Lancia Aprilia
Anno 1937, targhe nere del 1946 (polar).
Data: 14/08/2017
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Dico questo perché, se l'anno 1946 qualificherebbe questa meravigliosa "Aprilia" come una "1500" (in produzione dal 1939), l'assenza di pedane farebbe pensare all'allestimento d'origine (la "Lusso" arricchita dalle pedane arrivò poco dopo) della versione capostipite con propulsore 1350 cm3, lanciata alla fine del 1936, e avviata alla produzione in serie dal febbraio 1937 senza che - seppur per pochi giorni - il suo artefice Vincenzo Lancia, del quale costituisce una sorta di "testamento spirituale", come spesso si trova scritto nella letteratura, potesse assistervi.
Ipotesi, questa, che verrebbe meno qualora - ma non ne sono a conoscenza - le pedane dell'Aprilia fossero in realtà perfettamente rimovibili, senza lasciare tracce esterne ulteriori rispetto a qualche foro - e non invece più integrate con i parafanghi e/o la scocca.
Sia o meno di prima immatricolazione, la splendida targa del 1946, data la provincia, farebbe vagheggiare una partecipazione a qualcuna delle Miglia Miglia disputate dal 1947, dove le "Aprilia" iscritte erano numerose.
Vettura tra le mie predilette, anche rispetto a modelli molto più recenti, che metterei in garage senza alcuna remora per la notevole anzianità, ripagato dai contenuti tecnici d'avanguardia e dalle ottime prestazioni in rapporto all'epoca, dalla bellezza della linea aerodinamica e dalla confortevolezza e raffinatezza dell'abitacolo (una meraviglia, in una plancia che fa già brillare gli occhi, l'indicatore del livello carburante, composto da diverse spie ordinate per litri che si illuminano a seconda della quantità ancora presente nel serbatorio).