Immagine

Alfa Romeo Alfa 6 2.5

alfa6super20720130820.jpg
Anno 1980, targhe bianche del 1991 (Super207).

Data: 21/08/2013
Commenti: 4
Visualizzazioni: 2757
Commenti
#1 | atae21 il 21/08/2013 15:36:03
Aargh! L'Alfa 6 prima serie, blu, come la stavo per acquistare io a 19 anni. Era pure automatica e con l'interno in pelle. Ma i miei mi "limitarono" e dovetti così acquistare una 2.0 seconda serie, di cui vi ho già parlato...
Proprio l'altroieri mattina hanno riproposto il mitico film "Asso", in cui un invisibile Celentano guida un'Alfa 6 2.5 prima serie blu come questa. Wink
#2 | gian masini il 21/08/2013 22:37:20
ShockShock La balena bianca dell'Alfa Romeo, una della vetture più desiderabili, a mio parere, degli anni '70 fra le berline di rappresentanza, o comunque a 6 cilindri. E una delle più interessanti, e controverse, Alfa Romeo da possedere da guardare e usare. Anche se ricorda un'Alfetta maggiormente dimensionata, ma fecero così 30 anni dopo i tedeschi di Volkswagen con la Pheton, la 6 è una vettura affascinante, rarissima, insuccesso all'epoca escluso il suo impiego nelle grandi aziende di stato e fra le auto blu dei politici. Colore ideale: rosso antico, cambio direi manuale. Ma potrei sbagliare.
#3 | Markino il 21/08/2013 23:35:22
E' sempre una sorpresa constatare l'esistenza di qualche esemplare di questa controversa ammiraglia, considerato che per almeno una quindicina d'anni era caduta nell'oblio più totale.
La sua più grande qualità risiede nel propulsore, sviluppato da Giuseppe Busso, torinese classe 1913, uno dei tecnici più validi e di lungo corso su cui abbia potuto contare l'Alfa Romeo, dove entrò nel 1939, per rientrarvi, dopo una breve esperienza alla Ferrari, all'epoca dell'avvio della progettazione della 1900, sotto l'ala di un uomo dello spessore e del carisma di Orazio Satta, e risalire poi la gerarchia aziendale sino alla dirigenza. Il "V6 Busso", per giudizio pressoché unanime della letteratura, è infatti uno dei migliori 6 cilindri mai costruiti, potente, pastoso, equilibrato, dal timbro inconfondibile, e questo anche su una vettura di mole notevole come l'Alfa 6.
Per il resto, come già ho argomentato a proposito degli ultimi esemplari postati, e come è noto a molti, è una vettura nata con parecchi anni di ritardo rispetto alle originarie tempistiche progettuali, congelate all'epoca della primi crisi petrolifera del 1973, e nel cui sviluppo furono profuse risorse finanziarie cospicue in rapporto alle capacità dell'Alfa Romeo, che non fu certo possibile ammortizzare con la vendita delle circa 12mila unità complessivamente realizzate. Ettore Massacesi, Presidente dell'Alfa Romeo dalla fine degli anni '70, affermò chiaramente che la "6" fu un errore.
Nonostante la mia passione viscerale per il marchio, e per quanto la mia valutazione possa sembrare scontata, sceglierei senza pensarci due volte la coeva Alfetta 2000, non meno nobile sul piano dell'architettura meccanica, ma più proporzionata e piacevole sotto il profilo estetico.
Plaudo comunque all'avvistamento di questo esemplare in condizioni decorose, al quale fa forse difetto il ripetitore laterale di direzione.
#4 | blackboxes66 il 22/08/2013 10:36:38
L'Alfa Romeo si decise a produrre la 6 fidandosi delle promesse governative di abbassare l'IVA al 18% per le auto fino a 2500 cm3 (ecco il perché della cilindrata). Cosa che fu effettivamente fatta nel 78 per le auto a gasolio, a seguito dell'entrata in produzione della Fiat 132 diesel. Ma avvenne che il governo in carica cadde, si sciolse la legislatura e il nuovo governo non solo non abbassò l'IVA, ma addirittura paventò una tantum, superbolli e persino restrizioni alla circolazione per le auto sopra i 2000. Non se ne fece nulla di tutto ciò, ma di sicuro il pubblico non era certo invogliato all'acquisto di un'auto del genere...
Peccato che il V6 non sia stato montato anche sull'Alfetta berlina.
Scrivi commento
Per scrivere un commento devi essere registrato