e avevasi un'oca a denaio e un papero giunta; ed eravi una montagna tutta di formaggio parmigiano grattugiato, sopra la quale stavan genti che niuna altra cosa facevan che far maccheroni e raviuoli e cuocergli in brodo di capponi, e poi gli gittavan quindi giù, e chi più ne pigliava più se n'aveva; e ivi presso correva un fiumicel di vernaccia, della migliore che mai si bevve, senza avervi entro gocciola d'acqua."
Belli i tempi del liceo, ricordati dalla tua espressione boccaccesca.
mentre molta più considerazione riscuotono le ultime accessoriatissime Prestige Serie 2, con ABS e clima automatico: quelle in condizioni migliori passano di mano a prezzi superiori ai 10.000 euro.
Son salito sulla Prestige 2 serie del nostro comune amico: Tra l'odore di pelle, quell'assurda (in senso bonario) autoradio, la straordinaria comodità dei sedili, la spaziosità degna di un appartamento con una cura di alcuni particolari che non ho riscontrato in modelli coevi più blasonati su cui ho avuto il piacere di salire, plancia e strumentazione di design ancora attuale e la consapevolezza che, nonostante l'età sia dotata di clima automatico ed Abs devo dire che è stata un'esperienza molto particolare.
Sto rivalutando sempre di più la CX, che comunque mi ha sempre affascinato, ma leggendo i commenti di Total la mia curiosità sta aumentando, perché stanno venendo fuori dettagli e particolari che non conoscevo o immaginavo.
Sono sicuro di aver conservato un Ruoteclassiche del 2008 con la CX in copertina, dovrò rileggerlo bene ed a portata di mano ho il leggendario Quattroruote del Novembre 1984, tra le varie interessanti prove del fascicolo in questione, c'è anche quella della CX Turbo.
Son salito sulla Prestige 2 serie del nostro comune amico: Tra l'odore di pelle, quell'assurda (in senso bonario) autoradio, la straordinaria comodità dei sedili, la spaziosità degna di un appartamento con una cura di alcuni particolari che non ho riscontrato in modelli coevi più blasonati su cui ho avuto il piacere di salire, plancia e strumentazione di design ancora attuale e la consapevolezza che, nonostante l'età sia dotata di clima automatico ed Abs devo dire che è stata un'esperienza molto particolare
Condivido le tue sensazioni, ho avuto l'opportunità e il privilegio di viaggiare a lungo su quell'incredibile esemplare, comprato tempestivamente da un primo proprietario abbiente che non sapeva che farsene. E' pure un esemplare particolare, inizialmente destinato al Belgio e quindi privo di cerchi in lega e fendinebbia, che gli esemplari italiani adottavano di serie, ma munito di tetto in vinile (che era a richiesta) e interno in pelle, visivamente stupendo ma nello specifico un po' troppo rigido rispetto all'interno di serie. La posizione dell'autoradio è, effettivamente, un po' assurda, ma per evitare a chi guida di distrarsi dalla strada l'impianto originale prevedeva un satellite sulla console, che manco a dirsi l'esemplare in questione monta.
La cifra media a cui un esemplare del genere puo' passare di mano è anche superiore alle 10.000 cucuzze, posto che si son visti esemplari non altrettanto belli (e ancora da reimmatricolare) a cifre superiori. Ma per ora quell'esemplare non corre rischi, basti pensare che il proprietario ha rifiutato, in occasione del raduno mondiale del 2006 a Vallelunga, una generosissima offerta da parte di un fanatico tedesco, e cio' solo perché l'ultimo esemplare di Prestige serie 2 circolante nella Capitale non perdesse le preziose targhe Roma d'origine.
Da par mio, lo proporrei per un monumento. Magari ci fosse più gente così....
Sto rivalutando sempre di più la CX, che comunque mi ha sempre affascinato, ma leggendo i commenti di Total la mia curiosità sta aumentando, perché stanno venendo fuori dettagli e particolari che non conoscevo o immaginavo.
Se è così non posso esserne che felice. La CX ha scontato un lungo periodo di oblio in quanto messa in ombra per parecchio tempo dall'enorme carisma della illustre progenitrice, le cui origini sono ammantate di vera leggenda. Ma il tempo è sempre galantuomo, anche se non proprio puntuale, e fin da bambino (quando la CX aveva meno valore di una lavatrice) sapevo che prima o poi il mondo si sarebbe accorto dell'eccezionalità di quell'auto.
Ho avuto modo di provare, oltre a varie CX, anche diverse DS. Ebbene, trovo che la CX mi sia praticamente cucita addosso. Meno evocativa, magari, e certamente più (relativamente) convenzionale, più "macchina" insomma, se consideriamo la DS per quello che è, cioè una scultura motorizzata. La CX ha una guidabilità che è un compromesso incredibile fra sportività (solo la posizione di guida è meravigliosa, da coupè sportivo) e confort ipermolleggiato, un qualcosa di completamente dimenticato dalle rigide e asettiche berline odierne.