Immagine

Alfa Romeo Alfa 6 2.0

alfa6alfa3320180224.jpg
Anno 1984 (Alfa33).

Data: 24/02/2018
Commenti: 15
Visualizzazioni: 1537
Commenti
#1 | time101cv il 24/02/2018 10:06:27
www.targhenere.net/gallery2/wp-content/uploads/2018/02/alfa_romeo_alfa6_20_1984.jpg
(foto "Alfa33" )
#2 | Markino il 24/02/2018 13:35:22
Esemplare in splendida forma e ancora con prima targa, penalizzato dalla motorizzazione, seppur generosa in assoluto (6 cilindri, 135 CV), insufficiente a conferire a questa imponente ammiraglia un brio degno della tradizione Alfa Romeo: la prova su strada stilata all'epoca da Quattroruote, che assegnava alla voce "Ripresa" due sole stellette, non poté che prenderne atto.
Pochi esemplari costruiti, per una versione concepita quasi esclusivamente allo scopo di aggirare le storture del sistema fiscale italiano, e inevitabilmente venduta per gran parte nel nostro paese; nei ricchi mercati della Germania, della Svizzera o della Francia, dove le Alfa Romeo godevano di una non disprezzabile quota, le scarse "6" consegnate dovevano essere quasi tutte - se non tutte - nella cilindrata "naturale" per il modello.
Vettura presumibilmente nelle mani di un incallito appassionato Alfa Romeo, sul genere "Alfazioso" per riprendere il titolo dei famosi volumi di Gippo Salvetti che trattano le vetture meno riuscite del Biscione.
#3 | Ciccio70SX-FireLX il 24/02/2018 14:49:47
Mastodontica
#4 | atae21 il 24/02/2018 15:26:37
Avuta da neopatentato ne confermo le impressioni scritte da Markino. La velocità massima era appena sopra i 182 km/h effettivi (un valore discreto ma non certo da primato per il 1984); l'accelerazione da 0-100, in 11,2 secondi, è chiaramente penalizzata dal peso che il pur valido motore V6 deve portarsi appresso (e meno male che ha una rapportatura del cambio quasi sportiva...). Croce e delizia per l'affidabilità e i consumi la scelta dei 6 carburatori (mai a punto). All'estero è stata proposta solo col 2,5 litri d'origine, una scelta ovvia visto il già scarso successo con quella ottima motorizzazione. I miei ricordi personali però sono anche conditi da aneddoti positivi come la tenuta di strada a prova di incapaci (i miei amici la paragonavano ad un treno sui binari), l'ottima dotazione di accessori (servosterzo, 4 vetri elettrici, specchio elettrico, sedili elettrici e, sulla mia, condizionatore) e quel fascino "vintage" che già allora, seppur avesse avuto solo 8 anni, già emanava. Oggi non ricomprerei, da storica, una duemila ma orienterei la mia scelta su una 2.5 prima serie, la capostipite, con tutti i suoi pregi e i suoi difetti ma con la linea pura da "alfetta allungata", senza il pesante restyling Bertone che invece che alleggerire l'insieme, a mio modo di vedere, l'ha appesantito.
#5 | blackboxes66 il 24/02/2018 15:32:58
L'unico elemento positivo portato dal restyling sono i paraurti meglio raccordati e senza rostri. Per il resto non ha fatto altro che appesantire la linea.
#6 | Kanon X il 24/02/2018 16:18:03
Mi è capitato di osservarne un paio, mi ha sempre dato l'impressione di un monumento alla staticità.
Pesante stilisticamente come poche,con un terzo volume lunghissimo ed un interno monotono e privo di spunti,prima o seconda serie,non cambia nulla.Frown
s10.postimg.org/itnf7enc9/P1250007.jpg
#7 | Markino il 24/02/2018 19:10:05
Bella testimonianza, Davide Wink
#8 | etilico il 24/02/2018 20:50:28
L'inquadratura proposta da Kanon X restituisce impietosamente non solo l'impressione di pesantezza e greve staticità, ma anche, a giudizio di chi scrive, un aspetto quasi grottesco, complici i paraurti oversize e la fanaleria tormentata che non ingentiliscono il quadro generale sicuramente inadatto all'immagine di Alfa Romeo. Gli interni li ricordo piacevoli e molto curati, ma quando guidai - da neopatentato - la prima Serie 7 (E23), mi toccò riconsiderare i miei standard di qualità, confort e percezione della qualità.
#9 | atae21 il 24/02/2018 21:14:18
