Mi piacciono le piccole "bombe" d'annata ma non così piccole. Ho avuto per qualche mese una Daihatsu Charade GTti dalla quale mi sarei aspettato qualcosa in più. Non tanto come accelerazione ma come guidabilita' e sostanza. Leggerissima, molta plastica poco attraente... piuttosto spartana. D'altronde fatta per andare forte. Non so se questa Mini dia la stessa sensazione (mai provata) ma resta il fatto che preferisco piccole sportive di una categoria leggermente superiore, tipo R5 GT Turbo & C.
Pur essendo un 12ista integralista, ammetto che non mi dispiacerebbe averne una (potendo, magari insieme al classico "trittico" R5 Gt Turbo, Uno Turbo e Peugeot 205 GTI).
Tra la Turbo e la 1.275 preferisco anch'io quest'ultima: a titolo informativo protagonista di una prova confronto nel n. 5/1981 di Quattroruote.
#7 | S4 il 09/12/2021 11:58:44
Gran mezzo che assicura giretti divertenti... Probabilmente qualcuno cadrà dalla sedia
Ok, sono rinvenuto.
Rarità nella rarità, questo esemplare dovrebbe essere una Turbo prima serie, quella denominata CB21 "Sanyo" con turbina montata a Lambrate, ma per appurarlo bisognerebbe conoscere il numero di telaio, essendone state prodotte poche unità (meno di 3000, ricordo) delle quali poche sono sopravvissute sia a causa dell'esuberanza di molti proprietari, sia per la cagionevole affidabilità di questo lotto di propulsori. Le serie successive, caratterizzati da motori interamente fabbricati e messi a punto dalla Daihatsu, raggiunsero invece un grado di affidabilità più che discreto.
Nella sua vita relativamente lunga ma non particolarmente fortunata (il riscontro commerciale fu notevole nei primi anni di commercializzazione per poi scemare lungo la seconda metà degli anni ottanta a causa della crescente affermazione delle ben note piccole bombe a marca Renault, Fiat e Peugeot) la Turbo De Tomaso non ricevette che modifiche di dettaglio: scritte identificative, grafica della strumentazione, e nell'ultima serie post 1987 la scocca fu unificata a quella delle 500 - Small: si riconosceva dal cofano privo di nervature e poco altro.
C'è da rimarcare, comunque, il discreto consenso registrato in Francia, oltre che alla ben nota esportazione in Canada dove per ottemperare alle norme di crash locali dovette montare i paraurti rinforzati della Minitre "America", privi di fanali supplementari.
Alcuni di quei lotti, a seguito dello stop alle esportazioni, furono poi dirottati in Europa previo montaggio dei paraurti "giusti" e della strumentazione in km anziché miglia.
Il resto rimase più o meno identico, compreso il rivestimento in tessuto beige chiaro, molto sporchevole, e i bellissimi cerchi in lega bruniti con pneumatici TRX. Peccato che si pagassero a parte secondo la deprecabile pratica degli "optional imposti" assieme ai vetri elettrici, al contagiri, al sedile sdoppiato, il tutto montato di serie ma conteggiato a parte per mantenere competitivo il prezzo di listino. La dotazione complessiva e il grado di finitura, più che adeguato il primo e quasi raffinato il secondo al tempo della presentazione, rimasero gli stessi fino agli anni novanta, quando ormai il regime di immatricolazioni non andava oltre le 15 - 20 unità mensili.
Molto divertente ma assai impegnativa al limite, aveva una tenuta di strada eccellente sui fondi lisci a patto che il pilota sapesse il fatto suo: passo corto e limitata larghezza erano un invito al capotamento, il che unito al repentino passaggio dal sottosterzo al sovrasterzo tipico di questa generazione di Mini, poteva tradursi in un mix catastrofico. Mi unisco a chi preferisce le versioni precedenti col 1275 "inglese": più rumorose (fragorosità del motore Morris a parte, la mancanza della quinta era un handicap non da poco), più rigide, più spartane ma anche più sincere e forse più divertenti.
L'esemplare in foto sembra molto bello, ma manca la stemma De Tomaso sulla calandra, perso forse in seguito ad una "toccata".
L'abbinamento rosso - grigio antracite rimane il più azzeccato, per quanto sia di gran lunga il più diffuso. Seguono il grigio chiaro, il nero e il bellissimo e raro amaranto.
Bellissimo commento di Total (Antonio?). Anche io ho pensato subito a quello che ha pensato oinotna. Detto ciò, non posso dire altro che stupenda e rarissima. Mi piacerebbe averne una, sia "pepata" che normale.
Persanalmente credo che in fatto di prestazioni (ed anche di sensazioni di guida) la Turbo sia superiore rispetto all'aspirata (alla quale non hanno lasciato neanche i 2 carburatori come alla precedente Cooper). Poi a livello di finiture e confort la Turbo era una Premium rispetto alla spartana aspirata (provate ad andare con una Mini d'epoca -inteso quelle dotate di Hydrolstic o ammortizzatori a coni- sulle nostre strade attuali e forse la minor rigidità delle Turbo sarà più apprezzata). Ciao