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Alfa Romeo Arna SL

arnatime20140831.jpg
Anno 1984 (time101cv).

Data: 01/09/2014
Commenti: 10
Visualizzazioni: 2323
Commenti
#1 | Alessio3373 il 01/09/2014 11:07:36
Colore blu petrolio abbastanza diffuso sulle contemporanee 33 ma non altrettanto sull'Arna. Stato di conservazione molto buono, a quanto pare di capire dalla verniciatura e dai particolari di corredo.
#2 | PrinceMax il 01/09/2014 15:03:34
La Nissan Cherry "de noialtri"! Smile
Bagnarola, aborto, sintesi della disgrazia, apoteosi della schifezza; quante gliene hanno dette, povera Arna! Quasi al livello della Duna.
Per conto mio, ribadisco quello che ho sempre pensato: non l'ho mai trovata così orribile. Certo, era anonima ed angolosa, ma come lo erano decine di altre auto a lei contemporanee (Opel Kadett D, Talbot 1510, Fiat Ritmo, etc.). La blasfemia fu il matrimonio italo-giapponese che indubbiamente "non sapeva da fare": come potevano i puristi di un marchio tanto blasonato ed apprezzato in Italia quale era l'Alfa-Romeo digerire questa folle unione? Grin
Ma negare le qualità intrinseche di quest'auto sarebbe ingiusto ed inesatto. Era onesta, solida (non ebbe rilevanti problemi di corrosione, cosa inedita per un'Alfa) e costava pure poco.
#3 | Alfa33 il 01/09/2014 15:21:26
Di sicuro non era e non è attraente, tuttavia negli anni successivi alla sua uscita di produzione e purtroppo anche attualmente, in giro si è visto e si continua a vedere di peggio, indipendentemente dalla marca o il segmento.
Forse l'Arna, correggetemi se sbaglio, rispetto ad altre auto dell'epoca, aveva un buon impianto di climatizzazione, se non erro la ventola aveva già 4 velocità ed anche il ricircolo.
#4 | Total III il 01/09/2014 17:24:00
Sulla carta l'operazione Arna era conveniente per tutti: sia per lo Stato italiano, che avrebbe creato nuovi posti di lavoro in un area depressa con sicuri ritorni in materia elettorale, sia per la Nissan, che avrebbe assicurato la sua presenza in un mercato importantissimo, sia per l'Alfa Romeo che, costretta dall'azionista di maggioranza (lo Stato stesso) ad impegnarsi nei segmenti inferiori di mercato a scapito di quelli superiori, avrebbe sviluppato una valida utilitaria con tempi e costi assai ridotti.
La realtà fu ben diversa: al tempo le auto giapponesi non erano certo ammirate per lo stile, e troppo ampia era la differenza di immagine fra le due Case.
Se a ciò si aggiunge il disastroso marketing per cui l'auto venne smerciata nel vecchio continente sia col marchio Nissan (si chiamava "Cherry Europe"...) sia come Alfa, non poteva non risultarne un disastro su tutta la linea.
#5 | 1600 GT il 01/09/2014 18:02:06
Come linea sarà anche il massimo dell'anonimia, ma credo che negli anni a seguire sia uscito di peggio.
Una Nissan sotto falso nome di Alfa Romeo, questo si, ma comunque nonostante l'estetica non proprio felice, anzi proprio infelice alle corde, aveva comunque delle qualità non indifferenti come i motori boxer della cuginastra Alfasud(ma la vera cuginastra lo è la stessa Arna nei confronti della decisamente più riuscita Alfasud), un abitacolo comodo e molto pratico(aveva un ottimo bagagliaio), ma soprattutto un affidabilità non trascurabile.
Esemplare questo qui davvero molto ben conservato e...di una bellissima livrea(strano da dirsi su un auto non bella).
#6 | Total III il 01/09/2014 20:16:39
Beh, proprio ottimo il bagagliaio non era. Era abbastanza largo, ma aveva la profondità di una pozzanghera....
#7 | Enea il 01/09/2014 23:11:00
Ottimo avvistamento! Questa sta sempre al coperto sotto la tettoia di casa; trovarla in giro è un'impresa! Wink
#8 | atae21 il 01/09/2014 23:14:26
Tra le centinaia di auto che mi sono passate per la vendita, ho avuto anche un'Arna SL del 1986 che è finita a un collezionista svedese (ci è andato su strada da Bergamo a Stoccolma!). Da parte mia concordo con il negativo giudizio estetico ma la salvo decisamente per quanto riguarda la meccanica, l'abitabilità, la tenuta di strada e, oggi, la rarità. Grin Per quanto mi riguarda guidarla per qualche settimana è stato un piacere: il boxer ha sempre il suo rombo sportivo, la comodità era più che soddisfacente e non ho notato pecche così clamorose rispetto alla concorrenza dell'epoca. Certo, la mancanza del contagiri su un'Alfa Romeo...Frown
#9 | IL BUE il 02/09/2014 00:29:30
Beh, non è la sola.... pure la primissima Alfasud ce l'aveva a richiesta!
#10 | Markino il 02/09/2014 00:59:37
Il problema dell'Arna era prevalentemente di carattere estetico, perché, come confermano le impressioni dirette di chi l'ha posseduta o guidata, era una vettura più che onesta, e il boxer, del quale, inizialmente, fu scelta la versione meno potente da 63 CV (altro errore, al quale si rimediò solo tardivamente), si confermò un ottimo propulsore, favorito dal peso della vettura piuttosto contenuto.
Ma l'estetica ha un'importanza enorme nella scelta d'acquisto di un'auto, specie su un mercato come il nostro, e l'Alfa Romeo, secondo una tradizione di cui le va dato atto, ha sempre costruito o commissionato all'esterno vetture di grande bellezza. Dalle 6C 1750, 2300 e 2500 degli anni '30 e '40, allestite in configurazioni mozzafiato dai più importanti carrozzieri (compresa la Freccia d'Oro del 1947, disegnata con la consulenza della Carrozzeria Castagna), alla 1900 del 1950, alla cui modellazione contribuì la Carrozzeria Touring, autrice poi delle favolose coupé Sprint/Super Sprint, alle berline Giulietta e Giulia disegnate dall'équipe di Ivo Colucci e Giuseppe Scarnati, attorno ai quali fu nel frattempo creato il Centro Stile, alle straordinarie derivate sportive di Pininfarina, Bertone e Zagato, alla modernissima ed elegante granturismo 2000/2600 Sprint di Bertone, all'Alfasud di Giugiaro e all'Alfetta, l'Alfa Romeo ha sempre saputo unire il massimo dello stile con l'eccellenza meccanica.
Nel caso dell'Arna, la mancanza dei capitali necessari ad avviare in autonomia lo studio di nuovi modelli in quel segmento di mercato, e la necessità di appoggiarsi ad un altro costruttore per ampliare la base produttiva, costrinsero ad adottare come base una vettura (la Cherry/Pulsar) poco attraente e già vecchia, poiché in Giappone era imminente la commercializzazione del nuovo modello. Il marketing poco azzeccato fece il resto.
L'esemplare da 63 CV postato da Time sfoggia la livrea a me più gradita, e condizioni notevoli per un'auto che è già sorprendente trovare marciante.
Decisamente un ottimo avvistamento, per una vettura che potrebbe figurare con dignità in una collezione di Alfa Romeo.
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