Però attenzione: la Serie 7 parte da una cilindrata base di 2,8 litri per arrivare fino alla 3,5 dotata di turbocompressore! Direi che nonostante l'Alfa 6 sia l'ammiraglia italiana per eccellenza di quel periodo (1979), andrebbe comunque paragonata alle 525 o al massimo alla 528i (anche per la fascia di prezzo). Ammetto comunque che la qualità è maggiore pure nella Serie 5 del periodo anche se a dotare una 525 degli accessori di un'Alfa 6 (per non parlare della strumentazione) si arrivava a comprare una serie 7...nghenghe Per quanto riguarda la linea della 6 io l'ho sempre trovata figlia del suo tempo: stretta (come tutte le altre Alfa del periodo), con gli stilemi di un'Alfetta (da nessuno giudicata brutta) allungata nel muso e nella coda (piuttosto massiccia, questa sì). L'interno era un inno al "lusso" anni settanta, con una triste finta radica, un volante dal design quantomeno bizzarro e un'ergonomia tutta da dimostrare. Anche l'abitabilità non era granchè (una Tipo degli anni 80 è più spaziosa) se rapportata alle dimensioni esterne ma ciò è sempre stato anche per le Jaguar che nessuno ha mai denigrato per questo... Insomma, è stato il mio primo amore e per questo non mi sento neanche oggi di condannarla alla storia come "bidone". Sad
#10 | Alfa33 il 24/02/2018 22:05:02
A me è sempre piaciuta molto, in tutte le sue contraddizioni evidenti.
#11 | etilico il 24/02/2018 22:59:13
Anche oggi, come allora, non mi sogno di definirla un bidone. La linea è quel che è per le ben note vicende già abbondantemente trattate qui, e l'abitabilità è - tutto sommato - quello che ci si aspettava all'epoca anche da una vettura che ambisse collocarsi nel segmento delle berline di rappresentanza. Ricordo bene lo stretto abitacolo dell'Alfa 2000 e dell'Alfetta del papà di un vicino di casa che saltuariamente ci accompagnava a scuola e già allora mi chiedevo come potesse comodamente accomodarsi il quinto passeggero. Ricordo anche che, quando mio padre si trovò a scegliere l'auto di rappresentanza del vertice dell'ente locale da cui dipendeva, la scelta coinvolse anche me. Tra pile di depliant ed estenuanti - ma graditissime - visite presso i locali concessionari (era l'epoca del comprare italiano), la scelta cadde sulla Lancia Gamma.
Da amante delle berline a tre volumi, l'Alfa 6 continua ad affascinarmi, oggi come allora. Forse, oggi più di allora. La Gamma, molto meno. L'accostamento alla serie 7 - ma ci stanno anche la serie 5 e la serie 3 - voleva solo evidenziare quali e quante fossero, già allora, le differenze di percezione qualitativa tra il prodotto nostrano e quello estero a cui, all'inizio degli anni 80, non ero assolutamente preparato.
#12 | S4 il 25/02/2018 00:22:44
In ogni caso le Alfa Romeo fanno sempre parlare di loro, anche se non sempre sono lodi. Non posso dire che la 6 mi lasci indifferente, trovo che il restyling l'abbia peggiorata solo nel frontale con l'adozione di insulsi gruppi ottici rettangolari che la fanno somigliare a una più paciosa Argenta. È apprezzabile il fatto che all'epoca, nonostante le limitate vendite, abbiano introdotto varie migliorie sotto pelle, a partire da alcuni componenti elettronici e da un generale innalzamento della qualità costruttiva. In definitiva una Alfona 2.5i Quadrifoglio non mi dispiacerebbe. Cool
#13 | atae21 il 25/02/2018 00:43:22
Un ultimo aneddoto divertente che forse non tutti sanno, poi davvero chiudo l'album dei miei ricordi: quando mi fermavo a far benzina (cioè spesso Grin ), chiedevo semplicemente al benzinaio che mi facesse le "10.000 lire o 20.000 lire" che fossero, senza preparare il bocchettone aperto. Ebbene a volte, i meno smaliziati o i più giovani, prendevano in mano la pompa e.....restavano imbarazzati a cercare l'orifizio o quantomeno lo sportello da aprire per infilarci la canna. Se nella prima serie era infatti uno sportello tradizionale e visibile, nelle versioni restyling (com'era la mia) il tappo benzina era celato sotto la "b" di Bertone stilizzata sui montanti! Era uno spasso scendere dall'auto e aprire quel "segreto" per permettere di dare da bere alla bestia! diablo
#14 | blackboxes66 il 25/02/2018 10:11:05
L'accostamento alla serie 7 - ma ci stanno anche la serie 5 e la serie 3 - voleva solo evidenziare quali e quante fossero, già allora, le differenze di percezione qualitativa tra il prodotto nostrano e quello estero a cui, all'inizio degli anni 80, non ero assolutamente preparato.

Nell'autunno 1983 il padre di un compagno di scuola cambiò l'Alfetta 2000 con una delle prime BMW 320i a 4 porte. Ricordo bene le prime impressioni del figlio: "Sono avanti di anni... non credevo!"
#15 | Mc 127 il 26/02/2018 21:32:48
Quanto mi piace... sbavv
Scrivi commento
Per scrivere un commento devi essere registrato