Notevole anche il raro specchio destro elettrico. La dotazione di accessori delle versioni "piccole" era piuttosto limitata, però comprendeva lo specchio esterno elettrico, la chiusura centralizzata e, di fatto, i vetri elettrici anteriori (optional obbligatorio)
Sembra essersi messa in posa per l'occasione. Bello scatto.
Esemplare praticamente introvabile - ma già all'epoca ne circolavano poche - complessivamente ben conservato. Il suo pregio è accresciuto dalla targa a 5 cifre, residuo su ben poche province nel primo scorcio degli anni '80: andando a memoria, non mi viene in mente altro se non Isernia, Matera e Rieti.
@Blackboxes: sicuro che i vetri elettrici anteriori fossero optional imposto (come sulla coeva Giulietta 1.6)..? Perché le pochissime trovate in vendita avevano le manovelle anche davanti. Misteri dell'Alfa.
La caduta di stile per un modello di fascia alta quale l'Alfetta era data dai pannelli delle porte in skai, oltre che dalle plafoniere sui montanti che erano ancora quelle del modello '72. Oggi, per l'alfista dall'occhio lungo, è una bella curiosità.
Hai ragione. Il catalogo della serie 83 dice infatti che i vetri elettrici anteriori sono a richiesta. L'Alfa ha fatto parecchia economia sulle versioni di minore cilindrata dell'Alfetta 83, riciclando la componentistica dei modelli precedenti, e l'aggiunta di qualche accessorio non bastava ad elevarne il livello. Sembra quasi che questi modelli siano stati concepiti più per un uso da auto di servizio che per l'utenza privata.
Anche in polizia era discretamente diffusa... Io credo che tale scelta fu fatta soprattutto nel disperato tentativo di venderne qualche esemplare in più, dato il costo più elevato della Giulietta di pari cilindrata, più moderna e piacevole nella linea e, di conseguenza, più venduta
Solo 1921 esemplari prodotti, nel mio garage ideale c'è un posto per questa Alfetta, ricordo un esemplare perfettamente identico che girava qua in città quando ero bambino e naturalmente mi piaceva moltissimo: anche se gli interni non avevano l'opulenza delle 2.0 a carburatori o della Quadrifoglio Oro, la sonorità meccanica faceva perdonare tutto.
Alfa33 il 15/11/2014 15:47:18
la sonorità meccanica faceva perdonare tutto.
Ed ecco qua il motivo per cui, anche se fosse una "letargica" 1600 e nella serie che meno mi piace, per via delle sovrastrutture in plastica che mal digerisco, anche io me ne porterei subito una a casa, se capitasse l'occasione. Quel rumore magico perdona davvero tutto, ed è in grado di sovrastare la mia pur elevata passione per la buona musica (naturalmente anch'essa vintage, perlopiù anni'70)
C'è da dire che l'Alfetta 1.6 non è sottomotorizzata ed ha prestazioni di tutto rispetto. All'epoca nessuna berlina di pari cilindrata era in grado di fare meglio. La stessa Giulietta era pari in velocità massima e guadagnava qualche decimo di secondo in accelerazione.
Nel 1984 l'Alfetta 1.6 costava 16.800.000 lire, ben un milione e mezzo in più della Giulietta con la stessa motorizzazione (15.300.000 lire a cui andavano aggiunti, almeno in Italia, 360.000 lire di alzacristalli elettrici "obbligatori" ). Più o meno, come allestimento si equivalevano, e nulla giustificava il milione in più se non il più alto posizionamento dell'Alfetta sul mercato.
L'Alfetta 1800, invece, costava 17.558.000 lire contro i 16.738.800 della corrispondente Giulietta, il cui ricco equipaggiamento stava però a distanza siderale rispetto a quello della spartanissima Alfetta.
Questa apparente insensatezza in realtà si puo' spiegare tenendo presenti un insieme di fattori:
1) La Giulietta era richiestissima in versione 1.6 e 1.8, mentre gli ordinativi dell'Alfetta riguardavano quasi esclusivamente le due litri. Sia le Alfetta "inferiori" sia la Giulietta 2 litri, che fu allestita solo a 1985 inoltrato, non erano destinate a far grandi numeri, ma solo a completare il ventaglio di scelta
2) Le Alfetta 1.6 e 1.8 erano destinate, come scritto sopra, essenzialmente alle forze dell'ordine o comunque a vari apparati statali. Per questioni di omologazione e di ammortamento dei costi doveva per forza esistere anche una versione "civile" in vendita al pubblico.
3) Non era il caso di rischiare di cannibalizzare le Giulietta 1.6 e 1.8, che vendevano bene, per cui non si ritenne necessario curare l'allestimento di due versioni non destinate a fare grandi numeri. Peraltro scommetto che le poche Alfetta 1.6 / 1.8 disponibili negli autosaloni finirono per essere smerciate con sostanziosi sconti sul prezzo di listino, rendendo soddisfatta una parte di utenza che non andava tanto per il sottile pur di riuscire a coronare il sogno di possederla.
targa a 5 cifre, residuo su ben poche province nel primo scorcio degli anni '80: andando a memoria, non mi viene in mente altro se non Isernia, Matera e Rieti.
Le targhe nere componibili a 5 cifre sono esistite in queste provincie:
Aosta (fino al 1978 o '79)
Benevento (fino al 1978)
Campobasso (idem)
Caltanissetta (1979)
Enna (fino al 1985, il numero 100000 fu raggiunto con le prime targhe bianche)
Gorizia (1977)
Isernia (fino al 1985, la numerazione termino nel 1995 con il numero 84000)
Matera (1982)
Nuoro (1980)
Potenza (1976)
Rieti (1982)
Sondrio (1978 o 79)
Più Oristano, creata provincia nel 1976, che raggiunse il numero 100000 nel '92.
Mi è venuto in mente che fino a pochi mesi fa vi era in vendita una 1.6 come quella dell'avvistamento, ma in più aveva il tetto apribile e chiedevano 4500 Euro. Forse c'è ancora, dovrei ricontrollare, non ricordo in quale sito era pubblicata.
Davvero rarissima la 1.6 di questa serie, dato che anche da nuova le fu riservato un glaciale interesse per l'acquisto.
Beh con 109 CV non è poi così lenta, anzi ha prestazioni davvero di tutte rispetto, dato che, seppur con un piccolo aumento di mole rispetto al modello precedente, il bialbero Alfa più piccolo(il 1.3 della Giulietta era già uscito di produzione e comunque non concerneva l'Alfetta)è sempre quello delle serie precedenti, ergo non vi è alcuna differenza con le precedenti Alfetta 1.6.
Qui semmai è l'allestimento scarno a lasciar a desiderare.
Esemplare questo in condizioni davvero ottime e di evidente stato di conservazione.