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Alfa Romeo 1900 Super

alfaromeofil20160811.jpg
Anno 1955 (fil82).

Data: 12/08/2016
Commenti: 10
Visualizzazioni: 1304
Commenti
#1 | francesco78 il 11/08/2016 09:28:29
Azz!!! Shock
#2 | mx5dan il 11/08/2016 09:49:17
Che splendore claps
#3 | bob91180 il 11/08/2016 11:25:51
Notevole pezzo ancora con prime targhe , colore grigio biacca mi pare , probabilmente riverniciata di recente ... oggi e' difficile incontrarla per strada , piu' facile vederla impegnata in manifestazioni ...
#4 | Markino il 11/08/2016 11:40:55
Vettura fondamentale nella storia dell'Alfa Romeo, cerniera tra le grosse ed esclusive "6C 2500" prodotte sin dal 1939 e poi riprese nel dopoguerra, e la Giulietta, pensata per la classe media, e quindi "tirata" in molte migliaia di esemplari l'anno, la "1900" fu una sorta di compromesso tra le tendenze che, dalla 2a metà degli anni '40, si opposero all'interno dell'Alfa Romeo e della stessa holding IRI controllante, una Finmeccanica appena costituita (1948), circa il destino di un'industria che, sull'onda delle commesse belliche, aveva raggiunto un numero di maestranze (generalmente molto qualificate) non più sostenibile in rapporto alle attività e ai volumi consentiti dal nuovo quadro di pace. Le forti passività ripianate dalla mano pubblica, alle quali faceva da contraltare l'enorme richiamo dei successi sportivi, rinvigoriti dalle "Alfetta" 158 (potenziate rispetto all'edizione 1938) e poi 159, esigevano una soluzione tutt'altro che semplice: ridimensionare drasticamente gli organici e mantenersi entro produzioni di nicchia ad alto valore aggiunto con impostazione prettamente artigianale (nel solco già tracciato dalle "2500" ), come prefigurava Pasquale Gallo, Presidente di nomina politica convinto che l'Italia non potesse competere con le grandi nazioni industriali, o dare vita a produzioni di più larga scala, tutte da inventare, come, timidamente, si pensava in Finmeccanica. Nella holding, le energie capaci di sostenere con determinazione questa svolta arrivarono solo nel 1951, con la nomina a Direttore Generale di Giuseppe Luraghi, manager poliedrico (di rilievo la sua attività editoriale) ancora piuttosto giovane ma già ricco di importanti esperienze, anche estere (fresco di assunzione, fu inviato dalla Pirelli presso la controllata in Spagna, dove fronteggiò anche il difficile periodo della guerra civile). Per suo tramite, Francesco Quaroni, ingegnere orientato al marketing e all'organizzazione che aveva sviluppato una solida amicizia con Luraghi, conosciuto in Pirelli, fu subito chiamato alla Direzione Generale dell'Alfa Romeo; ne nacque un formidabile ticket, che dedicò gran parte della propria vita professionale al solo scopo di dare un futuro industriale ad un'azienda alla quale si riconosceva un know how di enorme potenzialità.
Tutto questo avveniva con la "1900" già concretizzata e prodotta su timide linee di montaggio, ancora molto lontane da quanto si sarebbe poi realizzato al Portello con la Giulietta, ma la macchina, già capace, pur con le sue iniziali imperfezioni, di mietere numerosi successi sportivi in virtù di straordinarie doti meccaniche, era lì a dimostrare le capacità del team di progetto, sul quale si erigeva una figura di eccezionale carisma e competenza, il torinese Orazio Satta Puliga. Un ingegnere viennese che aveva collaborato con Ferdinand Porsche, sceso poi in Italia ad affiancare Piero Dusio nella breve avventura della Cisitalia, il ferreo Rudolf Hruska, chiamato in qualità di consulente, completò l'ossatura della squadra che avrebbe rilanciato la Casa del Biscione. Di lì a poco, la Giulietta, pur con la tormentata vicenda che impose la presentazione della berlinetta Sprint (1954) prima della Berlina classica (1955), sancì l'ingresso dell'Alfa Romeo nel mondo dell'industria di grande serie.
Semplicemene spettacolare l'esemplare in foto, visto anche dal sottoscritto: si tratta di una "Super" del 1955, quindi già con propulsore (rigorosamente bialbero) portato dagli originari 1884 cc a 1975 cc. Le condizioni fanno pensare ad un restauro, considerata la facilità con cui le "1900" venivano intaccate dalla ruggine. L'affascinante targatura d'origine completa un quadro di eccellenza Smile
#5 | FeDeesse il 11/08/2016 12:18:17
notevole simile all'altra, sempre bianca, uscita poche settimane fa.
grande ammiraglia da famiglia abbiente di quegli anni
#6 | Alfa33 il 11/08/2016 12:28:29
Meraviglia.
#7 | polar il 11/08/2016 13:39:18
Questo modello è il primo che automaticamente associo al connubio AR-macchina della polizia, pur non avendola mai vista in azione, se non a qualche manifestazione o in vecchi film.
#8 | bayerische il 11/08/2016 14:10:23
Vettura riuscitissima in epoca ove Alfa Romeo svettava sopra la concorrenza
#9 | 1600 GT il 11/08/2016 18:00:35
Spettacolare e con prime targhe!!! Vettura che mi ha sempre affascinato parecchio.
#10 | margot99 il 14/09/2018 11:14:27
anche questa è grigio alba e non grigio biacca
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